alt Brani:
1-1- Mongolian voyage/Cucamonga Valley; 2-1-Mozambico; 3-1-Jaipur la città rossa; 1-2-Segreto tra le mura; 2-2-Ganesha puja; 3-2-TAT l'albero cosmico.
Formazione:
Cahal De Betel - Gottardi Roberto: guitars, electronic luthery, synt glass, voice on 3-2; Re-Tuz - Raffaello Regoli: voice, diplophonie, marranzano; Soti San - Antonella Bertini: voice, diplophonie; Dauno - Buttiglione giuseppe: bass, fretless bass; Tipheret - Morghen Germano: drums, keyboard on 3-2.
2014, Runaway Totem Records - Durata disco 1: 41:56; disco 2: 45:24

4 maggio 2013, i Runaway Totem salgono sul palco del Teatro di Mori di Trento per un concerto che rappresenta una nuova tappa importante per la longeva band italiana e che è stato immortalato su questo doppio album dal vivo intitolato Viaggio magico. Titolo suggestivo e ambizioso, che ricorda un po' Claudio Rocchi e che descrive già in maniera intrigante la musica proposta da Cahal De Betel e compagni. La performance di quasi un'ora e mezza è concentrata in sei lunghi brani (vanno tutti ben oltre i dieci minuti) che mostrano cosa sono i Runaway Totem oggi. Un ensemble ancora voglioso di stupire, pronto a tuffarsi in labirinti sonori sperimentali, a creare tavolgenti vortici space-rock, a citare e a omaggiare Frank Zappa, a partire dalla musica orientale o africana per poi lanciarsi in coraggiose improvvisazioni che denotano grandissimo affiatamento tra i musicisti. A completare il tutto, le voci di Re-Tuz, alias Raffaello Regoli e di Soti San Antonella Bertini, entrambi pronti con le loro ugole e con le diplofonie di memoria stratosiana a rendere il viaggio dei Runaway Totem ancora più affascinante e sperimentale. Stiamo parlando di una band che oggi non ha eguali, che può essere influenzata anche da Magma, Zappa, Area e Ozric Tentacles, ma che in questo momento più che mai segue un percorso personalissimo, anzi davvero unico. Basterebbe seguire le lunghe galoppate strumentali in cui si cimenta Cahal De Betel alla chitarra per capire che qui si va oltre i generi, che la psichedelia, il progressive, i corrieri cosmici tedeschi e il jazz-rock si fondono e spingono lontano. Ma c'è tanto di più: c'è una sezione ritmica pronta a fare faville e a cambiare direzione di continuo; c'è la voglia di guardare avanti senza dimenticare il proprio passato e le radici di quanto proposto; c'è la consapevolezza di offrire allo spettatore (e all'ascoltatore) uno spettacolo musicale lontano da qualsiasi schema. E così, questo viaggio in zone sonore che non hanno confini, senza mete precise, ma stracolme di colori, di inventiva, di spiritualità, ci permette di vivere un'altra avventura ricca di emozioni targate Runaway Totem.

Peppe
dicembre 2015

Ultimo aggiornamento (Venerdì 08 Luglio 2016 10:28)