alt  Brani:
1-Dark; 2-Los pajaros; 3-East; 4-T feel; 5-Summerdreamer; 6-Pulse; 7-Sound of M; 8-River; 9-White room; 10-Sabbath bloody sabbath; 11-April; 12-Yagull; 13-Mosquita; 14-Distance; 15-Dark (reprise).
Formazione:

Sasha Markovic: guitars, bass, percussion, voice, keys; Lori Reddy: flute on 2, 6, 9, 14; Sonia Choi: cello on 1, 7, 14; Eylon Tushiner: sax on 3, 13; Josh Margolis: drums and keys on 14.

Produced by Sasha Markovic

2012, Moonjune Records - Durata totale: 56:16

Signore e signori, ecco a voi Sasha Markovic! Vi presentiamo questo musicista americano che con il suo progetto denominato Yagull ha realizzato per la Moonjune Records un album bellissimo, intitolato Films. Impegnato alle chitarre, al basso, alle percussioni, alla voce e alle tastiere e coadiuvato da altri musicisti pronti a dare il loro contributo con flauto, violoncello, sassofono e batteria, Sasha dà vita ad un album particolare, prevalentemente acustico e strumentale, in cui convivono romanticismo, sapori classici, avanguardia e venature dark. E Dark è anche il titolo del brano che apre questo primo album a nome Yagull. Si tratta di una composizione di circa quattro minuti che già ci offre una chiara direzione di dove si vuole muovere Markovic: violoncello e chitarra acustica creano un'atmosfera malinconica e allo stesso tempo rigorosa, in una minisinfonia che colpisce subito. Seguono una serie di tracce che proseguono grosso modo sulla stessa lunghezza d'onda, a volte avvicinandosi persino alla sensibilità di certi dischi di Steve Hackett o Anthony Phillips (vedi Los pajaros e Pulse, con magici intarsi tra chitarra e flauto), mantenendo però, rispetto a questi ultimi, tinte più fosche. Di tanto in tanto, si possono anche intravedere certe affinità con i progetti Shylock e Philharmonie del chitarrista francese Frédéric L'Epée.
Ne nasce un cd pieno di sorprese e di grande musica, con una sorta di brillantezza cameristica, con rarissimi interventi percussivi, tracce di minimalismo ed un'aria in generale trasognata, sospesa tra dolcezza, malinconia e austerità.
Da segnalare le cover di due veri e propri pezzi di storia del rock: White room dei Cream e Sabbath bloody sabbath dei Black Sabbath, in delle versioni che sono certo nessuno avrebbe mai lontanamente immaginato di ascoltare!
L'accoglienza per un disco del genere non può che essere enormemente positiva; Markovic ha fatto uno splendido lavoro e merita tutti gli elogi possibili.

Peppe
giugno 2013

Ultimo aggiornamento (Venerdì 07 Marzo 2014 14:45)