Siamo nel Turkmenistan, una delle repubbliche più remote dell’Unione Sovietica, nel bel mezzo dell’Asia centrale. Ed è proprio qui, in pieno regime comunista, che nel 1970 ha origine la storia del Gunesh Ensemble.
Inizialmente l'ensemble fa parte della compagnia della TV e Radio di Stato del Turkmenistan come gruppo vocale con il supporto di strumenti. Come tutti i gruppi sovietici di questo periodo è strettamente controllato  in modo da rispettare tutte i dettami rigidi della censura. Ogni band è costretta ad avere un direttore musicale che faccia da referente verso le autorità, controllandone la conformità alle disposizioni del partito; per i Gunesh tale direttore inizialmente è un membro del partito e grazie a lui il gruppo riesce ad avere tutto il necessario per suonare. La formazione e lo stile musicale iniziano a cambiare dal momento in cui cominciano ad entrare musicisti sempre più giovani. Tra questi c’è un certo Rishad Shafi, personaggio eccentrico e batterista dal talento immenso, che ne diventa membro durante il servizio militare. Passa qualche anno e Rishad, assieme al tastierista Oleg Korolev, recluta altre persone con gusti musicali simili e i Gunesh iniziano a suonare un jazz-rock fortemente intriso con la tradizione folk dell’Asia centrale. Shafi diventa il leader della band grazie al suo prorompente carisma, trascinandola lontana dai canoni tradizionali della scena musicale sovietica.

 

Rishad Shafi

 


Il gruppo, che è sempre in continua evoluzione, è tra i primi a fondere i principi dell'improvvisazione melodica dei mugam (che costituisce una delle tradizioni musicali più importanti dell'Azerbaigian. Si tratta di una musica sinfonica che si basa su differenti modi e scale musicali nelle quali si sviluppano le diverse relazioni tra le note e le scale.) con l'improvvisazione jazz. I Gunesh riescono così a sviluppare uno stile tutto loro con arrangiamenti molto particolareggiati, composizioni poliritimiche e tempi dispari. Arriviamo al 1977, quando prendono parte alla competizione della TV di Mosca With Song on Life, dove riscuotono molti apprezzamenti e vincono anche un premio. Durante il loro concerto, il tastierista Roman Rtshiladze dei VIA-75 vede e ascolta ciò che questi giovani musicisti stanno facendo e li suggerisce allo Spring Rythms Festival di Tiblisi nel 1980, ma le autorità musicali sono fortemente contrarie alla partecipazione del gruppo a questa manifestazione, per via del loro stile molto poco commerciale. E’ solo grazie alle ripetute insistenze di Roman che i Gunesh riescono ad arrivare nelle capitale della Georgia. Ed è proprio questo festival, dove il gruppo fa grande scalpore, che consacra definitivamente la band in tutta la nazione. La commissione organizzativa nomina Rishad Shafi il miglior batterista e Stanislav Morozov come migliore sassofonista.  Il diploma gli viene consegnato dal compositore Yuri Saulsky. I musicisti turkmeni condividono il secondo posto con Alexander Sitkovetsky degli Autograph da Mosca.

 



Questo stesso anno, grazie al loro successo nel festival riescono a pubblicare il loro primo album omonimo Gunesh, che esce  per l’etichetta di stato Melodiya. In realtà il disco è solo il lato B di un LP che nel lato A contiene un album degli Abba ed è composto da soli quattro pezzi di breve durata.  Di questi brani due sono una  reinterpretazione della stessa canzone, Devushka. Il gruppo attinge a piene mani dalla tradizione popolare e, seppur in un contesto di canzoni da una struttura abbastanza lineare e semplice, riesce a dimostrare tutto il suo talento reinterpretando tali canzoni con estrema originalità. Il risultato finale è un folk-beat davvero interessante, riletto in chiave fusion e psichedelica.

 

 

 

 

 


 


I Gunesh continuano la loro intensa attività live, dando nei concerti il meglio di sé. Nel 1981 vincono un premio nella competizione di tutte le repubbliche di Musica e Canzoni pop a Yerevan in Armenia.

 



Solo nel 1984 riescono ad accumulare i soldi necessari per fare uscire il loro  secondo album Look at the Earth, più in linea con lo stile del gruppo e pubblicato sempre dalla Melodiya. Il disco si può definire il loro capolavoro, i Gunesh si liberano di ogni remora e fanno un deciso passo in avanti rispetto all’esordio. Il gruppo ha ormai acquisito piena coscienza dei propri mezzi, abbandonando un approccio più tradizionale alla composizione. I pezzi sono molto sofisticati, un esempio unico di progressive, jazz rock, folk fusi alla perfezione. In questo contesto vengono reinterpretati la musica tradizionale caucasica, litanie mussulmane, folk vietnamita, ecc. Il tutto è possibile grazie a musicisti incredibili: la solita imponente sezione di fiati e ottoni guidati dal sax di Stanislav Morozov, musicisti che suonano strumenti tipici della tradizione turkmena, ma su tutti brilla il talento cristallino del batterista Rishad Shafi. Per la realizzazione dell’album l’ensemble comprende più di venti musicisti e il disco riscuote un discreto successo tra tutti gli appassionati di musica sovietici.




Sempre nel 1984 partecipano alla competizione internazione Asia Dausy di Alma Ata, poi sono presenti ai festival jazz di Donetsk nel 1987, di Ashkhabad del 1989 e di Orenburg del 1997. Inoltre sono ospiti d'onore al Golden Ortheus in Bulgaria e al Zielona Gora in Polonia.



 

Con l’arrivo della  Perestrojka e quindi con la caduta del regime viene meno anche il contratto con la tv di stato turkmena, unica fonte di reddito certa del gruppo. I Gunesh concentrano i loro sforzi sull’attività live, non curandosi  troppo del fatto di non poter pubblicare album, visto che il costo di registrazione è estremamente elevato, specialmente per una band lontana dalla musica più convenzionale. Intanto Stanislav Morozov assume il ruolo di direttore artistico della band, a riprova di una minore pressione da parte della censura e quindi della sempre maggior libertà artistica dell’ensemble.

Durante gli anni ’80 riescono ad andare in tour in tutte le nazioni dell'Europa orientale, Mongolia, Laos, Vietnam, Cina, Afghanistan, Turchia, Senegal, Mozambico, Guinea Bissau e Isole Capo Verde. I Gunesh raggiungono un successo tale che diventano come una sorta di quello che erano gli Earth, Wind & Fire per gli Stati Uniti o gli Irakere per Cuba.
 
 


Con gli anni ‘90 i Gunesh riducono sensibilmente le loro apparizioni e di pari passo i membri che compongono la band; la loro musica non interessa più le nuove generazioni, ma Rishad Shafi rimane ancora un personaggio. Il fatto che Rishad appaia nello show di Andron Konchalovsky La nostra vecchia capitale, dedicato all’ottocentocinquantesimo anniversario di Mosca, è una cosa alquanto naturale, non perché Shafi vive lì in questo momento, ma perché la gente in Russia ancora lo ama  e si ricorda dei Gunesh. Non meno memorabile è la reunion della band e la performance dell'ensemble al Zildjian Days a Mosca nel 1997. I musicisti dei Gunesh, per l'occasione, arrivano dalla Germania e Turkmenistan. Si tratta del sassofonista Stanislav Morozov, che vive in Germania, del chitarrista Mikhail Charyev, del percussionista Khakberdy Allamuradov, che ha suonato con monumenti della musica come Peter Gabriel e Billy Cobham, poi Chariyar Djumayevm Magomet Karsanov e Ashir Suyunov che suonano gli strumenti folk e Stepan Stepaniants alle tastiere. Il bassista Sergey Paramonov prende parte anche come ingegnere del suono. Nel 1999 e nel 2000 escono finalmente per la Boheme Music i cd Rishad Shafi presents Gunesh e 45° in a scado, che ripercorrono per intero tutta la carriera dei Gunesh. Nel primo ci sono composizioni del periodo 1980/1984, con  molte delle canzoni presenti nei primi due album (non tutte come spesso erroneamente si dice in giro) e tanti pezzi inediti. La qualità sonora è decisamente migliore rispetto all’originale. Vista l’estrema qualità e la facile reperibilità è certamente il disco d’avere per conoscere il periodo d’oro dei Gunesh.
 



Nel secondo sono presenti pezzi dal 1984 al 1990, periodo in cui il gruppo vira decisamente verso lidi più fusion abbandonando quasi definitivamente gli spunti etnici. Shafi prende saldamente in mano le redini del gruppo, dando vita ad una composizione più virtuosistica. In questo secondo disco l’ensemble è ridotto, in particolare la sezione degli ottoni e dei fiati che si riduce quasi esclusivamente al sassofono di Stanislav Morozov e la batteria di Shafi diventa il fulcro assoluto della musica. I 45 gradi del titolo stanno ad indicare sia l’estrema temperatura del deserto turkmeno sia il grado standard dell’alcool in Russia.



A fine anni  '90 e all'inizio del nuovo millennio la formazione è ormai composta dal solo Shafi e da Morozov, per ridursi poi al solo batterista quando il sassofonista si trasferisce definitivamente in Germania. Gli ultimi spettacoli a nome Gunesh avvengono nel 2009 con il solo drummer a portare avanti il nome della band. In questo stesso anno Rishad Shafi muore durante una partita di calcio tra celebrità.



Durante la vita dell'ensemble la formazione è cambiata un'infinità di volte. Circa 65 musicisti  hanno preso parte alla storia dei Gunesh. Nel suo periodo d'oro la line up era la seguente: Rishad Shafi (batteria e percussioni), Oleg Korolev (tastiere), Stepan Stepanyantz (tastiere) , Michail Loguntsov (chitarra, sitar), Vladimir Belousov (basso), Gasan Mamedov (violino), Vagif Rizayev (sassofono), Stanislav Morozov (flauto & sassofono alto), Yusif Aliyev (trombone), Alexander Stasyukevitch (tromba), Shamil Kurmanov (tromba), Rakhmed Abdurakhmanov (chitarra), Khajiriza Ezizov (voce), Berdy-Murad Berdiyev (voce), Ilyaz Redjepov (voce), Shamamed Byashimov  (dutar, synth, voce).
Purtroppo per noi, in circa 40 anni di vita, dei Gunesh ci rimangono solo un album e mezzo (difficilmente reperibili) e due raccolte, ma anche la leggenda di musicisti talentuosi che dalle remote steppe dell’Asia hanno avuto il coraggio avventurarsi lontano dai canoni della musica tradizionale, viaggiando con estrema originalità tra fusion, folk e rock progressivo.

 

Per l’occasione di questa retrospettiva ho avuto il grandissimo onore di intervistare Stanislav Morozov, sassofonista, direttore artistico e leader dei Gunesh assieme a Rishad Shafi. Stanislav ora vive in Germania, dove continua a suonare con la stessa passione di sempre. Ho avuto a che fare con una persona gentilissima e disponibilissima con la quale abbiamo ripercorso tutta la storia dei Gunesh.

 

 




- Ciao Stanislav, puoi dirci quando e come sei entrato nei Gunesh?


Sono entrato nel 1975. Gunesh esisteva dal 1970, ma erano molto poco conosciuti al di fuori del Turkmenistan. Conoscevo un musicista di un’altra band che era anche membro di Gunesh. E’ stato tramite lui che entrai a far parte di Gunesh. La cosa che mi impressionò maggiormente fu che avevano un attrezzatura molto buona, la paga era buona e non dovevo lavorare troppo. Inoltre non avevano molti concerti da fare, la loro base era la TV del Turkmenistan.

- So che durante il regime comunista ogni gruppo VIA doveva avere un direttore musicale. Eri tu il direttore musicale della band?


Ho assunto tale ruolo molto tardi. All’inizio il direttore musicale era un uomo designato dal partito. Questo permetteva al gruppo di ottenere quella buona attrezzatura.

- Il vostro primo album è stato pubblicato sul lato b di un album degli ABBA e contiene 4 canzoni di folk tradizionale. Eravate in qualche modo “obbligati” a suonare musica popolare?


No, non eravamo obbligati a suonare musica folk. Era quasi l’opposto. Era una nostra scelta, ma noi eravamo comunque obbligati a suonare la musica patriottica di partito che celebrava Lenin.

- Nell’album Rishad Shafi presents Gunesh, non ci sono tutte le canzoni dei primi due album. Come mai?

Questo album era semplicemente un misto di canzoni degli album precedenti. Una sorta di “Best of”. Non so perché non sono presente tutte le canzoni.

- Ho appreso con dispiacere che Rishad è morto il 4 novembre del 2009. Come è successo?

Ha avuto un infarto. Stava giocando in una squadra di calcio composta da tutte star della musica e ha avuto un attacco durante la partita. E’ morto sul campo.
La sua squadra di calcio ha giocato una volta in un “campionato del mondo” contro la nazionale cantanti italiana.

- Puoi raccontarci qualche ricordo di Rishad?

La prima impressione che si aveva di lui era sempre che fosse un italiano. Aveva tutti i tratti caratteriali del classico stereotipo italiano: temperamentale, emotivo, parlava molto a gesti, pieno di vita ed energia e con una grande passione per la musica. Si potrebbe quasi dire che amava più la musica che le donne.
La sua vita era la musica. Lui respirava, mangiava e beveva musica. Aveva sempre nuove idee e grandi piani. Sul palco era cosi energico e trascinante con la sua  musica che tutto il resto del mondo con tutti i suoi problemi non esisteva più. Per maggiori informazioni vi consiglio il sito www.rishad-shafi.ru, ma purtroppo è tutto in russo.

- Quali sono state le vostre fonti d’ispirazione negli anni 70?


Le maggiori fonti d’ispirazioni per noi furono Bill Chase, Blood Sweat and Tears, Chicago, Keith Emerson, Chick Corea e più tardi "Tower of Power".
Ma la nostra più grande inspirazione è stata Bill Chase.

- Malgrado i Gunesh abbiano avuto una frenetica attività live, non è stato pubblicato alcun album live. C’è la possibilità che ne verrà mai pubblicato uno?


Non abbiamo pubblicato molti album perché costava molto. Il primo album è stato economicamente possibile perché abbiamo vinto una competizione. Per il secondo album abbiamo dovuto aspettare di mettere da parte molti soldi. C’è voluto un anno e mezzo per risparmiare i soldi per quell’album. E’ molto improbabile che Gunesh pubblicherà mai un altro album. Questo per diversi motivi. Durante la Perestroika il gruppo doveva guadagnare da solo i soldi. Avremmo dovuto fare più concerti e lavorare più sodo che mai. Non ci sarebbe stato tempo per delle registrazioni. Nel periodo pre-Perestroika, il nostro lavoro in TV ci garantiva un guadagno regolare. Questo poi terminò e così anche molti dei nostri obiettivi e più o meno le nostre motivazioni. Inoltre il nostro stile di musica non affascinava il nuovo governo. Non ere politico e quindi di nessun interesse per il nuovo ordine. La nostra musica era un po’ troppo esoterica per le masse. Le masse, in Russia, cercavano maggiormente i nuovi stili musicali, piuttosto che la musica russa degli anni 70.
Non c’era molto mercato per il nostro stile speciale.

- Quando si sono sciolti i Gunesh?

Attraverso gli anni Gunesh ha costantemente cambiato formazione, che è diventata  sempre più piccola fino a ridursi solamente a due membri, Io e Rishad. Ovviamente, dopo la morte di Rishad nel 2009 e la mia immigrazione in Germania, Gunesh non esisterà più.
Poco prima della sua morte, comunque, Rishad fece alcuni concerti da solo sotto il nome Gunesh. Quindi teoricamente possiamo dire che le ultime apparizioni di Gunesh sono state nel 2009

- Sei ancora in contatto e suoni ancora con qualche membro dei Gunesh?


Ci stanno una coppia di vecchi membri dei Gunehs qui a Monaco e l’incontro qualche volta, ma non suoniamo assieme. Altrimenti gli altri contatti con gli altri membri sono via telefono. Senza Rishad, il cuore dei Gunesh è andato. Non c’è alcun motivo per suonare assieme.

- Qual’è la tua attività musicale oggigiorno?

Per diversi anni ormai sto suonando in un gruppo chiamato Pavel Sandorf Big Band (www.pavelsandorfbigband.de). Siamo la band per un programma televisivo molto popolare in Germania chiamato Fastnacht in Franken.
Siamo anche la band per un duo teatrale che ha molto successo, che gira tutta la Germania (www.heissmann-rassau.de - www.comoedie-fuerth.de
La  Pavel Sandorf Big Band suona anche con il cantante di questo duo (Volker Heissmann) in un programma televisivo chiamato Das ist Heissmann. Oltre a questo ho quattordici studenti a cui dare lezioni di musica. Non sono molti, ma sono contento di tutto ciò.

 

 

Francesco Inglima

maggio 2011

Ultimo aggiornamento (Mercoledì 18 Maggio 2011 18:00)