Stick Men e Osanna, Afragola, Afrakà Festival, 17/07/2010

 
Una delle date più interessanti nel cartellone dell’edizione 2010 del Festival Afrakà è sicuramente quella del 17 luglio, quando sul palco si esibiscono dapprima gli Stick Men e poi, a seguire, gli Osanna.

 
 
Gli Stick Men sono un trio proveniente dagli States e formato da Tony Levin, Michael Bernier e Pat Mastellotto; i primi due si esibiscono allo stick, Pat alla batteria. Inutile fare troppi giri di parole… La performance è assolutamente strepitosa! I musicisti sono dei maestri e risalta, durante lo show, la loro prodigiosa tecnica. In repertorio, brani dei King Crimson (Indiscipline e un’infuocata Red che raccoglie un’ovazione alla conclusione), composizioni loro tratte dal cd Soup, uscito quest’anno e un’interpretazione favolosa de L’uccello di fuoco di Stravinskij. Sul palco i tre si trovano a meraviglia, alternano momenti roventi, altri più sperimentali e di atmosfera ed ogni tanto si lanciano anche in qualche tentazione funky. Trascinanti ed esplosivi, gli Stick Men regalano uno spettacolo fatto di grande musica, mostrando un talento che può sembrare anche sovrumano.
 
 
Gli Osanna mantengono già da un paio di anni la stessa line-up, ormai rodata ed anche con un set più limitato, per circa un’ora di durata, regalano emozioni. Lino Vairetti si presenta sul palco col volto dipinto,  in costume da pulcinella nero e con due maschere tra le mani, sulle note e i suoni che aprivano il celebre album Palepoli, mentre alle sue spalle, su uno schermo, vengono trasmessi filmati d’epoca della band. L’attacco di Fuje a chistu paese è coinvolgente ed energico ed inizia una sequenza di brani suonati spesso senza soluzione di continuità, o anche in medley, con continue riprese. E’ il caso de L’uomo, che si trasforma nella Purple Haze di Jimi Hendrix e che sfocia in Ce vulesse. Con i nuovi arrangiamenti, anche la nuova veste assunta da Taka Boom appare molto interessante… E’ da ricordare che la “Prog Family” degli Osanna accoglie da un po’ anche nomi importanti… Per tutta la durata del concerto sul palco c’è il mito David Jackson, che con i suoi fiati mostra ancora l’energia e lo spirito di un ragazzino e regala grandi dialoghi strumentali col chitarrista Fabrizio Fedele, sempre rovente e preciso con la sua sei corde e ingranaggio fondamentale del gruppo attuale. Ma importante anche l’apporto di Sophya Baccini su diversi brani, specie sulla sempre meravigliosa ‘a zingara. Per non parlare di Gianni Leone, che raggiunge il gruppo nel finale e si conferma straordinario animale da palcoscenico.
 
Due concerti, da parte di queste vere e proprie leggende del progressive,  he soddisfano in pieno ,che fanno intrecciare passato, presente e futuro in una serata che sicuramente rimarrà impressa al pubblico (accorso in buon numero e partecipe con calore).
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ampia galleria fotografica della serata sulla pagina facebook del Rotters' Club, al seguente indirizzo:

 

Peppe

Luglio 2010

Ultimo aggiornamento (Mercoledì 18 Maggio 2011 14:54)