Ci si lamenta spesso della scarsa collaborazione in Italia tra gli addetti ai lavori del mondo del progressive, troppo impegnati a coltivare il proprio orticello per aiutarsi vicendevolmente, ma di tanto in tanto capita che l’unione di più forze porti alla realizzazione di alcune cosette interessanti. Recentemente è stato pubblicato un libretto dal titolo Racconti a 33 giri – 50 album per scoprire il rock progressivo italiano degli anni ’70, che ha visto la fattiva collaborazione del Centro Studi per il Progressive Italiano, del portale Movimenti Prog e della fanzine Wonderous Stories. I responsabili di queste realtà Riccardo Storti, Donato Zoppo e Paolo Carnelli, coadiuvati da alcuni fidati collaboratori e da ospiti d’eccezione quali Armando Gallo, Gianni Leone e Lino Vairetti, hanno realizzato questo volume di 68 pagine dedicato al prog italiano degli anni ’70, con formato e grafica che ripercorrono quelli di Wonderous Stories.

Dopo una doverosa introduzione, possiamo leggere i primi contributi: quello di Armando Gallo che ripercorre alcune tappe di quel magico periodo, anche se non dice nulla di nuovo, almeno per chi conosce già bene la musica che circolava in quegli anni, e quello di Gianni Leone, che, tra ricordi e considerazioni dell’ambiente frequentato nei seventies col Balletto di Bronzo, descrive uno spaccato d’epoca davvero interessante.

A questo punto c’è la sezione su cui si basa l’opera, ovvero cinquanta schede dedicate ad altrettanti album selezionati come i più rappresentativi del prog italiano. Difficile dare un giudizio preciso riguardo tale scelta, visto che queste valutazioni si basano su elementi preferenziali che variano da persona a persona e a seconda delle proprie esperienze. Chissà, forse persino gli autori, se dovessero riscegliere oggi i 50 dischi li cambierebbero… Fatto sta che se per la maggior parte dei lavori selezionati si può parlare di presenza inevitabile, sorprendono alcune scelte. Ritengo addirittura sciagurata l’esclusione di Per un amico della PFM, mentre mi lascia perplesso l’inclusione dei pur validissimi dischi di Città Frontale, Delirium, LeoNero e Tito Schipa jr., così come non mi convince affatto la presenza di tre dischi delle Orme ed uno solo degli Area… Dispiace, inoltre, non leggere di grandi lavori come quelli di Alusa Fallax, Apoteosi, Baricentro, Celeste, Cherry Five, Goblin, Murple, Nuova Idea e, su tutti, De De Lind. Ma, come detto, si tratta di considerazioni che lasciano il tempo che trovano e sicuramente qualsiasi fosse stato l’elenco degli album si sarebbe prestato a critiche e ai dibattiti più disparati riguardo quest’inclusione o quell’esclusione. Le schede sono fatte abbastanza bene: spesso i dischi sono ben descritti e, in più, vengono riportati anche commenti ed osservazioni degli stessi protagonisti. Interessanti, anche se non sempre condivisibili, i percorsi d’ascolto indicati alla fine di ogni scheda.

A conclusione del lavoro, segnaliamo un articolo sui festival tenutisi in Italia, avente soprattutto carattere d’archivio, un sentito ricordo di Lino Vairetti al grande Umberto Telesco, fotografo e autore di famose copertine, recentemente scomparso, schede bibliografiche e sitografiche, una paginetta in cui sono elencate le quotazioni dei vinili ed una breve biografia dei curatori. In conclusione, possiamo affermare che il volumetto in questione è destinato soprattutto a quelle persone che non hanno ancora grande dimestichezza con la storica scena progressiva italiana e può loro fornire interessanti informazioni su come avvicinarsi a tale musica, attraverso la descrizione di alcuni dei documenti più interessanti realizzati negli anni ’70 (un po’ sulla falsariga dei vari volumi della Giunti dedicati a diversi generi del rock). Anche se criticabili su alcune piccole cose, simili iniziative vanno supportate ed i giudizi non possono essere che positivi: ben vengano operazioni del genere e l’auspicio vero e proprio è che Racconti a 33 giri rappresenti solo il primo passo verso una collaborazione più ampia tra forze eccessivamente disperse che, magari, porti anche alla realizzazione di qualche progetto più grande, ambizioso e penetrante.

 

Peppe

novembre 2003

Ultimo aggiornamento (Lunedì 30 Agosto 2010 15:25)