THE ODYSSEY
"The greatest tale"

(MUSEA FGBG 4525.AR)

Tutto è iniziato con il Kalevala e i miti della Finlandia. Poi si è proseguito con i tributi al regista Sergio Leone. Visti i buoni riscontri, con tanto entusiasmo da parte dei gruppi partecipanti e il discreto appoggio della critica, quelli che possono tranquillamente essere denominati “Progetti Colossus” continuano prendendo spunto da una delle opere letterarie più famose di ogni epoca: L'Odissea. Effettivamente, i viaggi di Ulisse rappresentano un ottimo soggetto per le fantasiose ed epiche suite di rock progressivo e forse anche per questo motivo con il nuovo progetto il team finlandese ha voluto “esagerare”: ben nove le suite presenti, per un triplo cd che può rappresentare uno degli appuntamenti immancabili del 2005 del prog. Presenti, come sempre, gruppi provenienti da ogni parte del globo e così, ecco, in ordine di “apparizione”, i canadesi Nathan Mahl, gli argentini Nexus, gli statunitensi Glass Hammer, i francesi XII Alfonso, gli svedesi Simon Says, gli italiani C.A.P., i venezuelani Tempano, i francesi Minimum Vital e i brasiliani Aether. Un lotto senza dubbio interessante, con band che hanno fatto parlare non poco di sé negli anni recenti e che danno ampie garanzie in termini di qualità. E il risultato finale non lascia affatto delusi… Rispetto agli altri progetti, notiamo come in quest'occasione sia ridotta ai minimi termini la presenza di artisti italiani, solitamente preponderante. Ma un po' di Italia c'è nell'introduzione all'opera omerica da parte di Donato Zoppo e Marco Piva. Per il resto, come si suol dire, squadra che vince non si cambia e quindi abbiamo i “soliti nomi”: Stefano Scagni cura la copertina e le illustrazioni interne, Marco Bernard oltre all'organizzazione e al lavoro da produttore esecutivo ha realizzato un bel disegno visionabile all'interno del booklet, c'è la solita introduzione al progetto da parte di Raimo Eurasto, mentre Marco Olivotto si è occupato della masterizzazione ai suoi Sonica Studios. C'è poi il solito libretto ricco di informazioni sui gruppi partecipanti e sulle loro composizioni con tanto di riassunto di ogni capitolo.


CD1

Track A1 - NATHAN MAHL: Of longing, suitors, deities and quests
Tocca ai canadesi Nathan Mahl dare il via all'Odissea. La loro suite si dipana soprattutto attraverso le fantastiche tastiere del leader Guy LeBlanc, che con organo Hammond, clavinet e piano Rhodes ci porta subito indietro negli anni, quando Genesis, Yes e gruppi canterburiani ammaliavano con sonorità molto dense e calorose. Questa prima traccia dell'opera è interamente strumentale e parte con un'introduzione molto delicata, in cui è possibile ascoltare suoni flautistici e atmosferiche tastiere, ma dopo circa tre minuti ci si tuffa subito in un sound più dirompente e ritmato, che vede sempre i tasti d'avorio in primo piano. Un momento di calma verso la metà del brano, con piano e chitarra elettrica a incrociarsi in malinconiche melodie, precede una parte finale maestosa, con un andamento abbastanza altisonante, col quale, comunque, non si perde mai di vista il romanticismo. Inizio intrigante, non c'è che dire…
Come l'opera omerica, anche The Odyssey è suddiviso in 24 libri. La composizione dei Nathan Mahl va a riassumere i primi tre: nel primo, sull'Olimpo, la dea Atena si rivolge a Zeus, per spingerlo a far tornare Odisseo in patria, visto che si trova trattenuto nell'isola di Ogigia della ninfa Calipso per volere di Poseidone; nel secondo, Telemaco, figlio dell'eroe, prova a spingere gli uomini di Itaca a ribellarsi contro i Proci, il cui capo Antinoo ricorda la promessa di Penelope, moglie di Odisseo, che sceglierà un nuovo sposo nel momento in cui smetterà di tessere una tela (che in realtà viene sfilata ogni notte); nel terzo, Telemaco, dopo essere stato aiutato da Atena a partire di nascosto con una nave, giunge a Pilo, dove il re Nestore gli racconta le gesta degli eroi greci nella guerra di Troia e la loro partenza per il ritorno a casa (ma nulla sa dirgli del padre), per poi consigliagli di recarsi a Sparta e chiedere ulteriori informazioni a Menelao.

Track A2 - NEXUS: El regreso
Ed ecco il piatto forte dell'album. La suite dei Nexus è una gioia per le orecchie di qualsiasi amante di rock sinfonico. Gli argentini avevano già entusiasmato con due album in studio particolarmente gagliardi e possiamo tranquillamente dire che riescono, cosa non facile, a mantenere gli elevatissimi standard che avevano raggiunto con lo splendido Metanoia. Chi aveva paura che l'abbandono da parte della bravissima vocalist Mariela Gonzalez avrebbe influenzato in maniera negativa il cammino della band, può tranquillamente far cadere i propri dubbi. E ciò conferma come la mente principale della band sia quel Lalo Hubner che può essere considerato compositore sopraffino e straordinario esecutore di una musica che riesce ad unire bene elementi genesisiani e emersoniani. Il che lo rende anche uno dei migliori tastieristi in circolazione, degnissimo erede dei keyboards-wizards degli anni '70. Difficile restare indifferenti al magnifico tema creato all'inizio della suite, che presenta una partenza molto in stile ELP con suoni maestosi e classicheggianti. Quando i ritmi rallentano viene maggiormente a galla l'influenza dei Genesis e la vena melodica del rock progressivo italiano. E nel momento in cui, verso i sette minuti, entra il cantato del nuovo membro Lito Marcello (scelta indovinata: timbro caldo e giusta estensione), si evidenzia l'animo latino del gruppo, che vira verso un sound lento e raffinato. Ma le capacità dei musicisti portano anche ad accelerazioni improvvise e ai più classici cambi di tempo e di atmosfera che tanto fanno amare questo tipo di prog. E nessuno tende a strafare: dopo i dieci minuti, il breve assolo del chitarrista Carlos Lucena, si alterna con un bell'intermezzo tastieristico prima della ripresa delle suadenti melodie vocali. Quando siamo a metà brano, poi, ecco emergere suoni elettroacustici che donano un che di fiabesco, prima di un ritorno a timbriche più à la Emerson. Ancora un lungo passaggio strumentale ci fa apprezzare sia le doti dei musicisti che una qualità d'insieme nettamente al di sopra della media. La ripresa del tema iniziale ed un'altra parte cantata sono il preludio ad un finale in cui si punta maggiormente sull'atmosfera, andando a sfiorare una sorta di new-age sinfonica molto accattivante. Tutto molto bello; ai Nexus la palma dei migliori!
I Nexus si occupano dei libri quattro e cinque. Telemaco è accolto da Menelao e dalla sua moglie Elena con i racconti delle gesta eroiche di Odisseo a Troia; nel frattempo, Antinoo organizza con i Proci un agguato sulla via del ritorno di Telemaco. La scena ritorna poi sull'Olimpo, dove Zeus decide di inviare Ermes da Calipso, la quale è spinta a rilasciare Odisseo, che costruisce una zattera e si imbarca. Ma Poseidone si accorge della cosa e scatena una tempesta, dalla quale Odisseo si salva grazie alla cintura della dea Leucotea e finisce col naufragare presso l'isola di Scheria, terra dei Feaci.

Track A3 - GLASS HAMMER: At the court of Alkinoos
Un altro pezzo forte dell'Odissea è sicuramente la suite dei Glass Hammer. Tanta classe per questi statunitensi che da oltre un decennio offrono un rock sinfonico davvero con i fiocchi. At the court of Alkinoos è aperta da magici momenti in cui piano e female vocals regalano un senso di delicatezza abbinato ad un pizzico di malinconia. Dopo tre minuti la composizione esplode in combinazioni stupende e suggestive, con ottimi intrecci strumentali dal sapore classicheggianti e ritmi avvincenti guidati dalle pulsazioni di un basso trascinante. E si prosegue così, fino a superare i venti minuti tra barocchismi, raffinatezze continue, alternanza del cantato maschile e femminile con armonie vocali molto belle e tentazioni genesisiane trattate, come sempre, con tanto buon gusto. Quando si parla di tripudi tastieristici-sinfonici, ancorati nel passato, ma eseguiti con passione e senza cadere nel manierismo più scontato, i Glass Hammer della coppia di keyboardists Schendel-Babb sono una garanzia…
Nel sesto libro, Odisseo si sveglia e incontra Nausicaa, che lo invita a seguirla in città dal padre Alcinoo, re dei Feaci. Nel settimo, l'eroe racconta la sua navigazione e il conseguente naufragio al re e alla regina, i quali promettono di aiutarlo nel suo ritorno ad Itaca. Nell'ottavo, il bardo Demodoco canta della guerra di Troia, ma è interrotto da Odisseo, che poi partecipa ai giochi atletici vincendo ogni gara. Nel banchetto serale Demodoco ricomincia a declamare le gesta degli eroi di guerra e, quando racconta del cavallo di Troia, Odisseo si commuove e Alcinoo gli chiede chi sia in realtà.

CD2

B1 - XII ALFONSO: From Ismarus to the land of Death
Il secondo dischetto è aperto da un'altra composizione strumentale e i XII Alfonso danno il loro contributo all'opera con una suite di tutto rispetto che mescola un po' vecchio e nuovo. Le basi, come sempre, vanno ricercate tra i grandi degli anni '70 e così strutture e suoni cari a Camel, Genesis, Yes non mancano di certo, con la annessa vena romantica molto accattivante. Così come non potevano non essere presenti caratteristiche tipicamente transalpine che traspaiono attraverso melodie semplici, ma ricche di charme e temi abbastanza vivaci e gioiosi. L'organo Hammond, il moog, i timbri latimeriani delle chitarre non lasciano certo indifferenti. Ma il gruppo francese osa anche qualcosa in più: qualche parte in cui si avvertono sonorità elettroniche che pure non stonano affatto nel contesto e nello sviluppo della suite. L'introduzione sacrale, la grande attenzione anche agli elementi ritmico-percussivi, qualche ingrediente etnico, la cura del suono sono altre importanti peculiarità di un brano studiato nei minimi particolari.
Apertura del secondo cd e libri da nove a undici per il gruppo francese. La storia di Odisseo continua con il suo racconto ad Alcinoo, di come sia sfuggito agli attacchi dei Ciconi, delle sue avventure nella terra dei Ciclopi, dove, prigioniero di Polifemo riesce a fuggire giocando d'astuzia, dell'incontro con i giganteschi Lestrigoni, di come, con l'unica nave rimasta, raggiunge con i suoi compagni l'isola della maga Circe. Quest'ultima, innamorata di lui, lo trattiene per un anno e dopo aver saputo del suo desiderio di tornare ad Itaca, lo manda prima agli Inferi; qui, Odisseo incontra Tiresia, che gli rivela il motivo dell'ira di Poseidone nei suoi confronti e di quanto sarà duro il ritorno in patria. Nella terra dei morti, incontra anche la madre, Achille e altri eroi.

B2 - SIMON SAYS: Minds of mortal men
Ed ecco un'altra band che vede i Genesis tra i suoi numi tutelari. Il quintetto svedese si esibisce in una proposta che ha le sue radici saldamente collegate a lavori del calibro di A trick of a tail e Wind & wuthering (ma è avvertibile anche qualche reminiscenza di new-prog marillioniano). Perciò, gli oltre venticinque minuti di Minds of mortal men sono un continuo esaltarsi di raffinatezze tastieristiche, guitar-playing à la Hackett, atmosfere incantate, sconvolgimenti ritmici… Il tutto con la giusta percentuale di teatralità che non guasta mai. Il sound passatista non scade mai nel kitsch, le note scorrono via con naturalezza e l'ampio respiro della forma suite fa venir fuori l'animo caldo del gruppo, da non considerare un mero clone, visto che i musicisti offrono anche sprazzi di aggressività che possono ricordare alcuni nomi importanti della scena hard-prog svedese dei seventies.
Nel dodicesimo libro, Odisseo continua il suo racconto ricordando del ritorno da Circe e del suo incredibile incontro con le Sirene dal canto irresistibile e ammaliante. Poi narra del viaggio attraverso Scilla e Cariddi, di come abbia affrontato il mostro a sei teste e di come sia sbarcato in Trinacria, prima di giungere all'isola di Ogigia. Terminato il racconto, nel libro tredici Odisseo è riportato a Itaca dai Feaci. Giunto nella sua amata isola, la dea Atena lo trasforma in un vecchio mendicante per non farlo riconoscere e gli consiglia di recarsi dal porcaio Eumeo.

Track B3 - C.A.P.: Sulle ali del sogno E viene il turno degli italiani C.A.P. che danno il via alla loro suite con una musica medievaleggiante e teatrale (flauti e chitarra acustica in evidenza) e voci recitate a declamare la parte iniziale del testo. Dopo quasi due minuti si mantiene questa atmosfera antica, ma alla recitazione subentrano dolci armonie vocali ed il sound comincia pian piano ad indirizzarsi verso il progressive italiano dei seventies più classico, con melodie in stile Orme e romanticismo à la Banco del Mutuo Soccorso. E si prosegue su questa scia, con accelerazioni e rallentamenti che guidano la suite verso momenti più ariosi; non mancano cambiamenti d'umore, anche se si avverte in maniera prevalente una vena drammatica e malinconica di fondo. Sono soprattutto le tastiere (grande uso di Hammond, mellotron e minimoog) di Maurizio Venegoni ed il piano di Giovanni Di Biase a dettare i temi principali e a dirigere la suite verso le sue componenti più emozionali. Da segnalare, poi, che le parti cantate sono suddivise tra più vocalist che vanno praticamente ad interpretare vari personaggi dell'Odissea. In definitiva, si tratta di una suite molto bella, che, similmente ai connazionali dei C.A.P. degli anni '70, prova ad unire, con personalità, un'inclinazione mediterranea alle influenze più rappresentative del progressive d'Oltremanica e della musica classica. Riuscendo ad ottenere un risultato di ottima qualità…
Altri tre libri. In questi, dapprima Eumeo ospita Odisseo (che non rivela la sua vera identità) raccontandogli delle prepotenze dei Proci e della fedeltà di Penelope. Poi gli racconta la storia della sua vita, mentre a Sparta Atena suggerisce a Telemaco di tornare a casa, spiegandogli come evitare le trappole preparate dai Proci. Infine, lo stesso Telemaco si reca da Eumeo (che va da Penelope per annunciarle il ritorno del figlio), dove incontra il padre che riassume le sue sembianze naturali. I due meditano vendetta contro i Proci.

CD3

Track C1 - TEMPANO: Chapter VII
E veniamo al terzo cd, che comincia con un altro dei punti fondamentali dell'album. I venezuelani Tempano offrono un ottima prova, caratterizzata da classe, esperienza e fantasia. I primi minuti sono molto misteriosi, con un atmosfera inquieta e dissonanze varie che sfociano, verso il secondo minuto, in un tema di solo piano che mantiene quest'alone oscuro. Ma è questione di poco: immediatamente ci si tuffa in un rock sinfonico molto classico, con le tastiere di Giuglio Cesare Della Noce in evidenza. Non c'è un attimo di tregua… Subentra la chitarra, poi di nuovo le tastiere… E via, con un momento molto delicato, in cui si ritorna alle tensioni iniziali e in cui soffia una forte malinconia. Il cantato accentua ulteriormente queste sensazioni e precede una stupenda parte in cui si impone un new-prog melodico attraverso il quale si uniscono influenze riconducibili a Genesis e Pink Floyd. Si arriva ai dieci minuti con un pizzico di nervosismo ed asprezze prontamente attenuate da intervalli in cui regna sovrano l'organo oppure il moog. Altro cambio d'umore a metà brano, con intenti classicheggianti che vedono il piano protagonista. Suoni che imitano il mellotron riportano alla tradizione passata del prog e precedono una parte quasi dark in cui sono ravvisabili sonorità che mi ricordano non poco i francesi Arachnoid. Il finale elettroacustico, simile ad una raffinata ballad, chiude una suite che è ricchissima di variazioni, di idee, di citazioni, di emozioni… Eppure non risulta slegata, non ha l'aspetto, come spesso accade in composizioni del genere, di un “copia-incolla” con poco senso, contenente forzature, non sembra un puzzle fatto di pezzi che si incastrano tra loro con molta fatica, non è una clonazione di vecchie glorie. I Tempano sanno davvero il fatto loro e sono riusciti a creare, partendo da lontano e dalla loro esperienza, qualcosa di appassionante che unisce nel migliore dei modi forma e sostanza.
In questi tre libri, continuano le avventure di Odisseo, nuovamente in incognito, in patria. Solo il suo fedele cane Argo lo riconosce. Dopo un incontro di pugilato vinto contro il mendicante Iro, l'eroe ha la possibilità di colloquiare con Penelope, che ignara della sua identità e lo manda dalla vecchia nutrice Euriclea. Mentre questa gli lava i piedi si rende conto di chi ha di fronte, ma Odisseo la costringe al silenzio.

Track C2 - MINIMUM VITAL: Etranger en sa demeure
Protagonisti della rinascita francese del progressive, tra gli anni '80 e i '90, i Minimum Vital presentano per The Odyssey una suite in cui risaltano al meglio tutte le loro caratteristiche e qualità mostrate in quasi venti anni di carriera. Elementi distintivi di una musica coinvolgente e gioiosa, nella quale si ravvisa una base progressive che si rifà in qualche modo al rock sinfonico degli anni '70, ma rielaborata alla grande, coniugandola con motivi dal sapore medievale, con melodie dal gusto latino, con ricami jazz, con il folk e la tradizione popolare delle proprie terre. In oltre ventitre minuti Jean Luc e Thierry Payssan regalano delizie per le orecchie, facendo incrociare magnificamente chitarre e tastiere e creando quel sound particolarmente distintivo che è il marchio di fabbrica dei Minimum Vital. Semplicemente una conferma; ma per un gruppo di tale caratura non è affatto poco!
Nel ventesimo canto Odisseo riceve dei presagi da Zeus; nel ventunesimo, invece, è narrata l'epica sfida con l'arco. Penelope, infatti, aveva promesso la sua mano a chi, con l'arco di Odisseo, avrebbe fatto passare una freccia attraverso gli anelli di dodici scudi. Nessuno dei Proci riesce nell'intento e, con loro sorpresa, è proprio Odisseo a vincere la gara. Intanto Telemaco comincia a impugnare la spada…

Track C3 - AETHER: Chapter IX
L'ultima suite di The Odyssey è affidata ai brasiliani Aether, che offrono una bella prova in cui si avvertono le molteplici influenze che vanno a caratterizzare il progressive sudamericano. Anche qui l'intelaiatura è prettamente romantica e sono chiaramente percepibili le sonorità genesisiane. Non poteva non emergere anche l'animo latino del gruppo con melodie gradevoli e rimandi al più classico prog italiano di PFM e Orme. Per oltre venti minuti la composizione si muove in maniera molto lineare, senza asperità, senza bruschi cambiamenti di rotta e i passaggi strumentali delineano incantevoli scenari, alternando parti solenni e momenti malinconici, fino a giungere al finale dal sapore orchestrale con toni epico-classicheggianti.
Ci si avvia alla conclusione… Nel ventiduesimo libro la vendetta è compiuta: tutti i Proci periscono e le ancelle che avevano condiviso i loro letti sono impiccate. Nel ventitreesimo avviene il ricongiungimento tra Odisseo e Penelope, Infine, il ventiquattresimo porta a termine l'opera, narrando l'incontro di Odisseo col padre, il tentativo di rivolta degli itachesi guidati dal padre di Alcinoo e il ripristino della pace, aiutato anche dall'intervento di Atena

Peppe
Luglio 2005

Ultimo aggiornamento (Martedì 24 Novembre 2009 18:22)