Brani:

1-Mésopotamie; 2-Qui est-il qui parle ainsi?; 3-Reprise Mésopotamie; 4-Agréments parfaitement bleus (III); 5-Agréments parfaitement bleus (épilogue); 6-Alpha de Centaure; 7-Venise; 8-Transparences; 9-Tintamarre; 10-Ephémère (à M.C.); 11-Forfanterie; 12-Printemps noir (final)

Formazione:

Jean Lapogue: guitare (compositions); Christian Paboeuf: hautbois, flutes à bec; Pierre Aubert: violon; Denis Lefranc: basse électrique, basse à pistons; Daniel Renault: batterie, violon; Pascal Leberre: clarinette, saxophones; Francis Michaud: flute traversière, saxophone; Claude Lapouge: trombone; Jacques Nobili: trombone; Denis Viollet: violoncelle; Guy Bodet: trombette; Michel Bossler: batterie

Producteurs executifs: Bernard Gueffier, Francio Grosse et Alain Robert pour Musea
Anno: 2000, Musea - Durata: 67:58

Una strumentazione ricchissima ed un suono opulento in cui si incontrano rock, jazz, scuola di Canterbury e echi crimsoniani. Non male, eh? In effetti, la musica dei Noëtra è davvero particolare ed ha tutte le potenzialità per far gioire chi dal prog si aspetta creatività, personalità ed emozione. Non che questi ingegnosi musicisti francesi abbiano inventato qualcosa di nuovo, ma la gustosità della loro proposta e l'acuta raffinatezza con cui essa viene eseguita denotano un temperamento particolare che fa pendere la bilancia a loro favore. Fiati e archi vanno, infatti, magnificamente a interagire con la chitarra mai invadente, eppure fondamentale, del leader Jean Lapouge, su ritmi che agilmente e naturalmente viaggiano dal rock al jazz e viceversa (in alcune occasioni sembra addirittura di essere di fronte ad una anticipazione dei canadesi Miriodor). Définitivement bleus raccoglie dodici magiche composizioni strumentali, registrate tra il 1978 e il 1982, dalle durate molto variabili e con il comune denominatore rappresentato da una qualità estremamente elevata. Inutile descrivere ogni brano: basti dire che non solo si evitano cadute di tono, ma mancano praticamente punti deboli. L'album si può quindi definire bellissimo, nelle sue pennellate elettroacustiche e nell'abilità strumentale ed esecutiva dei dodici musicisti coinvolti. Quasi assurdo che abbia visto la luce solo nel 2000…

Peppe
Marzo 2005