alt Brani:
1-Mechanism; 2-Bye bye blues; 3-Marylin's escapade; 4-Lucilla; 5-Sudden voyage; 6-Big brother calling; 7-Mercury in retrograde; 8-Silent assesment; 9-Budjanaji; 10-Front porch pine
Formazione:
Beledo: electric guitar, acoustic guitar (4, 9), violin (1), Fender Rhodes (1), Mini Moog (2), acoustic piano (3), accordion (3), fretless bass guitar (4), vocals (9); Lincoln Goines: bass guitar (1, 2, 3, 5, 6, 7); Gary Husband: drums (1, 2, 3, 5, 6, 7); Tony Steele: bass guitar (5, 10); Doron Lev: drums (5, 10), percussion (9); Endang Ramdan: lead kendang percussion (4, 9); Cucu Kurnia: kendang percission (4, 9); Dewa Budjana: electric guitar (9); Rudy Zulkarnaen: bass guitar (9).
2016, Moonjune Records - durata totale: 55:35

Con questo disco facciamo la conoscenza del talentuoso chitarrista uruguaiano, trapiantato a New York, Beledo, impegnato anche a suonare numerosi altri strumenti. E' un artista non di primo pelo, che ha un curriculum nel quale vanta collaborazioni con numerosi nomi importanti del jazz. Non sorprende quindi, che in Dreamland mechanism sia accompagnato da uno stuolo di musicisti di primissimo ordine, dai jazzisti Lincoln Goines e Gary Husband al chitarrista indonesiano Dewa Budjana, che abbiamo imparato ad apprezzare non poco negli ultimi anni.
L'album è molto bello; suonato e arrangiato alla grande è orientato principalmente verso un jazz-rock vibrante, come dimostrano subito le tracce poste in apertura, dapprima Mechanism, che fa sentire la presenza non troppo lontana della Mahavishnu Orchestra, col violino in evidenza, poi con la fusion di Bye bye blues. La vena jazzistica prosegue con l'eleganza di Marylin's escapade, che fa sentire il tocco sudamericano (complice anche l'utilizzo della fisarmonica) e ricorda un po' Rodolfo Alchourron. Poi si va incontro alla vivacità acustica di Lucilla e al jazz-rock chitarristico, suonato in trio, di Sudden voyage, Big Brother calling, Mercury in retrogade e Silent assessment, tutti brani che sicuramente devono qualcosa ad Allan Holdsworth. Budjanaji è la composizione più particolare dell'album, con la partecipazione di Dewa Budjana e di musicisti impegnati alle percussioni indonesiane kendang. In cinque minuti di suoni prevalentemente acustici si avvertono umori metheniani misti ad un'esotica atmosfera orientale. Si ritorna al power-trio e alla fusion con Front porch pine, che porta alla conclusione un lavoro di alta qualità, molto vivace e che nel suo ambito fondamentalmente non presenta punti deboli.

Peppe
settembre 2016

Ultimo aggiornamento (Sabato 12 Novembre 2016 11:26)