alt Brani:
1-The silk road; 2-Time spiral; 3-Sky and sea; 4-The infinite room.
Formazione:

Alex Carpani: piano, Hammond, mellotron, moog, orchestration, lead vocals; David Jackson: tenro, alto and soprano saxes, various flutes; Ettore Salati: electric, acoustic, double-neck and 12 strings guitars, bouzouki, balalaika; GB Giorgi: 5 string electric bass; Alessandro Di Caprio: drums; Joe Sal: additional vocals

2014, Festival Music - Durata totale: 54:29

Quello di Alex Carpani è un nome sempre più affermato nell'odierno panorama del progressive rock e non solo in Italia. Apprezzato dagli appassionati per il buon gusto con cui riporta ai nostri giorni il romanticismo e la "sinfonicità" di grandi del passato quali Emerson, Lake & Palmer e Genesis, questo abile tastierista e compositore è riuscito negli ultimi anni anche a trovare discreti spazi dal vivo (sia nel nostro paese che all'estero) e a collaborare con artisti affermati. A dimostrazione di ciò, in questo nuovo album, è da segnalare la presenza di un colosso quale David Jackson, che con il suo armamentario di fiati riesce a suggerire intriganti nuove strade al sound sinfonico della musica di Alex.
4 destinies è incentrato su quattro composizioni di lungo respiro, articolate tra i tredici e i quattordici minuti. The silk road apre il cd indicando immediatamentei percorsi che intende intraprendere il musicista, che fa volare subito le sue tastiere rievocando il grande Keith Emerson. Quest'orientamento classicheggiante trova comunque colori variegati per merito degli interventi del sax che inevitabilmente riportano alla mente i Van der Graaf Generator, ma anche la chitarra di Ettore Salati si ritaglia buoni spazi. Curioso il fatto che il testo, come anche i successivi, alterni l'inglese e l'italiano. Le altre tracce seguono la stessa falsariga della prima, con ampi spazi dove gli strumenti possono intrecciarsi con felici fusioni timbriche o spingersi in situazioni solistiche abili e di effetto, grazie al talento dei musicisti. Sky and sea forse resta il picco del cd, con i suoi fraseggi melodici e raffinati alternati a slanci energici e spinte propulsive decisamente coinvolgenti. Il lavoro, così, scorre via in una maniera che è formalmente ineccepibile che vede forse la sua unica, piccola, pecca in alcuni momenti delle parti cantate, che si accolla lo stesso Carpani, ma che non sempre convincono in pieno. Al di là di questo particolare 4 destinies è un disco di gran classe, suonato magnificamente e che ha tutte le carte in regola per farsi amare dall'ampia fascia di progster che venerano il rock sinfonico.

Peppe
ottobre 2014

Ultimo aggiornamento (Domenica 11 Gennaio 2015 13:49)