Brani:
1-Soleil noir; 2-L'arche des mutations; 3-Sur les traces du Vieux Roy; 4-La roue; 5-Le festin du Lion Vert; 6-Massa Confusa; 7-Le grand secret; 8-Vol du Phenix; bonus tracks: 9-Armageddon; 10-Robots dans le formol; 11-Chtonos
Formazione:
Pierrick Le Bras: guitar, keyboards, vocals; Michel Munier: bass; Philippe Bersan (except 9-11): vocals, keyboards, percussions; Alain Evrard: percussions and keyboards; Patrick Renard: drums (10-11)
Anno: 1977. Ristampa 1998, Soleil Zeuhl - Durata: 50:50

Terrificante! Semplicemente terrificante! Non nel senso dispregiativo del termine, ma proprio per la componente emozionale. L'unico disco degli Archaïa terrorizza per le sue soluzioni “nere”, per quella chitarra straniante, per quelle ritmiche ossessive che confondono, colpiscono, fanno male. Basta poco per rendercene conto, basta l'incipit Soleil noir, con quella lenta introduzione tenebrosa, scandita dal canto dei gabbiani, quasi da colonna sonora di film horror, e col prosieguo di dark-prog onirico e inquietante. Basso zeuhl, una ricerca timbrica che mescola esperienze passate e suoni moderni, riferimenti psichedelici e kraut-rock, elettronica in dosi misurate ed ecco servita una danza macabra, un rituale nero dal fascino arcano.
E' un jazz-rock lunatico e oscuro, molto oscuro, quello proposto dal trio transalpino e traccia dopo traccia le sensazioni di angoscia tipiche dello zeuhl ci assalgono in continuazione. Non si tratta di quell'ossessività tipica della maestosità dei Magma, ma di qualcosa di più indecifrabile, di qualcosa che si insinua nell'animo dell'ascoltatore e che pian piano fa crescere l'ansia (vedi in tal senso le sensazioni cupe trasmesse da L'arche des mutations, basata sui suoni spaziali-tastieristici). Senza dimenticare i cori assurdi che aprono Sur les traces du Vieux Roy, che diventa poi un originale space-rock con copyright made in Archaïa. E ancora: il jazz-rock nervoso eppure diretto di La roue; i contrasti assurdi di Le festin du Lion Vert, che sembrano quasi precursori di certa new-wave degli anni '80; gli ipnotici e sperimentali suoni di Massa Confusa (titolo azzecatissimo!); Le grand secret e le sue similitudini a Soleil noir; fino alla conclusiva Vol du Phenix, in cui chitarra e percussioni viaggiano liberamente per un effetto davvero particolarissimo.
La ristampa in cd della Soleil Zeuhl offre anche tre bonus tracks (una in studio e due dal vivo), che ben si inseriscono nel contesto e che non fanno perdere affatto omogeneità al lavoro.
Archaïa è da emozioni forti, Archaïa è bellissimo, Archaïa è a suo modo fondamentale e indispensabile.
Come diceva Oscar Wilde: “Questa tensione è insopportabile; speriamo che duri!”. E potremmo continuare con la letteratura… Avete mai letto Lovecraft? Ecco, le emozioni scaturenti dalle pagine dello scrittore di Providence possono essere assimilabili a quelle che ci assalgono ascoltando note degli Archaïa!

Peppe
Maggio 2007