Gli "albori"

Verso la metà degli anni '60 c'è stata una netta evoluzione del rock, che si allontanava sempre più dalle semplici e ormai scontate forme del rock 'n' roll degli esordi. Se negli USA questa situazione si evidenziava nella nascente psichedelia di Jefferson Airplaine, Grateful Dead e Velvet Underground, nel folk elettrico di Dylan e Byrds e nelle opere di Zappa, in Gran Bretagna il discorso è ben diverso.

Infatti, si privilegiò la ricerca dell'inserimento in ambito rock di forme e stili recuperati dal blues, dal folk e dalla musica classica. Il blues-rock bianco di Cream, John Mayall, Animals, Ten Years After, il folk-rock di Fairport Convention, Pentangle, Incredibile String Band, Steeley Span ottennero un notevole riscontro.

Ma tra il 1967 e il 1969 gruppi come Nice, Procol Harum e Moody Blues iniziarono ad inserire arie classicheggianti, proposizioni di brani di musica classica arrangiati in chiave rock e l'uso di intere orchestre nei loro album. I Nice, guidati dal funambolico tastierista Keith Emerson, si misero in luce con una manciata di album in cui ci furono i primi esperimenti di rileggere brani classici con una strumentazione rock: "The thoughts of Emerlist Davjack", "Ars longa vita brevis", "The Nice", "Five bridges" (con orchestra) e "Elegy" sono album in cui i Nice rielaborano brani di Mozart, Sibelius, Tchaikovsky, Bach affianco composizioni vicine a certo beat psichedelico di quel periodo. C'è qualche ingenuità, ma furono i primi ad esplorare simili territori.

Ad ottenere un successo strepitoso con un'iniziativa simile furono i Procol Harum che, grazie al singolo "A whiter shade of pale", brano basato sull'"Aria sulla quarta corda" di Bach, scalano le classifiche, trascinando gli album "Procol Harum", "Shine on brightly" e "A salty dog".

Tuttavia, il primo gruppo a realizzare un album che unisce rock e musica sinfonica fu quello dei Moody Blues nel 1967 con "Days of future passed", disco che avrà quindi una rilevanza storica fondamentale ma di cui non vanno dimenticati i meriti artistici. L'accompagnamento orchestrale è superbo, i brani, riuscitissimi, coniugano splendidamente il pop che si andava evolvendo e la musica classica, e si ritaglia uno spazio importante uno strumento che sarà molto utilizzato negli anni a seguire: il mellotron. Grazie a questi tre gruppi iniziarono, quindi, a sorgere le basi per quello che a breve divenne il "rock sinfonico o romantico" che dir si voglia.
Nello stesso periodo, il gruppo di punta del rock inglese, i Beatles, cominciò ad utilizzare particolari sperimentazioni nei suoi album, cercando soluzioni che andassero oltre lo scontato "beat" che li aveva resi celebri. " Revolver", "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" e "White Album" furono lavori particolarmente ricercati e divennero basilari per l'evoluzione della scena psichedelica inglese e per un rock più maturo. E a questo rock più ricercato, visionario e ricco di sperimentazione contribuirono gruppi emergenti come Pink Floyd e Soft Machine. Accomunate dal fatto di aver iniziato la loro carriera al mitico "UFO Club" londinese, queste due band si contraddistinguevano per le ardite sperimentazioni dei loro live shows.

I Pink Floyd, guidati da un personaggio di spicco quale Syd Barrett, genio e sregolatezza, ottennero una grande fama nell'underground della Swinging London per i loro concerti visionari. Da queste esperienze nascerà un album unico come "The piper at the gates of Dawn" che molti considerano il punto di riferimento della scena psichedelica inglese. Ma gli eccessi di Barrett porteranno l'artista ogni oltre limite psicofisico e il gruppo sarà costretto a proseguire senza la sua guida.

Gli album che seguiranno mostreranno ancora una grande voglia di sperimentazione e "A saucerful of secrets" e "Ummagumma" resteranno molto amati da chi predilige questo periodo dei Pink Floyd.

Similmente, si mettono in mostra i Soft Machine che con le personalità fortissime di Daevid Allen, Kevin Ayers, Mike Ratledge e Robert Wyatt danno vita a due album innovativi: "Soft Machine" e "Volume two". I cambiamenti di formazione indurranno poi la band ad esplorare territori più vicini al jazz rock già con il successivo "Third". Fu, quindi, in questo panorama fervido di grande musica che cominciò pian piano a svilupparsi quel filone oggi conosciuto come progressive rock.

Peppe

Giugno 2002

Ultimo aggiornamento (Lunedì 26 Ottobre 2009 14:27)