Brani:
1-The great unknown; 2-30 pieces; 3-King Oblivion; 4-A sky about to rain; 5-Every step I take; 6-Stardust and sand; 7-In for a ride; 8-Prince of the ocean
Formazione:
Peter Nordin: drums, cymbals, percussion, vibes; Anna Sofi Dahlberg: mellotron, organ, moog, Rhodes, cello, piano, voice; Nicklas Barker: voice, guitar, mellotron, moog, vibes; Jan Erik Liljeström: voice, bass. Special thanks to Gunnar Bergsten: flute
Prodotto da: Anekdoten
Anno: 2007, Virta - Durata: 45:01

Gli Anekdoten ormai li riconosci subito! Bastano poche note di una qualsiasi loro canzone, basta ascoltare la voce profonda di Jan Erik Liljeström, basta lasciarsi catturare da quei suoni opprimenti e da quelle atmosfere plumbee… Il quartetto svedese porta avanti il suo discorso dal 1993 quando esordì con Vemod, album che folgorò un po' tutti gli amanti del prog crimsoniano. Da allora i loro passi sono stati sempre decisi e lenti, la discografia non si è accresciuta in fretta, tant'è vero che dopo tutto questo tempo siamo giunti al quinto lavoro in studio (a ben quattro anni di distanza dal precedente), ma la band, pur variando qualcosina nel suo percorso, ha sempre mantenuto ed accresciuto un'identità forte. A time of day, dopo il discusso, ma pur sempre valido, Gravity, spinge gli Anekdoten su schemi fatti di un prog nordico, spesso agitato, con aperture melodiche a rischiarare in brevi momenti la tempesta sonora costante, che trasmette una certa inquietudine ed una certa malinconia. Non c'è più quell'assalto violento che ha caratterizzato gli esordi, ma un sound che pur mantenendo una certa durezza si è fatto più avvolgente, più immediato, ma senza abbandonare una certa complessità di base. A partire dalla copertina, fatta di ombre, di squarci di luce ben poco rassicuranti, di figure misteriose in una foresta con alti alberi, siamo catapultati subito nel mondo particolare di questa band, che, partita da una forte influenza derivante dal Re Cremisi, ha oggi sviluppato le sue idee mantenendo il modello di base, ma arricchendole di svariati piccoli particolari. Ci sono sempre quella chitarra nervosa, quel mellotron affascinante, quel violoncello elegante ed elegiaco, quei ritmi tesi che accompagnano la band fin dal debutto; a questi elementi, in A time of day, si aggiungono un flauto che si inserisce alla perfezione nel contesto, delle melodie forse più dirette, ma comunque intriganti, echi di post-rock meno accentuati rispetto al precedente cd, persino sprazzi che possono ricordare l'epopea canterburiana. In quest'album troviamo otto canzoni di non lunga durata, ma costruite sapientemente, in cui si avvertono l'esperienza e la maturità raggiunta dalla band, una produzione coi fiocchi ed una professionalità sempre più evidente. Un album in cui si è contenti di riconoscere subito gli Anekdoten!

Peppe
Dicembre 2007

Ultimo aggiornamento (Martedì 27 Ottobre 2009 10:53)