alt Brani:
1-Apple of my mind's eye 2; 2-Torture chamber of commerce; 3-Iron rice bowl has rusted; 4-Hydraulic fracas; 5-Tunnel at the end of the light; 6-Apple of my mind's eye 1; 7-Half remembered drowning dream; 8-Sleepwalking the dog; 9-Wanderland wonderlust; 10-Cat hair all over it; 11-MBBL; 12-All food comes from China.
Formazione:
Jon Davis: Chapman stick, guzheng, mellotron, ARP 2600; Dennis Rea: electric guitar, resonator guitar; Alicia DeJoie: electric violin; James DeJoie: baritone saxophone, flute, bass clarinet; Randy Doak: drums, percussion.
Special guest Daniel Barry: trumpet (11).
Produced by Jon Davis e Dennis Rea.

2016, Moonjune Records - durata totale: 54:40

Abbiamo già seguito diversi progetti del chitarrista americano Dennis Rea, che ritroviamo in questa nuova avventura denominata Zhongyu, parola cinese che vuol dire "Finalmente". In realtà si tratta di un lavoro che vede come mente principale Jon Davis, musicista poco conosciuto, ma attivo sulle scene già da parecchio tempo. I due anno in comune la passione per la Cina, luogo dove entrambi hanno anche vissuto per un po'. Rea aveva già realizzato un disco solista intitolato Views from Chichen Precipice molto influenzato da quell'esperienza ed inevitabilmente con gli Zhongyu il primo parallelismo è proprio questo. Nei dodici brani di "Zhongyu" is Chinese for "Finally", infatti, vengono fuori ancora una volta forti influenze orientali, tra melodie stravaganti e passaggi folk derivanti anche dall'utilizzo del guzheng, una cetra a 21 corde tipica della tradizione cinese. L'album comunque non si stalla su questa sola forma stilistica, visto che i musicisti coinvolti (tra i quali spiccano altri membri dei Moraine, la migliore delle creature di Rea) sono abili a spaziare tra riferimenti crimsoniani, cenni di avanguardia non troppo spinta e jazz-rock vibrante. Anche a livello ritmico, quindi, si alternano brani più compassati ad altri più tirati, ma quello che conta è il fluire costante di sonorità intriganti, lontane da cliché e banalità, ben costruite da musicisti che mostrano bene la loro abilità e la loro esperienza. A volte, attraverso gli avvicendamenti e gli incroci di sfuriate elettriche e sound acustico, sembra di essere non troppo lontani dai lidi dei Jade Warrior più lunatici o della Third Ear Band, ma si tratta di paragoni da prendere molto con le molle. Possiamo affermare che questa nuova entità denominata Zhongyu è un esperimento variopinto e riuscito, che ci fa conoscere un personaggio interessante come Davis e che rappresenta un altro tassello di valore nella discografia di Dennis Rea.

Peppe
dicembre 2016

Ultimo aggiornamento (Venerdì 14 Aprile 2017 13:05)