alt Brani:
CD 1
1-Killer on the train; 2-Buio Omega; 3-Aquaman; 4-Mad puppet (inc. bass solo); 5-Death dies; 6-Roller; 7-Doctor Frankenstein; 8-La chiesa; 9-Tenebre
CD 2
1-Goblin; 2-L'alba dei morti viventi; 3-Magic thriller; 4-Le cascate di Viridiana; 5-Connexion; 6-Witch; 7-Suspiria; 8-Zombi; 9-Profondo rosso
Formazione:
Agostino Marangolo: drums, percussion; Fabio Pignatelli: bass; Aidan Zammit: keyboards; Danilo Cherni: keyboards; Giacomo Anselmi: guitars and bouzouki.
2016, Black Widow - durata CD 1: 48:03; CD2: 59:38

Capire tutte le evoluzioni che la storica sigla Goblin ha avuto negli ultimi anni è diventato più complicato che seguire quelle dei New Trolls. Ci limitiamo in questa occasione a parlare della line-up che si sta muovendo con il nome di Goblin Rebirth e che è formata da Agostino Marangolo (batteria e percussioni), Fabio Pignatelli (basso), Adan Zammit (tastiere), Danilo Cherni (tastiere) e Gicomo Anselmi (chitarra).
Dopo un buon album in studio nel 2015, ritroviamo la band dopo un anno alle prese con la prova live. Si tratta di un doppio cd edito dalla Black Widow registrato al Crossroads di Roma il 22 ottobre del 2011, ben prima, quindi, dell'esordio discografico con il nuovo nome. La performance immortalata è sontuosa, raccoglie un gran numero di perle dei Goblin dagli anni '70 fino ad estratti dell'ottimo Nonhosonno. Ci ritroviamo, così, ad ascoltare una carrellata di pezzi davvero fantastici, che ci ricordano che i Goblin sono molto di più di "quelli della colonna sonora di Profondo rosso". L'impressionante scaletta è lì a testimoniarlo ed è facile immaginare la soddisfazione di chi ha assistito al concerto di fronte ad un simile spettacolo. Il suono è maestoso e sinfonico e ovviamente presenta forti tinte dark, caratteristica che da sempre accompagna le varie incarnazioni del gruppo. La grande pulizia sonora e le azzeccate scelte timbriche rendono ulteriormente merito a questi brani, che catturano all'istante e che fanno scorrere via i minuti con impressionante velocità. Alla fine sembra di ritrovarsi di fronte ad una sorta di antologico "best of", ma la professinalità dei musicisti, la perizia delle esecuzioni e proprio la qualità della musica proposta allontanano il tutto da qualsiasi sensazione di freddezza, anzi il feeling che ne scaturisce è enorme e la voglia di riascoltare nuovamente il disco non manca, anzi... Concludiamo ricordando che l'omonimo album a nome Goblin Rebirth è molto bello e contiente nuove composizioni che seguono alla perfezione lo stile più "classico" di questo nome storico del panorama prog italiano.

Peppe
settembre 2016

Ultimo aggiornamento (Sabato 12 Novembre 2016 11:22)