alt Brani:
1-The eye of Horus; 2-Still beautiful; 3-Riversides; 4-Yemin; 5-Legend (for Jeff Beck); 6-Tales; 7-Rose on water; 8-Flying spirits; 9-Serene; 10-Kismet; 11-JB Top (for Billy Gibbons).
Formazione:
Nicolas Meier: acoustic fretless and fretted nylon string and steel string guitars, glissentar, baglama, synth guitar and electric guitars; Vinnie Colaiuta: drums; Jimmy Haslip: bass.
Guests
Richard Jones: violin (1, 2, 5, 8, 10); Lizzie Ball: violin (7); Sally Jo: violin (3, 4); Gregor Carle: guitar (11).
Produced by Nicolas Meier.
2016, Favored Nations - durata totale: 58:41

Con un armamentario di chitarre acustiche (con ampio utilizzo di quella con corde di nylon) ed elettriche ed altri strumenti a corda particolari, quali glissentar, baglama e synth guitar, Nicolas Meier ci presenta il suo nuovo lavoro Infinity. In quest'avventura il musicista di origini svizzere è accompagnato da una sezione ritmica stellare, formata dal bassista Jimmy Haslip e dal batterista Vinnie Colaiuta; sono presenti, inoltre, ospiti al violino e alla chitarra. Visto il beneplacito della Favored Nations di Steve Vai e della Moonjune Records sarebbe lecito aspettarsi un jazz-rock infuocato ad elevatissimo tasso tecnico. Ci troviamo, invece, al cospetto di un lavoro molto equilibrato, che mostra sì le grandissime doti dei musicisti, ma nel quale siamo accompagnati da quasi un'ora di musica molto personale, dove sapori orientali e latini vanno ad unirsi al jazz e alle influenze che hanno formato Meier, soprattutto con la sua collaborazione con un altro mostro sacro, Jeff Beck.
La partenza, affidata a The eye of Horus, chiarisce subito le cose, poichè siamo di fronte ad un pezzo principalmente acustico, con le chitarre di Meier e i loro timbri stravaganti a dettare i temi principali, ma con interventi solisti di basso e violino che danno ulteriore colore ad un brano subito stuzzicante. Il solco è tracciato e nei brani successivi si tende a seguire questo indirizzo, con un occhio attento alla melodia e con i virtuosismi del trio sempre ben bilanciati e mai spinti verso l'autoindulgenza (Still beautiful, Riversides, Tales, Serene). Spicca, in particolare, un delicatissimo gioiellino di due minuti e quaranta secondi, intitolato Rose on water.
Pur mantenendo sempre dei timbri semiacustici, non mancano momenti più vicini a certa fusion, a partire da Legend, dedicata a Jeff Beck, e proseguendo con Flying spirits e JB Top, quest'ultima, elettrica e aggressiva, in omaggio a Billy Gibbons. Discorso a parte per Yemin e Kismet, dove sono particolarmente evidenti quelle sonorità esotiche legate all'Oriente cui facevamo cenno.
Di grande compattezza e ovviamente suonato alla grande, il disco è uno di quegli esempi in cui il talento è messo al servizio di composizioni agili e calde. Un prodotto di gran classe, insomma, sicuramente consigliato e non solo agli amanti di John McLaughlin e Joe Satriani.

Peppe
ottobre 2016

Ultimo aggiornamento (Sabato 12 Novembre 2016 11:09)