Brani:
1-In the cold white desert - The blue planet; 2-Senza parole - Satellite; 3-To gather - The green planet; 4-Eclectic rocks - Satellite; 5-Blackgrass II - The brown/red planet; 6-Vodka e limone - Satellite; 7-Weeping willow - The purple planet; 8-Robot madness - First meteor of chaos.
Bonus tracks
8-Danza esoterica di Datura (Il Tempio delle Clessidre 2010); 9-Notturna (Il Tempio delle Clessidre 2013)
Formazione:
Elisa Montaldo: keyboards, japanese electric taisho koto, organ, programming, acoustic autoharp, vocals, piano, ambient sounds, glock piano, Ipad Animoog improvisation, sound FX; Giacomo Castellano: programming, electric guitar, ukulele; Mattias Olsson: mellotrons, harmonium, baritone guitar, percussions, processed sound, orla, added madness; Karl Demata: acoustic guitar, dobro, baritone guitar, mandolin, programming; Marcello Chiaraluce and Matteo Nahum: strings arrangements.
2015, Black Widow Records - durata totale: 34:27

Nasce un po' per caso questo disco solista di Elisa Montaldo, abile tastierista che abbiamo conosciuto grazie al lavoro con il Tempio delle Clessidre. A fistful of planets, infatti, raccoglie una serie di tracce registrate in momenti diversi e luoghi diversi, con pochi, fidati, colleghi (tra cui Mattias Olsson, che ricordiamo per i suoi trascorsi con gli Anglagard e per mille altri progetti), che giocano più sulle sensazioni che non sulla tecnica. Si tratta, infatti, di piccoli tasselli di durata contenuta e abbastanza distanti dalla proposta del "gruppo madre". Vengono comunque a galla grandi qualità, che oltre a rendere godibilissimo l'album, mostrano tutte le potenzialità di Elisa, evidenziando caratteristiche già venute a galla con il Tempio, ma anche varie novità. Merito della ricercatezza sonora, di ottime capacità compositive, della ricchezza degli arrangiamenti e di un pizzico di follia che non guasta mai in questi casi.
Ma esaminiamo rapidamente i contenuti del cd. Apre In the cold white desert, un brano dall'atmosfera incantata, molto intrigante, con le tastiere che contemporaneamente creano uno sfondo ambient e disegnano temi melodici di indubbio fascino, prima di un'accelerazione finale più tirata. Si gioca ancora con le suggestioni sonore, più che con i virtuosismi, con la delicata Senza parole e con To gather, primo pezzo cantato, melodico, ma molto stravagante. Pianoforte, sferzate di chitarra elettrica, percussioni e programmazione ed ecco servito Eclectic rocks, uno dei pezzi forti, dal sound austero e un po' sinistro per due minuti e mezzo ad alta tensione. Più particolari Blackgrass II, in cui Elisa duetta con Karl Demata impegnato con chitarra acustica, dobro, baritone guitar e mandolino e Vodka e limone, in cui la "sfida" è con l'ukulele; ne vengono fuori due brani curiosi, caratterizzati da impasti elettroacustici che creano una sorta di futuristico mix tra world music e rock sinfonico. Weeping willow è una canzone molto delicata e sono piano e voce a guidare per poco più di tre minuti questa ballad malinconica, che ha anche un effetto classicheggiante con gli archi campionati. Robot madness è un altro breve tassello che con suoni sintetici ed effetti "noise" porta a termine l'album vero e proprio. A seguire però, come bonus tracks, sono inserite due composizioni del Tempio delle Clessidre, Danza esoterica di Datura e Notturna (anche se c'è un errore nella track-list e risultano invertite), che si inseriscono alla perfezione nel contesto e mostrano le brillanti doti di Elisa, alle prese con un progressive rock al contempo elettrizzante e raffinato, che tradisce volutamente il suo background classico.
Pur nella sua brevità e con l'aria intimista che si respira, il disco di Elisa riesce a mostrare un'artista di spessore, che ha molte frecce al proprio arco, vista la sua capacità di incantare attraverso il rock sinfonico, ma anche con soluzioni più legate all'ambient, alla melodia, alla forma canzone, alla sperimentazione sonora. Certo non scopriamo ora le sue capacità, ma questo primo esperimento solista ce la mostra in una nuova veste, dà sicuramente esiti positivi e getta basi interessanti su cui poter costruire un futuro alternativo e parallelo al Tempio delle Clessidre.

Peppe
settembre 2016

Ultimo aggiornamento (Sabato 12 Novembre 2016 10:43)