alt Brani:
1-Dove comincia il giorno; 2-A tensione costante; 3-Più lontano, più forte; 4-Niente, finalmente; 5-La coda dell'occhio; 6-Da nessun luogo; 7-Il verso che non trovo; 8-L'apparente allegria; 9-Cercalo in fondo agli occhi.
Formazione:
Fabio Anile: piano, synth, electronics; Michela Botti: vocals; Davide Guidoni: drums, percussions, gongs; Salvo Lazzara: 9 strings touch guitar, electric guitar, synth guitar, bass, arrangements and programming; Andrea Pavoni: piano, synth, bass, guitar, vocals, arrangements and programming; Luca Pietropaoli: trumpet, electronics; Alessandro Toniolo: flute, midi horns.
2015, Filibusta Records - durata totale: 55:06

Ancora belle sorprese dal progetto Pensiero Nomade di Salvo Lazzara, che continua a guardare avanti e a dare un senso di continuità alla sua musica pur distaccandosi dal precedente lavoro. Se, infatti, Imperfetta solitudine aveva un orientamento legato ad un jazz soffuso pronto ad aprirsi verso altri lidi, ecco che Da nessun luogo i confini stilistici si fanno molto più labili e si può delineare un indirizzo che fonde soluzioni ambient legate a David Sylvian, insegnamenti frippiani, un sound elettrico da atmosfera, echi di Peter Gabriel, cenni di minimalismo e dissonanze tutt'altro che estreme. Nonostante i numerosi riferimenti citati non siamo di fronte ad un pastiche senza capo nè coda, tutt'altro. L'album mostra grande coesione, inventiva e lascia una piacevolezza d'ascolto costante mentre scorrono i minuti. Il brano d'apertura si intitola Dove comincia il giorno e ci fa entrare in questo mondo sonoro accattivante, capace di farsi anche più diretto, ma non troppo, in alcuni dei pezzi cantati (molto bene) da Michela Botti e che con la loro eleganza sembrano un po' debitori delle migliori pagine di Alice (Più lontano, più forte e Niente, finalmente in particolare). Spicca, su tutto, la title-track, che in oltre tredici minuti sembra fondere un po' tutte le caratteristiche e le influenze descritte finora, con punti di forza da vedere nelle incantevoli soluzioni vocali, in un guitar-playing particolare, mai banale, che crea un'atmosfera magica e nelle tastiere che danno un tocco vagamente sinfonico. Non si può poi tacere del motore ritmico, dettato alla grande dal drumming di quella sicurezza che risponde al nome di Davide Guidoni. E quando poi emerge la commistione tra strumenti elettrici e a fiato ecco che il disco acquisisce ulteriore fascino. Da nessun luogo, inoltre, segna anche la collaborazione con Andrea Pavoni dei Greenwall, coautore della maggior parte delle composizioni e pronto a tuffarsi in questa nuova aventura adattando il suo talento alle tastiere al contesto. Non sbaglia un colpo, quindi, Lazzara e sforna il quinto disco ricco di ottima musica, che ci mostra un artista in continua evoluzione e pronto a sfoggiare una forte personalità.

Peppe
luglio 2016

Ultimo aggiornamento (Sabato 12 Novembre 2016 10:34)