alt Brani:
1-Don't leave your dinosaur at home; 2-Anche cotoletta; 3-Il nostro batterista ha un buco nella gamba; 4-Canguros de la ventana; 5-S.r.l.à; 6-No (); 7-/°\\°//°\\°//°\\°/; 8-What a (tetra)pack; 9-Un duettrè qqua; 10-Stichituffelpa rampa esserelà tum perugià; 11-Loop o' pool.
Formazione:
Francesco Ciampolini: pianoforte, tastiere; Renato Minguzzi: chitarre; Lorenzo Muggia: batteria; Esserelà: ispirazione.
2015, Joe Frassino Records - durata totale: 52:36

Alla riscoperta del jazz-rock progressivo italiano... Negli anni '70 le punte di diamante erano Perigeo, Napoli Centrale e Arti e Mestieri, ma in tanti si cimentavano con validissimi risultati. In anni più recenti i nomi di maggiore caratura sono stati quelli di Deus Ex Machina, D.F.A. e Accordo dei Contrari. Ed ecco che ora ne arriva uno nuovo, che si affaccia con prepotenza nel panorama odierno grazie ad un disco che ha tutte le potenzialità per farsi apprezzare da chi adora gli artisti citati. Stiamo parlando dei feat. Esserelà, una band che suscita subito simpatia con un nome già stravagante, con un titolo dell'album alquanto buffo (Tuorl) e con titoli dei brani ancora più assurdi (per non parlare della copertina e delle immagini all'interno del booklet). Un approccio quasi zappiano si potrebbe pensare e, in effetti, l'ironia che traspare continuamente da questo lavoro deve sicuramente qualcosa al Maestro, anche se il tutto è poi orientato verso altri lidi...

Ma veniamo alla musica eseguita da Francesco Ciampolini, Renato Minguzzi e Lorenzo Muggia, un trio che rinuncia al basso e ispirato "addirittura" dal manichino Esserelà! L'esplosione di suoni e colori dell'incipit Don't leave your dinosaur at home fa subito capire le qualità di un gruppo che si lancia in una proposta molto vivace, tra ritmi agili in continuo cambiamento e intarsi che mostrano grande perizia strumentale. Si susseguono una serie di brani che sono spesso di breve durata, concisi, spediti, che mantengono le caratteristiche appena descritte, rendendo il disco molto omegeneo. Ci sono anche episodi che staccano un po' da questi contesti, come No (), in cui si vira maggiormente verso territori sinfonici, con l'ombra di Keith Emerson a fare capolino; o Un duettrè qqua, inizialmente jazzistica, con un piano raffinato a guidare e poi con una seconda metà più esplosiva e vicina allo yessound.

Fatto sta che questa band ci trascina per oltre cinquantadue minuti in un vortice musicale pieno di brio e molto attraente. Di certo non siamo ancora ai livelli dei gruppi citati in apertura dell'articolo, ma con Tuorl i feat. Esserelà dimostrano subito di avere grande talento e tutte le potenzialità per diventare uno dei punti di riferimento del jazz-rock progressivo tricolore. Ad ogni modo, già con questo esordio riescono a suscitare quanto meno un'enorme simpatia; merito di un approccio alla musica inusuale, folle al punto giusto e di una fantasia fuori dal comune.

Peppe
luglio 2015

Ultimo aggiornamento (Lunedì 28 Settembre 2015 17:37)