alt Brani:
Cd 1:
1-Horizons; 2-Watcher of the skies; 3-Dancing in the moonlit knight; 4-Firth of Fifth; 5- After the ordeal; 6-The cinema show; 7-The chamber of 32 doors; 8-The lamia; 9-For absent friends; 10-The knife (bonus track)
Cd 2:
1-A trick of the tail; 2-Mad man Moon; 3-One for the vine; 4-Blood on the rooftops; 5-Duke's travels; 6-Duke's end; 7-Time table (bonus track); 8-Seven stones (bonus track); 9-The musical box (bonus track)
Formazione:
Francesco Gazzara: Bosendorfer Gand Coda piano, Hammond B3 and M100 organs, Fender Rhodes, Korg MS20, Kawai upright piano, harpsichord, vibes, bouzouki, tambourine; Dario Cecchini: flute, G flute, soprano sax, alto sax, tenor sax, baritone sax, bass clarinet; Fabrizio Paoletti: violin; Giulia Nuti: viola; Giorgia Pancaldi: cello; Stefano Corato: production and mix assistant
2014, Irma Records - Durata totale cd 1: 63:22; durata totale cd 2: 50:43

La musica dei Genesis ci è stata proposta davvero in tutte le salse. Quanti dischi tributo sono usciti negli ultimi decenni dedicati alle straordinarie pagine sonore di Banks e compagni? Sicuramente un numero spropositato. Le composizioni dei Genesis si sono mostrate adatte a qualsiasi tipo di rivisitazione e non sono mancati gli omaggi orientati verso un'interpretazione classicheggiante (basti pensare agli album orchestrali o al cd degli After Genesis, tanto per fare qualche esempio). Elevarsi nettamente sopra la media, ma anche solo risultare credibili, nel 2015, puntando su simili riletture non deve essere affatto facile. Eppure, di tanto in tanto, ancora oggi ne esce qualcuno che, facendo riassaporare composizioni magiche e già assimilate al meglio in una nuova maniera, riesce a far correre brividi continui dietro la schiena. E' sicuramente il caso di questo splendido doppio cd uscito a nome Gazzara plays Genesis. Il protagonista principale di quest'opera è Francesco Gazzara, musicista e compositore (ma anche giornalista) romano che ha fatto parlare di sè con i Gazzara, The Piano Room e Hammond Express.

Da questa breve introduzione si è sicuramente capito che siamo al cospetto di un musicista che ha puntato su una intepretazione personale della musica dei Genesis, un'arma che può essere a doppio taglio, ammirevole per il coraggio, ma con l'elevato rischio di fare brutta figura al cospetto di composizioni ultraquarantennali e ben note ad un numero elevatissimo di appassionati. Ma il lavoro fatto da Gazzara merita non solo il massimo rispetto, ma anche la massima ammirazione, perchè l'ascolto di questo disco mostra una raffinatezza unica nel mettere mano ad un repertorio per molti già "immortale".
Già l'impatto con questo album mostra un certo coraggio: un brano noto agli appassionati di prog per essere incentrato sulla chitarra viene eseguito al piano; magistrale l'interpretazione di Horizons. Con Watcher of the skies si entra maggiormente nel vivo del discorso e anche qui Gazzara, a suo modo, osa, facendo diventare il celebre intro di mellotron una meravigliosa evoluzione pianistica accompagnata prima dagli archi e poi dal flauto. In pochi minuti, insomma, questo disco ci ha già conquistato e ci ha già fatto capire la bravura di Gazzara, con doti esecutive notevoli ed una capacità di arrangiare dei classici del progressive rock in maniera davvero invidiabilie.
Si susseguono brani che conosciamo a memoria, ma che con il trattamento ricevuto per l'occasione trovano una nuova veste ancora ammirabile. In Dancing with the moonlit knight, ad esempio, il pianoforte è impegnato ad eseguire le melodie vocali in origine di Peter Gabriel, ma va anche ad unirsi agli archi, ai fiati e alle tastiere ricreando alla grande le evoluzioni strumentali di questa sempre magnifica composizione.
Sono solo i primi esempi di un disco davvero emozionante, ma speriamo che bastino a far capire la qualità del prodotto e la bravura dei musicisti coinvolti. Inutile descrivere minuziosamente il lungo momento solistico di Cinema Show per l'occasione affidato a più strumenti, o la delicatezza di For absent friends, o l'accoppiata Duke's travels/Duke's end perfettamente amalgamata con il repertorio degli anni '70, o tutti gli altri momenti emozionanti che si susseguono e, al contempo, è difficile spiegare come cresca, man mano che i brani scorrono, la curiosità di capire cosa ci riservano gli ascolti successivi con il trattamento di Gazzara. Tra le particolarità, ci piace segnalare anche come in alcuni pezzi vengano inseriti e citati temi di altre composizioni, senza far perdere minimamente il filo del discorso.
La track-list è ampia (si tratta di un doppio cd), contiene perle che sicuramente vivono da sempre nel cuore di qualsiasi genesisiano ed è tutt'altro che banale. Il lavoro di riarrangiamento di Gazzara è minuzioso ed encomiabile; far rivivere certe emozioni ponendo alla base delle personalissime variazioni ed interpretazioni, incentrando il sound su un pianoforte a coda Bosendorfer, ma arricchendolo e rendendolo più colorato con timbri di tastiere, fiati e archi, non era compito facile. Forse gli unici dubbi nascono su quelle che vengono evidenziate come bonus tracks (The knife, Time table, Seven stones e The musical box), che, con una strumentazione maggiormente incentrata sulle tastiere, fanno perdere un po' di omogeneità al discorso di base.

Uscito sia in doppio cd digipack apribile in tre parti che in doppio LP, con una copertina che richiama anche immagini genesisiane a noi care, Play me my song, lo ripetiamo, non è il classico disco tributo che non offre grandi spunti nell'esecuzione dei capolavori dei Genesis, ma una visione di questi personale e bene elaborata, attraverso un parco strumenti legato principalmente al mondo della musica classica, e il cui acquisto consigliamo caldamente.

Per approfondimenti: www.gazzaraplaysgenesis.com

Peppe

aprile 2015

Ultimo aggiornamento (Mercoledì 23 Settembre 2015 11:01)