alt Brani:
1-Non posso parlare più forte; 2-La certezza impossibile; 3-L'interno di un volto; 4-La quarta vittima; 5-Sotto un cielo nero; 6-Il circo brucia; 7-Una sera d'inverno.
Formazione:
Fabio Zuffanti: bass pedals, keyboards, loops, samples and vocals; Saverio Malaspina: drums and loops; Paolo Tixi: drums; Enzo Zirilli: drums; Riccardo Barbera: bass and contrabass; Laura Marsano: guitars; Emanuele Tarasconi: keyboards; Alberto Tafuri: keyboards; Rossano "Rox" Villa: keyboards and trombone; Gian Marco "Pantera" Pietrasanta: sax and flute; Fabio Biale: violin; Luca Scherani: vibraphone and glockenspiel; Agostino Macor: theremin; Carlo Carnevali & Simona Angioloni: backing vocals.
2014, AMS Records - durata totale: 55:02

Zuffanti è un grande protagonista del progressive italiano che dagli anni '90 nei suoi tanti progetti (Finisterre, Hostsonaten, Maschera di Cera, giusto per citarne alcuni) ha realizzato un’enorme quantità di musica sempre molto apprezzata dagli appassionati del genere. Con un curriculum come il suo immagino non sia semplice comporre una nuova opera, visto che, pur non volendo, il paragone con quanto fatto in precedenza è impossibile non farlo. Nella sua carriera solistica ha esplorate diverse strade, comprese quelle più vicine a forme cantautorali, e quindi c’era una certa attesa di questo suo nuovo album. Per i 20 anni di carriera, c’è aria di sintesi, di autovalutazione, di affermazione del proprio sentire musicale in questo La quarta vittima. Ispirato a Lo specchio nello specchio di Michael Ende, l’album è quasi uno strumentale: i testi servono a tratteggiare immagini più che a passare un messaggio, servono a sostegno della composizione strumentale più che ad essere i protagonisti della composizione. Il disco, fughiamo subito ogni dubbio, è una dichiarazione d’amore di Fabio per il progressive tutto, senza porre limiti all’etichetta. Troviamo così il sinfonico, a tratti claustrofobico azzarderei à la Van Der Graaf Generator nei 12 minuti di Non Posso parlare più forte (ma anche in L’interno di un volto) con i tanti spazi musicali sapientemente creati, i cambi di tempo lanciati ora dall’assolo di chitarra, ora da una tastiera nervosa, ora dal flauto o dal sassofono. Ne La Certezza Impossibile dove la chitarra ci porta via nella dilatazione musicale successiva al cantato di Fabio troviamo, invece, qualcosa che può ricordare lo Steve Wilson solista. C’è da dire che quest’impressione riemerge qui e lì nel disco, e d’altronde l’autore nei ringraziamenti inserisce anche l’autore britannico. Ma non c’è mai un effettivo rimando, una citazione di quanto fatto da Wilson, è piuttosto l’uso ossessivo del mellotron e il mood del disco che può far ricordare quanto fatto dal leader dei Porcupine Tree. Ma questi non sono i soli ingredienti che Fabio tira fuori dal suo cilindro: come non meravigliarsi dei risvolti racchiusi nella title track, come l’inaspettato assolo di chitarra, nervoso e sporco, in conclusione del brano? Oppure delle tante sperimentazioni racchiuse nei 9 minuti di Sotto il cielo nero, dove il territorio del sinfonico viene ampliato, toccando il RIO e il jazz? Come poi non deliziarsi con l’ossessiva Il Circo brucia, dove il ritmo cattivo e cadenzato viene stemperato ora dalla chitarra, ora dal sassofono, ora dalla tastiera. E così, sfiancati dalle tante emozioni, è facile dare il colpo di grazia, e Fabio lo fa con eleganza in Una sera d’inverno. Meditabonda, giocata sulle sfumature e le pause, apre l’orizzonte sonoro con il bel assolo di chitarra. E’ il pezzo più melodico del disco, e posizionato magistralmente alla fine per alimentare la voglia del riascolto. Zuffanti quindi continua a stupirci senza l’uso di effetti speciali, semplicemente componendo come sa fare, con onestà e direi semplicità. La quarta vittima è sicuramente tra le sue opere più riuscite, e certamente la migliore della sua carriera solista, almeno secondo il nostro giudizio. Un gran disco, tra i migliori del 2014, realizzato con tanta professionalità, con l’aiuto di tanti ospiti importanti (Gian Marco Petrasanta, Paolo Tixi, Alberto Tafuri, Fabio Biale, Luca Scherani, Agostino Macor, Emanuele Tarasconi, Laura Marsano, Riccardo Barbera, Saverio Malaspina, Rossano Villa), che hanno sicuramente dato spessore al lavoro. Inoltre mi permetto di aggiungere che il cd è registrato molto bene con un’ottima dinamica e quindi una menzione particolare va a Rossano Villa per l’ottimo lavoro svolto in fase di registrazione. Da quanto detto avrete capito che non avere questo disco sarebbe proprio un delitto!

Silvio Leccia
giugno 2014

Ultimo aggiornamento (Martedì 19 Maggio 2015 10:12)