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Brani:
1-Echi dall'Ignoto; 2-La Bottega delle Meraviglie; 3-Chidher il Verde; 4-Trenodia delle Dolci Parole; 5-Il Rituale; 6-La Congrega dello Zee Dyk; 7-Il Manoscritto; 8-L'Evocazione di Eva; 9-Retrospettiva di un Amore; 10-Usibepu; 11-L'Apocalisse; 12-Epilogo.
Formazione:

Diego Banchero: electric bass, fretless bass, keyboards, theremin; Fernando Cherchi: drums, percussions; Roberto Lucanato: guitars; Davide Bruzzi: guitars; Maethelyiah: lead and backing vocals.
With:
Maurizio Pustianaz, Giorgio Cesare Neri, Claudio Simonetti, Gianni Leone, Freddy Delirio, Martin Grice, Paul Nash, Sophya Baccini, Vinz Aquarian, David Krieg, Alessio Panni.

2013, Black Widow

Non ci poteva ovviamente sfuggire la nuova prova del Segno del Comando ad oltre dieci anni dalla realizzazione di Der Golem e quindici dall’omonimo esordio, sebbene per varie ragioni, non eravamo riusciti ancora a recensirli nei numeri precedenti. Detto che da tempo non è più della partita Mercy, storico cantante dei Zess e dei Malombra (ora nell’ensemble neofolk Ianva), l’oscuro compare Diego Banchero imbandisce con questa nuova opera un banchetto con numerosi ospiti che arricchiscono un disco bellissimo, sentito e personale omaggio alla tradizione dark progressive italiana. Ispirati ancora una volta da un’opera di Gustav Meyink, musicalmente i nostri riprendono il discorso interrotto con Der Golem e lo fanno ritornando alle atmosfere dell’esordio, aggiornandolo con influenze mutuate dall’Impero delle Ombre, I Compagni di Baal, Ballo delle Castagne e Abysmal Grief, tutti gruppi da sempre ispirati proprio ad entità primigenie nostrane come i Malombra o i The Black. La maggior novità è tuttavia la presenza alle voci della conturbante Maethelyiah, già voce dei misteriosi goth rockers Blooding Masks e attualmente alla corte dei maestri darkwave Danse Society, che ci accompagna nella discesa agli inferi della storia a partire dalle rituali La bottega delle meraviglia e Chidner il Verde, splendida song che mescola Goblin e Yes più cupi, attraverso una classica song alla Segno del Comando come Il Manoscritto, fino alla malinconica Retrospettive di un Amore, dove i nostri ripescano le atmosfere dimenticate dei primi Jacula e Balletto di Bronzo, e la sperimentale Usibepu, dove si fa ritorno in atmosfere moderne vicine a certi Death SS più sperimentali, merito soprattutto della vocalist italiana ora residente in Inghilterra. Là dove Maethelyiah non compare, le voci sono affidate alla malvagità di David Krieg, magistrale in La Congrega dello Zee Dyk e soprattutto nella conclusiva Epilogo che ci riproietta nelle magiche atmosfere dell’esordio dei nostri. Ma il brano più rappresentativo è quello in cui una ammaliante Sophya Baccini dà voce ai deliri del decadente protagonista, riportando inevitabilmente alla mente le atmosfere più oscure dei Presence di Makumba: insomma, un capolavoro da subito tra i classici del gruppo! Complessivamente, Diego Banchero ha dimostrato con questa opera che il Segno del Comando è pronto a riprendere la guida del movimento italiano dark progressive, sempre molto vivo e stimolante, ma privo da troppo tempo di un nome di punta che possa trainare l’intera scena. Bravissimo!

Italo Testa

Ultimo aggiornamento (Lunedì 18 Maggio 2015 11:15)