alt Brani:
1. Stargate (2:58); 2. Il Menestrello (1:12); 3. L'antico Regno (3:23); 4. Il Giullare (4:19); 5. In-Faust-O Goblin (3:29); 6. Il Canto delle Sirene (5:34); 7. Rex Introduxit Puellam (2:27); 8. Princelfa (3:40); 9. L'unicorno Lucente (4:00); 10. Tornano le Fate (6:15); 11. Le Tre (3:52); 12. An Ancient History (5:34); 13. Saluto del Cantore (2:11)
Formazione:
Tiziana Radis: lead and backing vocals, guitars, lute, archlute, bodhran, percussion; Roby Tav: keyboards; Giancarlo Gabbanella: guitars, bass.
with
Gianluca Bracciale: drums; Andrea Cardellino: guitars; Kristina Allram: flutes; Gianni Musy: voice of the `King'; Enio Nicolini: bass.

2014, Black Widow - durata totale: 48:52

L’antico regno, debutto dei Secret Tales, ultima scoperta della sempre attenta Black Widow, si candida prepotentemente ad essere il miglior disco dark-progressive italiano del 2014. I nostri raccolgono magistralmente l’eredità di due gruppi molto sottovalutati degli anni ’90 che diedero alla luce il loro debutto proprio con l’allora giovane Black Widow: stiamo parlando di due realtà alle quali il tempo prima o poi renderà i giusti onori, Dunwich e Crystal Phoenix. L’antico regno vive infatti di due elementi che si integrano in maniera quasi magica: le vocal evocative da bardo combattente di Tiziana Radis richiamano immediatamente alla memoria la creatura dell’amazzone Myriam Saglimbeni (Il menestrello, Saluto del cantore) e le suggestioni dark folk tipiche del gruppo romano (Stargate, Il canto delle sirene, L’antico regno). I secondi specialmente emergono prepotenti nei due capolavori del disco, che da soli valgono l’acquisto del cd e dell’LP quando verrà dato alle stampe: il quasi strumentale Tornano le fate, che ricorda la bellissima Giro di Vite da Eternal Eclipse of Frost, e Le tre streghe fate aliene, in cui Tiziana cambia registro ed ammalia come Katya Sanna in Sul monte è il tuono. Ma Dunwich e Crystal Phoenix non sono i soli punti di riferimento fissi dei Secret Tales: nel mood generale del disco ritroviamo anche l’infuenza delle entità più underground che hanno forgiato il doom italiano negli anni ’80 (Requiem, Black Hole, Sacrilege, The Black) a voler rimarcare l’intenzione di prendere idealmente il testimone di una via italiana al doom progressive. Ma i nostri si mostrano eredi anche delle sonorità del progressive italiano degli anni ’90: nella dolce Princelfa ricordano i Prowlers di Mother & Fairy, in Il giullare e L’unicorno lucente rendono omaggio ai sottovalutati Fiaba de L’Appicato, in In faust-o-goblin citano i napoletani Presence di Makumba. Chiude il disco la tolkeniana ballata semi-acustica An Ancient History. Insomma, il disco è un capolavoro per i filologi del sound oscuro-progressivo italiano e ci auguriamo rappresenti un volano per riaprire una stagione in cui band come i Secret Tales possano raggiungere un pubblico molto più vasto dei soli addetti ai lavori. Che altro dire? Ah, sì: Buy or die!

Italo Testa

Ultimo aggiornamento (Lunedì 25 Maggio 2015 10:05)