alt Brani:

1-Mi nasconderò; 2-Nulla è cambiato; 3-Avamposto; 4-Sperduti; 5-Nell'ultimo respiro; 6-Sono in movimento; 7-Nei nuovi giorni; 8-Bar Fly; 9-Risponderti non so; 10-Manchi tu; 11-Luce; 12-La mia musica; 13-Qui non viene nessuno mai.

Formazione:

Christian Usini: voce, piano, tastiere, programmazioni; Pietro Cappello: voce, basso; Gianluca Pagliarulo: chitarre; Sandro Cappello: batteria. Luca Vettore: batteria in 3 e 11.

2012, autoproduzione -  durata totale: 73:53

Vengono presentati come soft progressive e sicuramente la definizione è azzecatissima. Al loro esordio, infatti, gli italiani Blue Zone sfornano un album contenente tredici tracce, nelle quali mostrano la voglia di costruire un tessuto musicale raffinato per una proposta che mantenga comunque un alto grado di orecchiabilità. E l'nizio è davvero piacevole, con intriganti costruzioni strumentali a supportare delle linee melodiche vocali in Mi nasconderò, fino al bellissimo guitar-solo conclusivo. Altri momenti interessanti e vicini al progressive possono essere intravisti in Nulla è cambiato, con tastiere che disegnano tratti sinfonici, in Sperduti, con la chitarra che vola in una certa libertà, nelle atmosfere prima spacey e poi vicine a certo new-prog di Sono in movimento (che si protrae per oltre otto minuti), nei richiami ai Pink Floyd dei seventies e all'Alan Parsons Project di Nei nuovi giorni. Di tanto in tanto si possono notare anche similitudini con le Orme o con la PFM del rock "metropolitano" e di Ulisse, ma alla base si ravvisano ad ogni modo un approccio melodico ed una grande lavoro di arrangiamenti. Così, taluni brani si possono avvicinare ad un cantautorato raffinato (non a caso i testi sono ben curati e rappresentano un punto forte del gruppo), o indirizzarsi verso un pop-rock poco originale, ma in ogni caso elegante (Avamposto, Bar Fly, Manchi tu, Luce, Qui non viene nessuno mai).
Volendo essere severi, forse bisognerebbe indicare che la durata del cd è un po' eccessiva e alla lunga non si riesce a seguire tutto con la dovuta concentrazione, con il rischio che si possa avvertire un po' di monotonia. In realtà, tirando le somme, i Blue Zone si mostrano un gruppo capace di creare una musica dalle finissime cesellature e di risultare diretto, ma non banale. Come prima prova il giudizio è sicuramente positivo per un quartetto professionale e promettente che dimostra di sapere il fatto suo e che ha il prog, ma non solo, nelle sue corde.

Peppe
giugno 2014

Ultimo aggiornamento (Sabato 20 Settembre 2014 16:47)