alt Brani:
1-Non posso parlare più forte; 2-La certezza impossibile; 3-L'interno di un volto; 4-La quarta vittima; 5-Sotto un cielo nero; 6-Il circo brucia; 7-Una sera d'inverno.
Formazione:
Fabio Zuffanti: bass pedals, keyboards, loops, samples and vocals; Saverio Malaspina: drums and loops; Paolo Tixi: drums; Enzo Zirilli: drums; Riccardo Barbera: bass and contrabass; Laura Marsano: guitars; Emanuele Tarasconi: keyboards; Alberto Tafuri: keyboards; Rossano "Rox" Villa: keyboards and trombone; Gian Marco "Pantera" Pietrasanta: sax and flute; Fabio Biale: violin; Luca Scherani: vibraphone and glockenspiel; Agostino Macor: theremin; Carlo Carnevali & Simona Angioloni: backing vocals.
2014, AMS Records - durata totale: 55:02

Esce il quarto album solista di Fabio Zuffanti che si pone come una sorta di summa della sua ormai ventennale carriera. A differenza dei precedenti lavori, in cui il musicista genovese aveva utilizzato un linguaggio scarno e minimale – in Fabio Zuffanti e Ghiaccio- e aveva rivisitato in modo personale Battiato – in La foce del ladrone  - in questo nuovo La quarta vittima ha invece voluto fare il disco prog per antonomasia. Si è così circondato di musicisti bravissimi – dimostrando come al solito grande lungimiranza nello scegliersi i collaboratori, fra cui l’ottimo bassista di estrazione jazz Riccardo Barbera, il cui contributo si è rivelato molto importante nell’economia del sound, Emanuele Tarasconi degli Unreal City alle tastiere, Enzo Zirilli (altro jazzista) e Paolo Tixi del Tempio delle Clessidre alla batteria, Laura Marsano alla chitarra e Gian Marco Pietrasanta al sax. Zuffanti ha svolto un ruolo di assemblatore alla Steven Wilson scrivendo le musiche e i testi e cantando. L’album, nella migliore tradizione prog, è basato su un concept tratto dal libro di Michael Ende Lo specchio nello specchio, un testo di narrativa fantastica che fa da filo conduttore. Le influenze sono molteplici, ci sono sempre riferimenti al glorioso prog italiano dei ’70 come nella Maschera di Cera, ai Van Der Graaf Generator e ai Pink Floyd ma, come si diceva, si sentono anche decisi richiami al jazz-rock. Le atmosfere sono calde e cangianti. La prima traccia Non posso parlare più forte fa entrare subito nel mood del disco con il suo dirompente feeling prog e psichedelico con un bel flauto in evidenza e un bellissimo assolo di chitarra floydiano nel finale. La certezza impossibile prosegue in modo più tranquillo con atmosfere alla Santana. L’interno di un volto ha molte sfaccettature e mi ha ricordato certo prog italiano. La title-track è invece una traccia dinamica in cui ci sono elementi di fusion e jazz-rock mentre Sotto un cielo nero nella seconda parte si sposta verso lidi tipicamente jazz. Il circo brucia ha un oscuro incedere alla Van Der Graaf Generator. Chiude la malinconica e pacata Una sera d’inverno in cui il violino e il pianoforte disegnano paesaggi invernali. La quarta vittima è un album di alto spessore che si colloca ai vertici del genere.

Cosmic Courier
marzo 2014

Ultimo aggiornamento (Lunedì 18 Maggio 2015 12:00)