alt Brani:
1-Non ho sonno; 2- Killer on the train; 3-Endless love; 4-Arpeggio - end title; 5-Ulisse; 6-Death farm. Movie soundtracks. The death farm animals: 7-The pig; 8-The cat; 9-The swan; 10-The rabbit; 11-Inquiries; 12-Associated dead; 13-Final white week; 14-Non ho sonno - main title.
Formazione:
Agostino Marangolo: drums; Fabio Pignatelli: bass; Claudio Simonetti: keyboards; Massimo Morante: guitars.
Thanks to the special featuring
Vesna Duganova: soprano vocal on 3; Antonio Marangolo: sax on 5.
2000, Cinevox - Durata totale: 52:35

Nel 2000, dopo ben 22 anni, si riallaccia una fruttuosa collaborazione tra i Goblin e Dario Argento. Evocando nuovamente i fasti di film e colonne sonore celebri come Profondo rosso, Suspiria, Tenebre e Phenomena, il gruppo guidato da Claudio Simonetti si ritrova nuovamente a lavorare insieme al più noto regista italiano di horror e thriller e realizza, così, la colonna sonora di Non ho sonno.
Già con la traccia di apertura, che detta il tema principale che sarà poi ripreso diverse volte in seguito, capiamo che i Goblin, che si ripresentano con la formazione originale, rispolverano quel sound intenso e orrorifico tipico degli album realizzati nei seventies, mettendolo un po' a nuovo. Anche con i brani successivi si segue questa scia, con tanta maestosità e la creazione di atmosfere misteriose. Ecco, questo disco dei Goblin mi fa pensare a quella solennità classicheggiante e oscura delle opere di band come Cradle of Filth, Dimmu Borgir, Arcturus, Limbonic Art (band che nella seconda metà degli anni '90 avevano contribuito ad un boom di gruppi black metal "sinfonici"), ma filtrata e ripulita di tutti quegli estremismi di quel genere. Niente ritmi pesantissimi e velocissimi, niente violenza gratuita, niente urla, niente chitarre sparate, ma semplicemente una classe ed un ispirata verve compositiva che permettono di far avvicinare rock e musica classica. Alcune intuizioni sono addirittura da pelle d'oca, a partire dal romanticismo gotico e conturbante di Endless love, dove l'atmosfera onirica di base è arricchita dai meravigliosi e suadenti vocalizzi del soprano Vesna Duganova e proseguendo con le inquietudini della sequenza di quattro tracce denominata The death farm animals, dove le tastiere regnano spesso sovrane, guidando un dark-prog con tappeti sonori e orchestrazioni da brividi (a volte dal sapore ecclesiastico, a volte con l'ombra di Keith Emerson a fare capolino).
Solo a tratti, invece, spuntano i ruggiti imparentati con il progetto Daemonia, con il quale Simonetti aveva portato la musica dei Goblin un po' più vicina a sentieri prog-metal.
Insomma, il rinnovato sodalizio del 2000 tra Dario Argento e Goblin ha fatto decisamente bene a questi ultimi, tornati dopo anni di silenzio a sfornare una colonna sonora di grandissima qualità, che non sfigura al cospetto di quelle storiche pubblicate diversi lustri prima.

Peppe
febbraio 2014

Ultimo aggiornamento (Martedì 10 Giugno 2014 16:59)