alt  Brani:
1-Time and Illusion; 2-I’d be Delighted; 3-Fighting Rock; 4-Pear on an Apple Tree; 5-Future Recollection; 6-Traveller Man; 7-Destruction of America.
Formazione:
Colin Cat: vocals, keyboards; Mike Fletcher: sax, flute, vocals; Dave Green: guitar; Phil Gunnn: bass guitar; Paul Young: drums.
1970, Evolution

Capita spesso che le fortune artistiche e il valore di un gruppo non coincidano con il periodo di attività dello stesso. Spesso è il revisionismo a togliere dalla polvere e dall’oblio del tempo a lavori che subito dopo la pubblicazione sono caduti nel dimenticatoio. Questa più o meno è quanto capitato ai Raw Material, gruppo inglese autore di due album: l’omonimo del 1970 e Time Is del 1971, dal successo pressoché inconsistente ma dal discreto valore.
La prima fatica in studio è un album dove se pur germogliano idee interessanti, in un sound che oscilla tra la psichedelia e il rock progressivo, il risultato è ancora un prodotto acerbo.
Se Time and Illusion è un ottimo pezzo che strizza l’occhio a sonorità vandergraafiane (i riferimenti non mancheranno neanche nel secondo album), complice il dialogo tra sax e tastiere, il tutto suddiviso da una parte centrale allo xilofono, alcuni pezzi come I’d Be Delighted, in cu sono flauto e sax ad avere il ruolo di protagonisti, o Pear On An Aplle Tree mostrano ancora una certa indecisione della band sulla strada da intraprendere (quindi nel dubbio perché non percorrerle tutte?), proponendo un sound in bilico tra le sonorità di fine anni ‘60 e le nuove idee progressive, con risultati però altalenanti.
Ben più convincenti, Fighting Rock e la blueseggiante Traveller Man mostrano il lato più hard del gruppo, dove se nella prima sono le testiere a mettersi in mostra, nella seconda è la chitarra a ritagliarsi finalmente una parte da protagonista.
Future Recollection naviga su lidi decisamente più psichedelici e riporta in alto le quotazioni dell’album insieme alla conclusiva Destruction of America, che ripropone il motivo principale del precedente pezzo, suonato al mellotron.
L’album non è certo uno degli episodi memorabili del progressive, per quanto mostri comunque degli ottimi spunti Sicuramente quanti vogliono esplorare anche il sottobosco inglese, troveranno soddisfazione nell’ascolto.

Roberto Cembali
marzo 2014

Ultimo aggiornamento (Martedì 10 Giugno 2014 17:12)