alt Brani:
1-Der mauer; 2-Boiling humiliations; 3-Gridaohao; 4-Of swift flight; 5-Song for Arch Stanton; 6-Soft city; 7-Thursday evening; 8-The piano song; 9- Der harbour.
Formazione:

Alberto Carozzi: guitars, keyboards, vocals, melodica, noise; Cristiano Lupo: bass, vocals; Franz Krostopovic: violin, keyboards, vocals, piano; Matteo Uggeri: samples, laptop, trumpet, cymbals, vocals, binaural recordings, noise.
Additional musicians
Simone Riva: drums, toms; Andrea Serrapiglio: cello; Luca Serrapiglio: sax; Lucjia Krostopovic; Paolo Ippoliti: noise; Roberto Bianchi: 808 rhythm.

2013 - Lizard - durata totale: 53:57

Tra le varie proposte di confine che ci offre la Lizard da un po' di anni a questa parte, spicca senza dubbio l'album Thursday evenings degli Sparkle in Grey, una formazione attiva già dal 1999 e che ha ottenuto un bel po' di consensi tra chi segue le scene alternative che riguardano indie, post-rock ed elettronica.
Il quartetto formato da Alberto Carozzi, Cristiano Lupo, Franz Krostopovic e Matteo Uggeri, con la collaborazioni di altri musicisti sforna un sorprendente disco contenente suggestioni musicali capaci di evocare immagini, sensazioni, emozioni, grazie all'eccellente equilibrio che si crea tra suoni elettrici/elettronici e quelli acustici.
L'album va avanti per oltre cinquanta minuti con sonorità notturne, con quell'elettronica orecchiabile esattamente come lo era quel trip-hop che ha contraddistinto la scena di Bristol lanciata da Massive Attack, Portishead e Tricky, con cenni di post-rock erede dei Tortoise, con contaminazioni di world music che sembra voler unire culture diverse, con sperimentazioni sonore nate dal computer, con soluzioni ambientali ed atmosfere che devono non poco ai corrieri cosmici tedeschi degli anni '70.
I riff di chitarra elettrica che si intracciano con il violino nell'opener Der Mauer, il crescendo tempestoso di Boiling humiliations, l'ossessività ritmica di Song for Arch Stanton, stemperata in un finale pacato, la tensione palpabile della splendida The piano song (cover di un brano dei God Machine, magnificamente articolata tra pianoforte, violino ed effetti elettronici) sono solo alcuni dei momenti più affascinanti di un album tutto da gustare, variopinto (con colori tendenti allo scuro) e di grande modernità.

Peppe
aprile 2014

Ultimo aggiornamento (Giovedì 05 Giugno 2014 17:03)