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1-Intro/Dell'eterno ritorno; 2-Delgi uomini; 3-Della natura; 4-Zarathustra.
Formazione:

Stefano "Lupo" Galifi: voce; Giancarlo Golzi: batteria e percussioni; Alberto Moreno: tastiere; Max Borelli: chitarra e voce; Sandro Libra: chitarra; Fabio Meggetto (tastiere); Andy Senis: basso e voce.

Mariusz Duda: vocals, bass; Piotr Grudzinski: guitars; Michal Lapaj: keyboards; Piotr Kozieradzki: drums.

Be', non è la prima volta che succede... All'inizio degli anni '90 lo ha fatto il Banco del Mutuo Soccorso con i suoi primi due dischi. Le Orme e gli Osanna ci hanno proposto album nuovi con riarrangiamenti di loro classicissimi cavalli di battaglia. Ora tocca al Museo Rosenbach rimettere mano all'album che lo ha reso celebre nel mondo del progressive rock. Ed ecco, quindi, come il titolo lascia facilmente intuire, Zarathustra risuonato dal vivo in studio. Tre componenti storici della band, Stefano "Lupo" Galifi, Giancarlo Golzi e Alberto Moreno, nell'ottobre del 2012 si ritrovano in studio di registrazione e con l'ausilio di nuovi compagni di avventura ed un gran dispiegamento di forze (due chitarre, due tastiere) ridanno vita ad un'opera fondamentale e ancora oggi amatissima dagli appassionati. Forte dei recenti apprezzamenti nella sua avventura con il Tempio delle Clessidre, con il quale ha anche potuto riproporre più volte Zarathustra on stage, "Lupo" fa sentire nuovamente la sua voce su questo pezzo di storia, che grosso modo non subisce variazioni rispetto alla verisone originale. Infatti, a parte una elegantissima, seppur breve, introduzione iniziale, vengono mantenuti gli arrangiamenti del disco del 1973 e l'unica sorpresa resta l'inversione dei due lati che formavano l'LP.
Possiamo quindi godere nuovamente, con un sound più limpido, di quella potenza sinfonica e personale che il Museo Rosenbach creò quaranta anni fa, con una propria lettura del progressive, mantenendo certe distanze dai campioni britannici e riuscendo ad elaborare un prezioso mix di venature classicheggianti, melodie mediterranee in un incedere drammatico di rara efficacia. E' bello constatare come in tutto questo tempo Zarathustra non abbia perso nulla in potenza, bellezza, originalità, forza evocativa, risultando ancora attuale e pieno di spunti di interesse.
Certo questo resta un disco da acquistare forse più per completismo che per effettiva utilità, ma di sicuro la musica in esso contenuta è immortale e meravigliosa oggi esattamente come lo era quaranta anni fa. Questo live in studio, infatti, non aggiunge nulla di nuovo rispetto a quanto già sapessimo e ci dà "solo" l'occasione di riassaporare un capolavoro della storia del prog. Vediamolo come una sorta di "warm-up" per i prossimi passi della carriera del Museo.

Peppe
giugno 2013

Ultimo aggiornamento (Venerdì 07 Marzo 2014 14:46)