Da Caracalla a Villa Pamphilij - Il prog a Roma sull'onda di Woodstock

di Anna Bisceglie

Ed. Aereostella

Questo libro permette di fare un tuffo indietro nel passato, per ricostruire un periodo sotto certi aspetti "magico", visto oggi con un pizzico di malinconia da chi l'ha vissuto in prima persona e con la fantasia e l'immaginazione da chi non c'era...
E chi meglio dei protagonisti di quell'epoca poteva descrivere l'entusiamo e il "fermento" (parola che diventa quasi un punto di riferimento per questo libro, in cui viene costantemente a galla) che si viveva in quei giorni che segnavano in Italia il passaggio dal beat al progressive? Anna Bisceglie ha la bellissima idea di raccogliere una serie di testimonianze di chi tra la fine degli annni '60 e l'inizio dei seventies saliva sui palchi, suonava, organizzava, "viveva" e contribuiva a rendere mitico quel periodo.
Una città: Roma. Un percorso comune a molti: dalle cantine ai piccoli locali, ai locali più "in", ai "raduni" e ai festival pop che volevano, in piccolo, imitare Woodstock, Monterey e l'Isola di Wight. Due luoghi specifici: Caracalla e Villa Pamphilij.
Ricordi, aneddoti, ricostruzioni... con il '68 alle spalle, ma non troppo, con i dischi inglesi e americani di importazione, con la voglia di cambiamento, con l'entusiasmo di chi aveva qualcosa da dire anche solo musicalmente, una generazione era pronta a lasciare un segno tangibile.
Tra i numerosi personaggi che hanno collaborato con la Bisceglie, molti nomi noti agli appassionati di prog: Francesco Di Giacomo, Lino Vairetti, Claudio Simonetti, Joe VescoviGainni Leone, Tito Schipa jr., Luciano Regoli. Ma la lista è veramente lunga.
Il carroarmato dei Trip, gli Osanna con i sai e il volto dipinto, le stravaganze di Leone, le collette per acquistare l'LP appena uscito, le idee ingegnose per sopperire ad una tecnologia limitata (specie se rapportata a quella odierna), la diffidenza della gente "comune" verso i capelloni in jeans ed eskimo, i viaggi lunghi e difficili in furgoncino, le cambiali per pagare strumenti e attrezzature, la "fantasia al potere", i volantinaggi, i panini con la frittata, i manifestanti politici scacciati dal palco dai musicisti che volevano solo suonare, le lamentele del quartiere per l'alto volume, l'atmosfera gioiosa che si respirava poco prima degli anni di piombo... Sono questi e tanti altri gli argomenti che vengono costantemente a galla durante la lettura. Si parla inevitabilmente anche di droga, ammettendo che il consumo di marijuana era all'ordine del giorno, ma che solo in pochi fecero il passo verso sostanze più pesanti. Quello che emerge maggiormente è comunque una passione enorme degli stessi protagonisti, che rievocano con orgoglio le esperienze del passato, che lodano i loro maestri - dai Beatles ai Genesis, dai Led Zeppelin a Emerson, Lake & Palmer, ecc. - che spiegano la loro maturazione e che fanno capire quanta voglia di musica hanno ancora oggi.
Erano gli anni in cui nasceva il rock progressivo italiano. Erano anni destinati a restare nella memoria e nella fantasia di tanti!

Peppe
giugno 2013

Ultimo aggiornamento (Lunedì 01 Luglio 2013 10:22)