altMontag: Come è nata la tua collaborazione nel Tempio delle Clessidre?

Lupo: Elisa mi ha cercato, perché conosceva il Museo Rosenbach e voleva fare un gruppo che suonasse progressive, e io ci sono stato: ho visto che sono bravi ragazzi e mi sono voluto imbarcare in questa avventura.

 

Montag: Dal Museo al Tempio “il Lupo” dov’è stato?

Lupo: La vita riserva sempre tante sorprese e per motivi familiari forti dovetti lasciare il Museo poco dopo l’uscita di Zarathustra. Ho quindi lavorato in ospedale per 40 anni anche se ho continuato a cantare sebbene in situazioni, non potendomi muovere troppo, semi professionali.

 

Montag: Suonare adesso il progressive, dove tutte le motivazioni e tensioni sociali degli anni 70 non ci sono, che senso ha? E’ solo revival o cos’è?

Lupo: Personalmente è una rivincita! Mi sono trovato molto bene con i ragazzi che sono molto preparati sia intellettualmente che musicalmente e mi hanno anche loro incentivato a riprendere. Il prog è molto difficile, sia musicalmente che tecnicamente e non paga: se fai un gruppo cover suoni tantissimo in un mese, mentre se fai prog al massimo fai una serata al mese. Però dopo tanti anni in cui ho cantato tutto, dai Queen a James Brown, ho voluto fare un genere che sia “mio” e non le solite cover, e poi [il prog] ti dà soddisfazione perché quando vai a suonare la gente ti sta ad ascoltare, mentre se fai le cover, la gente nel frattempo chiacchiera e mangia…

 

Montag: certo il problema sono solo i numeri: pochi concerti al mese e semmai con poche persone…

Lupo: Poche persone non direi, almeno per noi, l’affluenza ai nostri concerti è sempre lusinghiera almeno 150-300 persone a seconda della location.

 

Montag: Quello che ho notato nella musica del Tempio è un forte stile personale che li libera dalle doverose citazioni ai grandi del passato…

Lupo: Ecco, si, loro hanno proprio un’impronta prog “loro”, ce l’hanno dentro ed è strano essendo dei giovani. Loro suonano e ragionano proprio come i ragazzi degli anni 70. E’ anche per questo sono molto contento di stare con loro.

 

Montag: A te è capitato di ascoltare musica di gruppi recenti? O la scena attuale non ti interessa più di tanto?

Lupo: Essendo di nuovo in giro a suonare da un paio d’anni, m’è capitato di sentire diversi gruppi come La Locanda delle Fate, Osanna, UT, Arti e Mestieri, di nuovi però ce n’è pochi…

 

Montag: Diciamo che di nuovi ce ne sono ma faticano a farsi sentire e vedere visto l’interesse, appunto, ai nomi di un tempo, come stesso tu sottolineavi… Ho criticato, nella recensione del disco, che il limitare la tavolozza timbrica ai soliti suoni degli anni 70 in qualche modo ingabbiasse anche le soluzioni compositive.

Lupo: Sono d’accordo, soprattutto in quanto fa Elisa che ama certe sonorità, ma gli interventi di Fabio vanno a stemperare e ti garantisco che sta uscendo un suono mostruoso, nel senso buono del termine, dai nuovi pezzi.

 

Montag: Consentimi ora, alcune domande sul Museo, sarebbe un crimine non abusare della tua disponibilità e levarmi qualche curiosità personale! Avendo conosciuto il Museo non direttamente per questioni anagrafiche, mi racconti un po’ come mai vi siete sciolti appena uscito l’album?

Lupo: Diciamo che successero varie cose. Facemmo qualche serata a nome Museo, tra le altre cose inaugurammo la Mostra d’Oltremare a Napoli, poi Golzi partì per militare, a me morì mia madre e si ammalò mio padre… Insomma per questi motivi il gruppo si sciolse.

 

Montag: quindi il fatto che uno dei motivi dello scioglimento fu per l’insoddisfazione delle vendite dovute all’infelice scelta della copertina (dove il busto del duce viene usato nel collage che forma il volto ndr) è una diceria?

Lupo: Diciamo che a quei tempi non è come adesso che fai quello che vuoi, puoi parlare male di chi vuoi senza problemi. Il disco fu censurato, e alcuni estratti vennero trasmessi solo su Radio Montecarlo. Sulla Rai il disco venne censurato per motivi stupidi, perché tra le altre cose la copertina non l’avevamo nemmeno fatta noi. L’aveva fatta Cesare Monti un grafico importante di Milano, ma la presenza nel collage del busto di Mussolini ci ha fatto bollare il disco come fascista e quindi censurato.

 

Montag: Infatti all’epoca c’era questa forte politicizzazione della musica e forse il fascismo era sentito ancora come “vicino”…

Lupo: Eh si, anche se adesso fanno di peggio e nessuno dice nulla. Comunque il Museo esce di nuovo a fine anno (nel progetto è coinvolto Giancarlo Golzi) si farà tutto Zarathustra, e prepariamo il nuovo album.

 

Montag: Ottimo! Hai idea di quando uscirà il nuovo album del Museo?

Lupo: In teoria entro l’anno.

 

Montag: Farete un tour?

Lupo: Si parla di date all’estero. Abbiamo già dei contatti, ma all’estero c’è più margine rispetto ad andare a suonare in Italia: alla fine si è musicisti e professionisti è anche necessario essere pagati adeguatamente. Poi tieni conto che il Museo sarà un gruppo composto da sette musicisti (due tastiere, due chitarre, basso, batteria ed io) e quindi è necessario trovare un margine adeguato…

 

Montag: Per finire, ringraziandoti della tua disponibilità, Secondo te c’è qualcosa che dagli appassionati come noi (gente di forum, gente che ascolta questa musica) può fare per sostenere il gruppo (oltre che comprare i dischi)?

Lupo: Già quello di parlare e di diffondere in internet quello che facciamo è tantissimo. Sai cosa manca? E’ che le persone appassionate dovrebbero andare in giro per locali a provare a fare suonare musica prog, perché quello che manca è proprio questo: la linfa al genere può venire solo dal poter suonare in giro!

 

Montag

Foto: Geppo

settembre 2012

Ultimo aggiornamento (Sabato 22 Settembre 2012 09:09)