alt      Brani:
1-Overture; 2-Battlefield; 3-The fall; 4-Hell; 5-Damned; 6-Oath; 7-New life; 8-Arrival including Omen; 9-The palace; 10-Drop of rain; 11-Scared; 12-Doubt; 13-Regret.
Formazione:
Davide Cagnata: vocals; Simone Calciolari: guitars; Angela Busato: keyboards; Marco Gennari: bass; Carlo Busato: drums.
Flute on Hell and Drop of rain by Andrea Stefanoni.
2011, Emmeciesse/Heart of Steel Records - Durata totale 50:13

Una piacevolissima sorpresa del 2011 sul fronte del prog-metal è rappresentata da questo cd dei Dark Ages, band i cui esordi discografici risalgono al 1991 e che ritorna oggi dopo un lungo silenzio e dopo essersi assestata con un quintetto formatao da Davide Cagnata alla voce (già noto nell'ambiente del progressive per i suoi trascorsi con gli Obscura), Simone Calciolari alla chitarra, Angela Busato alle tastiere, Marco Gennari al basso e Carlo Busato alla batteria. Teumann part one è un concept-album (che, come il titolo lascia presagire, avrà un seguito) incentrato sulla cultura assira, raccontando le gesta drammatiche e fantasiose di un guerriero che dopo la sua morte, grazie ad un patto con un demone, riesce a ritornare sulla terra.
Dopo una bella Overture sinfonica e malinconica, guidata da tastiere e pianoforte, si entra nel vivo del lavoro con Battlefield, che subito indurisce i toni, con una chitarra elettrica molto potente e ritmi abbastanza pesanti, a mostrare un indirizzo pienamente heavy-metal. L'andamento del brano, tra cambi di tempo e qualche pausa più elegante con piano in evidenza, mette a fuoco anche l'inevitabile influenza dei Dream Theater, ma la composizione non va vista come una imitazione pedissequa; la band, infatti, mostra una certa personalità ed è capace di mantenere equilibrio e buon gusto, cosa che si ripeterà costantemente durante l'ascolto dei brani. La voce di Cagnata ben si adatta al contesto, mostrandosi decisamente più aspra rispetto a quando l'avevamo incontrata con gli Obscura, molto particolare, ma perfettamente in linea con la proposta dei Dark Ages. Nei brani più lunghi (anche se non si raggiungono mai distanze chilometriche), come Hell (con una stupenda introduzione romantica, grazie anche alla presenza del flauto), Arrival including Omen e Scared, questo prog-metal di qualità, giocato su interscambi strumentali continui e variazioni di tempo, è praticamente confermato in tutto e per tutto e farà piena presa sugli amanti del genere.
Più classicamente power metal i brani Oath e Regret, tra Iron Maiden e Stratovarius, mentre non manca il momento melodico e ultraromantico rappresentato da Drop of rain. In episodi più brevi, come The fall, Damned, New life, The palace e Doubt siamo invece di fronte ad intermezzi più d'atmosfera e/o classicheggianti, con tastiere in primissimo piano e che servono da introduzioni e collegamenti nella narrazione musicale.
Sicuramente meritevole di citazione l'ottima prova di Angela Busato, capace di smorzare spesso i toni generalmente pesanti e soprattutto di creare dei passaggi tastieristici di splendida fattura, maestosi e imparentati con la musica classica.
Un lavoro quindi ambizioso e sufficientemente articolato, ma pienamente riuscito, grazie alle buone idee dei musicisti, alla perizia esecutiva e a costruzioni sonore che mantengono sempre vivo l'ascolto e l'interesse.

Peppe
aprile 2012