Mike Rutherford - The silent runner

Mario Giammetti può essere considerato una vera icona nell'ambiente genesisiano italiano. Da oltre venti anni guida quella splendida realtà che è Dusk, fanzine dedicata alla mitica band che tutt'oggi fa sognare numerosissimi appassionati. Mario è anche autore di diversi volumi del mondo Genesis e nel 2005 ha iniziato un progetto molto ambizioso, scrivendo dei libri dedicati ai vari musicisti del gruppo e che stanno man mano arricchendo la collana denominata "Genesis Files", grazie all'appoggio della Edizioni Segno.

Dopo essersi cimentato con Phil Collins, Steve Hackett, Tony Banks e Anthony Phillips, l'ultima fatica è quella dedicata a Mike Rutherford. E' una ghiotta occasione per scoprire meglio quello che tutti conoscono come il bassista del gruppo inglese, ma che si è sempre mostrato personaggio schivo e silenzioso. Il suo carattere ed il fatto che viene da sempre considerato il meno tecnico dei cinque Genesis storici sono elementi che hanno forse fatto sottovalutare la sua importanza all'interno della band, eppure i più attenti cultori dovrebbero ben sapere quanto, nel corso degli anni, Rutherford sia stato un punto di riferimento imprescindibile. Fin dagli esordi della band la sua figura ha giocato un ruolo fondamentale. Penso che solo i più distratti non sanno che le composizioni più interessanti dei primi Genesis portassero il suo marchio unito a quello di Anthony Phillips. I due, infatti, lavoravano moltissimo insieme e con le loro chitarre acustiche gettarono le basi per quelle che oggi sono composizioni amatissime e che sono ritenute fondamentali per il progressive rock.

La parte iniziale del libro, seguendo la biografia di Mike fin dall'infanzia, lo fa capire ancora meglio, spiegando la sua crescita, l'educazione familiare e scolastica, la passione della musica che nella Charterhouse lo porterà a legarsi con Phillips, con il quale crea un sodalizio decisivo per le sorti di quei Genesis che ancora oggi sono punto di riferimento per moltissimi artisti. Perchè davvero si deve tantissimo a Mike se quel sound che ha caratterizzato il rock sinfonico-romantico della band ha influenzato tantissime prog-band negli ultimi 30 anni.

La cronaca degli avvenimenti narrati da Mario Giammetti, curata con dovizia di particolari e alimentata anche dagli interventi dello stesso Rutherford e di molte persone a lui vicino (persino un compagno di studi dei tempi della Charterhouse!), ci disegna il ritratto di una persona tranquilla, ma che sa essere allo stesso tempo determinata quando ci sono da prendere decisioni importanti. Un musicista-compositore che ha saputo seguire il suo estro artistico e ha saputo guardare al business. Un amante del polo che col passare degli anni si è un po' impigrito e che comunque non ha esitato in tempi recenti ad organizzare concerti di beneficenza e a suonarvi insieme ad altre rock-star.

Ovviamente ampio spazio è dedicato alla sua produzione solista, partita con quella meraviglia che è Smallcreep's day fino ad analizzare dettagliatamente la carriera dei Mike & the Mechanics, i cui album imperniati su un pop-rock tecnologico sono sviscerati a fondo in tutto e per tutto e le cui canzoni sono descritte minuziosamente, anche attraverso ampi stralci di traduzioni.

A completare il libiro ci sono poi un'appendice curata da Massimo Satta che tratta delle varie collaborazioni di Rutherford, diverse pagine di foto a colori, spesso anche inedite, e la completa discografia/videografia del musicista.

Grazie all'instancabile Giammetti, così, un altro tassello della storia degli amatissimi Genesis viene messo a punto e trattato nel migliore dei modi. E i fan possono ringraziare!


Peppe
febbraio 2012

Ultimo aggiornamento (Lunedì 28 Maggio 2012 11:20)