In una location certamente azzeccata, per tranquillità e adeguatezza del palco, un pubblico di circa 300 anime si è goduto tre ore (il concerto è finito puntualmente alle 24) di ottima musica e di grandi emozioni.
Ad aprire le danze è stato il Tempio delle Clessidre, gruppo  di giovani promesse che non conoscevo.

La sorpresa, l'ottima impostazione tecnica, saldamente diretto dalle frasi, arpeggi e  tessiture delle tastiere di Elisa Montaldo, mi ha ben disposto nei confronti della performance del gruppo.
Il Tempio delle Clessidre ha suonato gran parte del loro omonimo album e il secondo lato di Zaratustra del Museo Rosenbach.
Il chitarrista (Giulio Canepa), tocco pulito e preciso, ha fatto molto bene quello che doveva fare, peccato che il sound del gruppo non dia maggiore spazio alle chitarre. La coppia basso  (Fabio Gremo) -  batteria (Paolo Tixi)  ha assicurato per tutto il concerto, con estrema precisione e adeguata potenza, il giusto apporto ritmico alle trame melodiche. 
La tastierista - a parte i complimenti per il gentil sesso - non ha sbagliato praticamente nulla, veramente una performance notevole viste pure le partiture da eseguire!
L'energia proposta dai ragazzi  viene un po' smorzata dal cantato che a volte va in luoghi molto lontani per tornare poi con energia molto più bassa.
Certo il "cantato - urlato" del mitico Stefano “Lupo” Galifi è molto duro da sostenere live e durante la performance  s'è visto. Nulla che inficia un concerto, è nella naturalità delle cose e può darsi che Galifi non era in serata, ma di fatto proprio lui, personaggio “storico”,  mi ha convinto di meno in questo gruppo dalle grandi potenzialità.

 

E veniamo alla Locande delle Fate.
La Locanda  purtroppo ha sofferto del cambio palco.
Ad inizio concerto il basso non si sentiva, il volume del microfono di Sasso era a zero (ed è rimasto tale per una decina di secondi da quando ha cominciato a cantare).
Il basso è arrivato nel secondo pezzo.
Il moog è rimasto molto basso per tutto il concerto.
Sempre ad inizio concerto e per tre-quattro brani, il volume della tastiera che riproduceva il flauto era basso, poi resuscitato.
Ad ogni modo sebbene questi inconvenienti abbiano causato un po' di fastidio, alla fine non hanno inficiato la riuscita del concerto.
La performance della Locanda delle Fate, infatti, è stata impostata, più che sulla prestazione tecnica dei musicisti, sull'emozione e l'empatia tra musicisti  e ascoltatori.
Forse le lucciole non si amano più è scivolato via dolce e amaro com'è nel suo rappresentare stati d'animo ed emozioni che sono vicini, paurosamente vicini, a quei sentimenti di nostalgia che un po' tutti proviamo, soprattutto quando andiamo a un concerto di un gruppo che con la sua musica ha accompagnato tanti momenti della nostra vita.
Mi è molto piaciuto Leonardo Sasso nel suo quasi recitare e interpretare i brani, senza mai uscire dalle righe, e senza risultare banale.
E' riuscito con il suo raccontare i testi a far comprendere a tutti quanto di lui fosse in quelle canzoni.
La Giostra e Crescendo, i due brani esclusi dall'album originale, sono stati riproposti e devo dire che il secondo in particolare è un pezzo notevole che spero di riascoltare presto in qualche edizione che pare che  prima o poi uscirà (febbraio 2012?).

Insomma un concerto in cui nuove leve e vecchie si sono alternate per dare tante emozioni e divertimento per una serata che resterà piacevolmente nei mie ricordi.

 

Montag

gennaio 2012

Ultimo aggiornamento (Domenica 08 Gennaio 2012 11:47)