Gran Turismo Veloce - Di carne, di anima
|
Brani: |
1-Anec retrosrum; 2-Sorgente sonora; 3-Misera Venere; 4-Quantocàmia; 5-L'artista; 6-L'estremo viaggiatore; 7-La paura; 8-Misera Venere (reprise); 9-L'indice e l'occhio. |
|
Formazione: | |
|
|
2011, Lizard Records - durata totale: 43:44 |
Come dovrebbe essere un buon disco di progressive rock al giorno d'oggi? Le risposte potrebbero essere infinite, considerando l'incredibile vastità questo mondo musicale. Di sicuro ci sono alcune caratteristiche che sono necessarie per la riuscita di un nuovo album, specie se rappresenta l'esordio di un gruppo. Innanzitutto ci dovrebbe essere una forte personalità, che affranchi un po' la band in questione da modelli specifici e fin troppo abusati. Sarebbero poi opportune discrete doti tecniche, la capacità di staccarsi dal facile ascolto, ma al contempo di mostrare un feeling immediato o quasi e, magari, essere capaci di contaminazioni che non facciano venire meno l'omogeneità del lavoro, nè portino alla creazione di ibridi di dubbio gusto.
I Gran Turismo Veloce, scoperti da Samuele Santanna dei Raven Sad, con il loro debut-album Di carne, di anima, mettono subito in mostra queste caratteristiche e ci permettono di ascoltare un prodotto di estrema qualità che li lancia subito tra le più interessanti realtà del prog italiano. E la loro nazionalità la ostentano in maniera forte, sia cantando in madrelingua, sia mantenendo quei sapori mediterranei cari ai classici mostri sacri della nostra penisola, sia sprigionando un feeling piacevolissimo con melodie di classe e mai banali. Sfoderano, così, un repertorio notevole, con una classe raramente percepibile per un debutto discografico.
Nove brani, una ghost-track, una buona mole di idee e una carica a tratti travolgente sono ben presenti in questo album che propone un prog pronto a flirtare con il rock duro, con la psichedelia, con la canzone italiana di qualità, con il metal. Una "cantata per quartetto e voce" in diversi movimenti, come spiegano gli stessi GTV alla fine del disco.
Al centro del lavoro sembra esserci la canzone Misera Venere. Si tratta della terza traccia del cd, caratterizzata da incantevoli melodie vocali su tappeti sonori avvincenti di chitarra e tastiere, capace di far avvicinare prog e cantautorato colto un po' come avevano fatto i Germinale non molti anni fa in Cielo e terra. Di questo brano sono presenti anche due riprese: una nella quale, con un arrangiamento leggermente diverso, il romanticismo strumentale è incrementato dal bellissimo intervento del flauto (e dal sottofondo che evoca il sempre caro mellotron) ed un'altra come breve ghost-track che vede invece il sax a guidare.
Ma ce n'è per tutti i gusti... Volete un po' di rock sinfonico abbastanza classico? Prendiamo la strumentale Quantocàmia: quasi otto minuti di cambi di tempo, di intrecci chitarra-tastiere, di guitar-solos dal sapore hackettiano, di andamenti epici, di crescendo ipnotici, ecc. Volete atmosfere moderne? Interessantissimo il pop-hard-prog di La paura, che, non perdendo di vista l'aspetto melodico, fa convivere un pizzico di elettronica, ritmi robusti, echi chitarristici floydiani e collage sonori stravaganti. Volete potenza sonora? Eccovi serviti con L'estremo viaggiatore, un prog-metal intelligente con il quale i GTV rielaborano (molto bene) le lezioni dei Dream Theater.
Certo, raccontato così, l'album può apparire variegato, eppure, come già accennato riesce a mantenere un'omogeneità ed una compattezza ben evidenti, grazie alla forte personalità mostrata dal gruppo che fa venir fuori una identità propria e ben definita. Tutti i brani, quindi anche quelli non citati, hanno comunque la loro forza e fanno capire come la band sia arrivata preparatissima alle sedute di registrazione. Se al prmo impatto colpisce subito la carica diretta unita ad un certo tiro che rende orecchiabile la proposta musicale dei GTV, ad un ascolto attento non si potrà fare a meno di notare anche le fini tessiture e le brillanti costruzioni che caratterizzano le composizioni dell'album. Di carne, di anima impressiona favorevolmente, coinvolge in maniera molto forte e mi sento assolutamente di dire che rappresenta una piacevolissima ventata di freschezza nel panorama del prog italiano.
Peppe
ottobre 2011
Ultimo aggiornamento (Sabato 07 Gennaio 2012 15:06)