King Crimson

I King Crimson, per molti gruppo simbolo del prog, sono sicuramente tra le bands che hanno dato maggiori contributi al genere, sia in termini di album di grandissima qualità, sia in termini di successo, sia anche per importanza storica; basti pensare che si vede al loro primo album come vera e propria nascita del progressive rock. La carriera del Re Cremisi ruota intorno alla figura di Robert Fripp (1946, Wimborne, Dorset) chitarrista e compositore geniale, con una creatività fuori dal comune e sempre alla ricerca di suoni innovativi. Ma quando si fa riferimento ai King Crimson spesso si parla anche di "laboratorio musicale", infatti, guidati dalla mente di Fripp, si sono avvicendati nella band un nugolo di musicisti di grande classe che, specie nella prima parte della carriera del gruppo, non sono mai riusciti a mantenersi in una line-up stabile.

Si può dire che il nucleo base della band si forma intorno al 1967 con il trio Giles, Giles & Fripp, autore di un album sperimentale di discreta fattura con "The cheerful insanity of Giles, Giles and Fripp". Il 13 gennaio del 1969 i King Crimson nascono al Fuhlam Palace Café di Londra quando Fripp e il batterista Michael Giles (1946), insieme al cantante-fiatista Ian McDonald (1946) si uniscono al bassista e cantante Greg Lake (1948, futuro membro del trio Emerson, Lake & Palmer). Con questa line-up i King Crimson esordiscono esibendosi dal vivo il 9 aprile allo Speakeasy di Londra, inaugurando un lungo e celebre tour che durerà fino alla fine dell'anno. Ma il vero trampolino di lancio avviene il 5 luglio, in occasione del concerto gratuito di Hyde Park organizzato dai Rolling Stones, davanti a oltre 650.000 persone. Il successo che ottiene la band è rimarcato dall'incredibile debutto discografico di "In the court of the Crimson King", uscito il 10 ottobre dello stesso anno, un fenomenale album innovativo, impressionante già dalla celeberrima copertina disegnata da Barry Godber; un album in cui si alternano un rock impetuoso, atmosfere di grande melodia, rimandi classicheggianti, grande uso del mellotron e notevoli sperimentazioni. A tutto ciò si abbinano i bellissimi testi di quello che può essere considerato un altro membro dei King Crimson, sto parlando di Pete Sinfield, paroliere ed importante collaboratore di Fripp fino al 1971. Il 7 dicembre 1969, in California, Ian McDonald comunica a Fripp la decisione di lasciare il gruppo e 9 giorni dopo avviene l'ultima esibizione live della prima storica formazione del Re Cremisi, al Fillmore West di San Francisco (performance che sarà poi contenuta nel cofanetto "Epitaph" del 1997).

Segue, a breve distanza, l'uscita del secondo album "In the wake of Poseidon", strutturato similmente al primo e che mostra subito i primi cambi di formazione: Lake non è presente in tutto il disco, in quanto abbandona anch'egli la band per unirsi nel sodalizio con Emerson e Palmer. McDonald, la personalità più forte del primo disco insieme a Fripp, lascia e realizza con Michael Giles quello che doveva essere l'altro disco della seconda fatica discografica del Re Cremisi e che si intitola semplicemente "McDonald & Giles". Alle registrazioni di "In the wake of Poseidon" partecipano quindi, oltre Fripp, Michael Giles e l'inseparabile Sinfield, anche Peter Giles (1946) al basso, Keith Tippett al piano, Mel Collins al sax e al flauto e Gordon Haskell alle parti vocali laddove non canta Lake. Ma la febbrile attività discografica e il continuo ricambio di musicisti è senza sosta, al punto che anche l'identità musicale del gruppo ne risentirà.

Nel 1970 esce infatti "Lizard" che vede il batterista Andy McCulloch unirsi a Fripp, Collins, Haskell e Sinfield. Nell'occasione, a coadiuvare il gruppo intervengono musicisti noti dell'area canterburiana e del jazz-rock avanguardistico inglese (Mark Charig, Robin Miller, Nick Evans e ancora Keith Tippett) che influenzano notevolmente l'indirizzo stilistico dell'album. Si segnala, inoltre, anche la presenza di Jon Anderson degli Yes alla voce nella prima parte della suite che dà il titolo all'album. E' un periodo di intensa attività e vitalità per tutto il rock inglese e si segnalano le possibilità, poi sfumate, per Fripp di entrare a far parte degli Yes al posto del dimissionario chitarrista Peter Banks e per Bryan Ferry, futuro Roxy Music, di diventare il cantante dei King Crimson.

"Islands" del 1971 vede ancora cambiamenti nella line-up, costituita stavolta da Fripp, Collins, Sinfield, Boz Burrell al basso e alla voce e Ian Wallace alla batteria. Ancora una volta ci sono interventi di Tippet, Miller e Charig, cui si aggiunge Paulina Lucas come soprano. L'album è ancora più sperimentale di "Lizard" e mette nuovamente in mostra la creatività di Fripp. Ma dopo il live "Earthbound" del 1972, arriva il primo vero cambiamento radicale: Fripp comincia ad avvertire l'esigenza di mantenere una formazione maggiormente stabile e, dopo la rottura della collaborazione con Sinfield, recluta il batterista Bill Bruford, reduce dai suoi trascorsi con gli Yes, il bassista-cantante John Wetton (ex Family), il violinista David Cross ed il percussionista Jamie Muir (quest'ultimo farà però parte del gruppo solo per il primo album di questa line-up). A questi si aggiunge la presenza di Palmer-James che si occupa dei testi. Con la nuova formazione i King Crimson danno vita ad una straordinaria trilogia caratterizzata da un prog-rock evoluto, chitarristico, dissonante, ricco di improvvisazioni e a tratti duro, intellettuale se vogliamo, e che mostra la nuova linfa vitale della band: "Larks' tongues in aspic" (1973), "Starless and bible black" (1974) e "Red" (1974).

Il critico Michael Shore dichiara: "Per me la formazione del 1972-74 fu la più grande edizione dei King Crimson. Dirò di più, penso obiettivamente che sia stata una delle più grandi formazioni della storia del rock. In buona sostanza avevamo un'intelligente band di heavy metal, capace di spontanee improvvisazioni come di canzoni e suite costruite con severità e rigore. Questi Crimson non scherzavano, non era più musica per ragazzini, ma una faccenda molto più seria ed evocativa. (…) I musicisti sapevano suonare veramente, non interpretavano mai una canzone allo stesso modo, ma si adattavano all'umore e alle atmosfere che incontravano durante il loro interminabile girovagare." In effetti, questa nuova incarnazione dei King Crimson si dimostrò una "mostruosa creatura live", come ammetterà lo stesso Fripp. In particolare, la formazione a 4 con Fripp, Wetton, Bruford e Cross si esibì in un vero e proprio tour de force nei 16 mesi successivi all'uscita di "Larks' tongues in aspic", dopodiché anche Cross abbandona, pur partecipando alla realizzazione dei successivi album. Questi Crimson mostrano una muscolatura possente, che unita alla fantasia e all'abilità tecnica dei musicisti dà vita ad un sound grintoso, sconvolgente eppure raffinatissimo. Specie dopo la defezione del violinista, Fripp & co. suonano a volumi altissimi, esibendosi per tre mesi come trio. Il live "USA" (1975), tuttavia, non riesce ad esprimere al meglio la grandezza dei concerti di quel periodo e bisognerà aspettare il 1992 e l'uscita dei quattro cd del cofanetto "The great deceiver", per rendersi conto di quanto straordinario sia stato quel periodo concertistico per la band. Interessante anche il doppio cd "The night watch", uscito nel 1997, che contiene l'esibizione del 23 novembre 1973 al Concertgebouw di Amsterdam. Parte del materiale di questo concerto fu incluso nell'album "Starless and bible black", il che spiega anche le forti caratteristiche di improvvisazione che contraddistinguono questo disco.

Al termine di quasi due anni passati a suonare in giro per il mondo, il Re Cremisi dice stop alla sua carriera con un caustico Fripp che dichiara alla stampa: "Il gruppo ha cessato di esistere nel 1974, anno in cui tutte le band del cosiddetto rock progressivo avrebbero dovuto scomparire". Il chitarrista si dedicherà ad altri progetti, collaborando con Brian Eno ("No pussyfootin'", "Evening star" e "Exposure") e Peter Gabriel, producendo numerosi artisti e realizzando diversi album solisti, senza smettere mai di sperimentare. Ma all'iniziò degli anni '80 il nome della band torna a circolare, anche se inizialmente Fripp pensava di presentarsi con il nuovo gruppo assegnandogli il nome che sarà poi dato al nuovo album.

Assieme a Fripp ci sono stavolta Bruford e due ottimi strumentisti americani: Adrian Belew alla chitarra e alla voce e Tony Levin al basso; insieme, questi musicisti realizzano tre ottimi album di rock moderno, ancora una volta molto originale e abbastanza diverso da quanto fatto in passato: "Discipline" (1981), "Beat" (1982) e "Three of a perfect pair" (1984). Più vicini alla forma canzone, questi album mostrano ugualmente la carica e la classe del Re Cremisi, con qualche strizzatina d'occhio al periodo 1973-74. Dal vivo, la nuova formazione esordisce il 30 aprile 1981, a Moles in Bath e dopo una tournée che si conclude con due date allo Spectrum di Montreal il 10 e l'11 luglio 1984 (l'ultima data sarà documentata su "Absent lovers", doppio cd uscito nel 1998), seguirà un nuovo periodo di pausa, in cui Fripp continuerà con i suoi vari progetti solisti e collaborazioni (tra cui si segnalano quelle con Andy Summers e David Sylvian). Solo nel 1994, dopo l'inizio di una serie di uscite di album retrospettivi (la qual cosa sarà molto sfruttata negli anni a seguire attraverso la realizzazioni di numerosi ed interessanti documenti postumi, alcuni dei quali sono già stati citati), i King Crimson tornano alla ribalta.

Stavolta la band si ripropone in un'insolita veste di "doppio trio": due chitarristi (Fripp e Belew), due bassisti (Levin e Trey Gunn) e due batteristi (Bruford e Pat Mastellotto). Già dal 1990 Fripp aveva l'idea di ricomporre la band, ma i suoi litigi col management della EG Records, che aveva sempre rappresentato i King Crimson dal 1969, nonché gli impegni di Levin e Bruford, comportarono uno slittamento nella realizzazione del nuovo materiale. Il 1994 trascorre tra prove in studio ed esibizioni live; dopo l'uscita del minicd "Vrooom" per la neonata etichetta indipendente Discipline Global Mobile, la band si presenta nuovamente in concerto il primo ottobre al Prix d'Ami di Buenos Aires. I King Crimson suonano in Argentina per due settimane e da una delle esibizioni tenute al Broadway Theatre, sempre a Buenos Aires, sarà tratto il doppio cd "B'boom: Official bootleg - Live in Argentina", del 1995. "Vrooom" anticipa e precede di un anno i discorsi di "Thrak", album registrato e mixato in 6 settimane ai Real World Recording Studios di Box, in Gran Bretagna e che vede nuovamente alla ribalta il sound dei King Crimson del periodo '73-'74, modernizzato grazie al sapiente uso della tecnologia e mostrando comunque un gruppo affiatato ed originale come sempre. "56'39'' di canzoni riguardanti l'amore, la morte, la redenzione e ragazzi maturi che hanno erezioni".

L'1 maggio 1995 inizia a Dornbirn in Austria un nuovo tour mondiale che durerà tutto l'anno. Questo tour frutta un nuovo live album, il controverso e curioso "THRaKaTTaK", contenente esclusivamente delle improvvisazioni tratte dai concerti. Continua il periodo delle numerose uscite discografiche con materiale d'archivio ed iniziano a muoversi i cosiddetti ProjeKcts, band improvvisate in cui i 6 membri dei King Crimson si alternano offrendo, a partire dal novembre 1997, esibizioni live (alcune delle quali saranno immortalate su cd) dall'alto tasso di improvvisazione e di tecnologia. Il primo parto di questa fase è l'album "Space groove" del ProjeKct Two (Fripp, Gunn e Belew), registrato a Nashville tra il 19 e il 21 novembre; seguiranno diverse esibizioni live dei vari "sottogruppi" (ProjeKct One: Bruford, Fripp, Gunn, Levin; ProjeKct Three: Mastellotto, Gunn, Fripp; ProjeKct Four: Levin, Mastellotto, Gunn, Fripp), parte delle quali saranno raccolte nel cofanetto di quattro cd "The projeKcts", uscito nel 2000. Da questa che sarà definita "fractalization" dei King Crimson, si giunge al 2000, anno in cui arriva un nuovo tassello nella discografia del Re Cremisi; si tratta di "The construKction of light", in cui suonano Fripp, Belew, Gunn e Mastellotto e che contiene una musica molto dura e cerebrale, con una violenza sonora non indifferente, sempre alla ricerca della massima originalità. Ma l'attività discografica è irrefrenabile: escono infatti nel 2001 altri due album legati a questi quattro musicisti: il triplo live "Heavy ConstruKction" (due cd con canzoni eseguite spesso nei concerti ed uno contenente esclusivamente improvvisazioni) e "Heaven and Earth", accreditato al ProjeKct X e contenente registrazioni e prove delle sessions di "ConstruKction of light".

DISCOGRAFIA

IN THE COURT OF THE CRIMSON KING (1969)

Lo straordinario esordio dei King Crimson rimarrà un album che entrerà a pieno diritto tra i capolavori della storia del rock, grazie all'incredibile bellezza della musica contenuta, abbinata all'elevato tasso di innovazione e di ricerca. L'album si presenta meraviglioso a partire dalla splendida copertina, che nell'iconografia rock riveste tutt'oggi un ruolo di primissimo piano. L'apertura del disco è affidata a "21st century schizoid man", quasi un cazzotto nello stomaco per la violenza sonora, con le chitarre ed il sax ad inseguirsi in vorticosi sentieri e ritmiche sostenute che non danno un attimo di tregua. A calmare le acque, segue la dolcissima "I talk to the wind", in cui il flauto di McDonald ci rilassa in delicate atmosfere e ci porta nella epica "Epitaph", manifesto del primo periodo del Re Cremisi, dove le tonnellate di mellotron, le chitarre acustiche e la calda voce di Lake regalano emozioni a non finire. Il lato B del disco si apre con il brano più sperimentale, "Moonchild", la cui prima parte segue un buon prog melodico, per poi tramutarsi nella seconda in piccoli tocchi strumentali dei vari musicisti, dissonanze e suoni percussivi, pennellati apparentemente a caso e che mostrano la febbrile voglia di ricerca dell'epoca. L'album si chiude con un altro brano magniloquente, la title-track, che segue la falsariga di Epitaph. Un esordio che definire spumeggiante è dir poco, i King Crimson si affacciano nel mondo del rock, con uno stile unico, innovativo e con la voglia crescente si sorprendere e "andare avanti", voglia che non perderanno mai in futuro.

IN THE WAKE OF POSEIDON (1970)

Il secondo album del gruppo segue le caratteristiche del debutto: all'infuocata "Pictures of a city" segue infatti la melodia di "Cadence and cascade" e "In the wake of Poseidon", che è la "Epitaph" della situazione. "Cat food" comincia invece a mostrare qualche spinta verso il jazz-rock che sarà preponderante nei successivi due album, mentre "Devil's triangle" è un delirio sonoro in cui Fripp riprende anche un estratto dei "Pianeti" di Holst. Si alternano nell'album anche tre brevi bozzetti intitolati "Peace". L'album doveva essere doppio, ma l'abbandono di McDonald mise le redini del gruppo in mano a Fripp, la cui leadership durerà in eterno. Quella che doveva essere la seconda metà di questo disco uscirà a nome di McDonald & Giles.

LIZARD (1970)

Con "Lizard" si cambia decisamente registro ed inizia una contaminazione col jazz-rock abbinato alla costante ricerca avanguardistica di Fripp. La presenza di musicisti quali Keith Tippett al piano, Robin Miller all'oboe, Mark Charig alla cornetta, Nick Evans al trombone sono sintomatici della direzione che prende il Re Cremisi. Il lato A dell'album è composto da quattro brani i cui incastri sonori sono assolutamente perfetti e la ricchezza strumentale si sente appieno. Il lato B è occupato dalla fantastica suite che dà il titolo all'album. L'apertura di questa suite è affidata a "Prince Rupert awakes", cantata da Jon Anderson degli Yes, melodica e raffinata; segue lo splendido strumentale "Bolero", il cui titolo dice tutto, è poi il turno di "The battle of glass tears" in cui si ripresenta lo spirito di ricerca dei Crimson; per concludere con "Big top", finale strumentale e travolgente. Un altro tassello di grande valore si inserisce nell'incredibile discografia dei King Crimson, con un album fresco, originale e dalle mille sfumature.

ISLANDS (1971)

Ancora grazie agli ospiti del jazz inglese d'avanguardia, "Islands" conferma e porta ulteriormente avanti il discorso sperimentale di Fripp & co. Le originali e strampalate melodie di "Formentere lady", che aprono l'album, si trasformano in "Sailor's tale", brano che preannuncia il futuro stile dei King Crimson con la chitarra a lanciarsi in tormentosi solos, cambiando mille volte direzione, e seguita da una sezione ritmica agilissima. "The letters" e "Ladies of the road" sono maggiormente influenzate dal jazz-rock, mentre "Prelude: song of the gulls" è la strumentale parentesi classicheggiante. La conclusiva title-track porta a termine l'album iniziando con splendide melodie vocali per poi arroventarsi nella parte strumentale, in cui si fa largo un meraviglioso assolo strumentale alla cornetta di Charig, che molti vedono come uno dei punti più alti mai toccati dal Re Cremisi. I King Crimson si confermano straordinaria macchina innovativa con un altro album che rasenta la perfezione e mostra ancora una volta il grande fervore musicale di quegli anni.

EARTHBOUND (1972)

Purtroppo la grandezza dei Crimson di questo periodo non trova riscontro nell'album dal vivo in questione, registrato male e contenente improvvisazioni che in realtà non rendono giustizia alla creatività del gruppo. Al punto che Fripp vedrà sempre quest'album come "primo bootleg ufficiale della storia". Un episodio, quindi, di assoluto secondo piano nella carriera della band.

LARKS' TONGUES IN ASPIC (1972)

La voglia di mantenere maggiormente stabile il gruppo e il continuo interesse a cambiare sempre proposta musicale, porta Fripp a rivoluzionare line-up e suoni. Con Cross al violino ed una sezione ritmica fantastica che vede Wetton al basso (e anche alle parti vocali), Bruford alla batteria e Muir alle percussioni, il Re Cremisi si ripresenta all'appuntamento discografico con un album freschissimo, vitale ed un sound nuovo. Grinta e sperimentazione si abbinano meravigliosamente, come mostrano le due parti di "Larks' tongues in aspic" e "The talking drum", in cui Fripp, riprendendo quanto già fatto in "Sailor's tale", porta la chitarra oltre ogni limite, seguito a ruota dagli altri musicisti che si mostrano ben più che semplici comprimari. Le timbriche adottate, la tecnica chitarristica, i lunghi momenti strumentali e di improvvisazione in cui Fripp si va a districare in soluzioni labirintiche senza mai perdersi, sono l'ennesima testimonianza di quanto "avanti" sia la band. Non mancano momenti melodici come "Book of Saturday" ed "Exiles", brani delicatissimi in cui riveste un ruolo di primaria importanza anche il contributo violinistico di Cross. Si presenta invece su binari più "hard" la travolgente "Easy money", caratterizzata dal riff aggressivo e dalle splendide melodie vocali. I "nuovi" King Crimson esordiscono quindi alla grande, senza aver perso nulla dello spirito innovativo che li aveva contraddistinti fino a quel momento.

STARLESS AND BIBLE BLACK (1974)

Maggiormente improvvisato, frutto anche di alcune registrazioni dal vivo, quest'album segue alla grande le coordinate di "Larks' tongues in aspic". E' sempre la chitarra di Fripp a farla da padrona, ma gli altri musicisti si ritagliano sempre il loro spazio mostrando tutte le loro doti e tutta la loro abilità. "Fracture", la title-track, "The great deceiver" mostrano il lato più violento del gruppo, "Lament" e "The night watch" quello più melodico, "We'll let you know", "The mincer" e "Trio" quello più sperimentale. Meno fresco del precedente lavoro, "Starless and bible black" resta comunque un altro straordinario documento della grandezza dei King Crimson.

 

 

 

RED (1974)

C'è chi vede in quest'album il maestoso canto del cigno del progressive rock, chi vede l'ultima grande opera dei King Crimson, chi vede addirittura "IL" capolavoro del prog. "Red" è un'altra straordinaria perla donataci dai King Crimson. La title-track che apre l'album e "One more red nightmare" sono i brani più tirati, articolati in maniera sublime con la grande classe dei musicisti che emerge nota dopo nota. "Fallen angel" è il momento melodico, "Providence" quello improvvisato. Ma queste che sono straordinarie canzoni finiscono quasi con l'impallidire in confronto alla conclusiva "Starless", che è da lacrime tanto è bella! I primi minuti sono costruiti attorno alla ballata melodica nata da un'idea di Wetton, terminata la quale inizia un lungo, incredibile e meraviglioso crescendo strumentale "costruito" da Fripp, che se vede la chitarra in primo piano ed agilissima come sempre, mostra anche come gli altri membri della band (e gli ospiti intervenuti) meritino di far parte di questo gruppo di musicisti così all'avanguardia. Un finale che migliore non si poteva auspicare, dopo il quale inizia il periodo di riposo del Re Cremisi, che si risveglierà solo all'inizio degli anni '80…

USA (1974)

Documentazione dal vivo del periodo 1973-74 dei King Crimson, "USA" è un album che mostra nuovamente le caratteristiche del gruppo senza però aggiungere troppo a quanto dicono i dischi in studio. Molto meglio i documenti postumi che usciranno negli anni '90 e che mostreranno come questa band non sia stata grandissima solo in studio.

DISCIPLINE (1981)

All'inizio degli anni '80 Fripp ha ancora voglia di stupire e decide di svegliare dal torpore il Re Cremisi. Per farlo si avvale di musicisti di grande classe richiamando il fido Bruford e reclutando il chitarrista-cantante Adrian Belew e il bassista Tony Levin. Il primo album di questa nuova incarnazione dei King Crimson è "Discipline" che, tra qualche rimando al passato con chitarre sempre più "frippiane", mostra un rock molto moderno, abbinato al grande tecnicismo e alla perenne voglia di sperimentare attraverso brani vicini alla forma canzone, ma sempre originalissimi e personalissimi. Il mancato utilizzo dei piatti nella sezione ritmica, melodie sempre particolari e ardite soluzioni strumentali mostrano un gruppo più vivo che mai. L'album è freschissimo e non troppo legato al passato, i "nuovi" Crimson mostrano grandissima personalità e mettono le basi per un ottimo trittico di lp di gran valore.

BEAT (1982)

Il nuovo album della "four-pieces band" non cambia di una virgola il sound e prosegue con "Beat", bell'album che non può essere più considerato una sorpresa come il precedente, ma che contiene bellissime canzoni quali "Neal and Jack and me", "Heartbeat", "Sartori in Tangier", "Neurotica".

THREE OF A PERFECT PAIR (1984)

Il discorso degli anni '80 prosegue con quest'album che è forse un po' più debole dei precedenti, anche perché l'effetto sorpresa, se così si può chiamare, è ormai passato. Non mancano momenti di grande intensità come la title-track, "Sleepless", "Man with an open heart", "Industry" e "Larks' tongues in aspic part III"; così come non mancano situazioni più sperimentali ed atmosferiche. In ogni caso, resta l'ultimo documento di questo periodo dei King Crimson, che torneranno a far parlare di sé solo dopo un decennio.

THE GREAT DECEIVER (1992)

Degli innumerevoli album contenenti materiale d'annata mi preme segnalare in particolar modo questo cofanetto di 4 cd, in cui sono incluse delle registrazioni dal vivo del periodo 1973-74. Tutta l'energia dei King Crimson delle tournée di quel periodo è qui catturata ed è possibile ascoltare la grandezza di questa band in uno dei periodi più importanti della loro carriera. Brani di "Larks' tongues in aspic", "Starless and bible black", mirabolanti esecuzioni della straordinaria "Starless" e numerose improvvisazioni sono contenute in questo box-set che è ben più di una chicca per amanti del gruppo, essendo invece un fantastico documento dell'effervescenza e della genialità che il miglior momento del progressive rock ha lasciato ai posteri.

VROOOM (1994)

E' il 1994 quando i King Crimson ritornano sulle scene con questo minicd che fa da preludio all'album sulla lunga distanza. Il "doppio trio" formato da Fripp e Belew alle chitarre, Levin e Trey Gunn al basso e allo stick e Bruford e Pat Mastellotto alla batteria e percussioni si mostra subito vivo, intrigante e voglioso di stupire. Sei brani, alcuni aggressivi, altri delicati fanno parte dei 30 minuti di "Vrooom", che lascia presagire grandi cose….

THRAK (1995)

…e infatti il nuovo album dei King Crimson mostra un vigore ed una carica straordinari. Anche qui si alternano brani più tirati, eredi di quella "Red" da cui sono ormai passati oltre 20 anni ("Vrooom", "B'boom", "Thrak", "Vrooom vrooom") e momenti melodici dallo straordinario coinvolgimento emotivo ("One time", "Walking on air"). Non mancano esempi di ottimo rock moderno-tecnologico ("Dinosaur", "People", "Sex sleep eat drink dream"), le eccellenti esibizioni tecniche e le consuete pause strumentali. Un ritorno in grandissimo stile, poc'altro da dire!

 

 

 

 


Documenti vari

Il ritorno sulle scene dei King Crimson coincide con una forte spinta della nuova etichetta, la Discipline Global Mobile, a diffondere materiale di archivio del gruppo. Cominciano ad uscire, quindi, una serie di live, tutti molo interessanti, che coprono i vari periodi che hanno reso celebre il gruppo. Si va, così, da "Epitaph", che contiene registrazioni dal vivo della mitica formazione del 1969, a "The night watch", che illustra un meraviglioso concerto del 23 novembre 1974 tenuto ad Amsterdam. Non manca il periodo dedicato agli anni '80 con "Absent lovers", mentre alle incarnazioni degli anni '90 del Re Cremisi saranno dedicati "B'boom - Live in Argentina", "Vrooom Vrooom" e "Heavy construKction", quest'ultimo conseguente al tour dell'album in studio successivo a "Thrak". Non mancano neanche stranezze come "Thrakattak", raccolta di improvvisazioni dal vivo del tour di "Thrak" e "Schizoid man", che contiene invece diverse versioni di diverse formazioni dei Crimson della celeberrima "21st Century schizoid man". Ma non finisce qui, perché la casa discografica mette a disposizione un vero e proprio club, iscrivendosi al quale è possibile ricevere altri documenti d'archivio, con concerti del 1969, 1971, 1972, 1984, 1994, demos ed altri progetti. Insomma, il superfan del gruppo si può senz'altro sbizzarrire ascoltando i propri idoli nei più svariati contesti.

I PROJEkCTS

Nello stesso periodo i 6 membri del gruppo si esibiscono spesso dal vivo in formazioni ridotte, alternandosi generalmente in quartetti dove i soli Fripp e Gunn sono sempre presenti. Queste formazioni, ribattezzate ProjeKcts One, Two, Three e Four offrono un rock molto tecnologico, dove a svettare sono le lunghe improvvisazioni strumentali ed il larghissimo uso dell'elettronica. Ancora una volta Fripp mostra di essere avanti e di guardare al futuro senza voltarsi troppo indietro. I ProjeKcts vengono fatti conoscere al pubblico grazie a pubblicazioni discografiche quali "Space groove" del ProjeKct Two ed un cofanetto con 4 cd dei 4 ProjeKcts (ProjeKct One: "Live at Jazz Cafe"; Two: "Live groove"; Three: "Masque"; Four: "West Coast live").

THE CONSTRUkCTION OF LIGHT (2000)

Si giunge al 2000 con i King Crimson formati stavolta da Fripp, Belew, Gunn e Mastellotto che realizzano quest'album durissimo e oscuro. Fripp porta la sua chitarra in primissimo piano e la musica diventa cerebrale e cupa come non mai. Non c'è un attimo di tregua per tutta la durata del cd, che lascia l'ascoltatore col fiato sospeso per un'ora. Qualche rimando al passato più glorioso non manca, ma il lavoro si presenta decisamente ostico, al punto che non tutti lo apprezzeranno. A mio avviso, invece, i King Crimson si mostrano per l'ennesima volta incuranti di pregiudizi e di potenziali critiche, proseguendo per la loro strada e con la innata voglia di lasciare sempre a bocca aperta chiunque incroci il loro cammino. Risultato raggiunto in pieno con un album che, per quanto duro, è straordinario ed è l'ennesima prova della classe di un gruppo che comunque non deve dimostrare niente a nessuno.

 

Peppe

Agosto 2002

Ultimo aggiornamento (Lunedì 30 Agosto 2010 16:00)