MUSICAL BOX
Gran Teatro, Roma, 24 gennaio 2005

Tornano in Italia i Musical Box a meno di un anno di distanza dal Selling England Tour per celebrare il trentennale di una pietra miliare della storia del rock progressive: The Lamb Lies Down On Broadway. Definire il gruppo canadese una semplice cover band dei Genesis è sinceramente riduttivo: i Musical Box, oltre ad essere perfetti nel riprodurre il sound dell'epoca (facendo ampio ricorso alla strumentazione vintage), riescono a replicare gesti, vezzi ed atteggiamenti del quintetto inglese. A questo va aggiunta una scenografia ricostruita nei minimi dettagli, con l'utilizzo di costumi e diapositive originali, forniti dal management dei Genesis. Insomma, quando inizia lo show è come fare un tuffo indietro nel tempo e se certe soluzioni sceniche che all'epoca risultavano avveneristiche oggi fanno sorridere (es. le luci stroboscopiche), è impossibile non appassionarsi alla storia di Rael, raccontata dal cantante Denis Gagnè che, come sua abitudine, presenta i brani nell'italiano comico di Gabriel. A detta di molti, è proprio questa pedissequa ripetizione a rappresentare il limite di questa band, fedele replicante dei maestosi Genesis di quell'epoca. Fermo restando che gli originali non si esibiscono più (ed anche se lo facessero, non raggiungerebbero la bravura dei TMB), credo che non ci sia nulla di strano nel proporre uno spettacolo di altissimo livello, peraltro non inflazionato da video o riproposizioni. Sarebbe come dire, con tutte le distanze del caso, che poiché Eduardo De Filippo è morto, le sue commedie non possono essere più rappresentate... Inaugurando la stagione del distacco dal nostro paese, il Lamb Tour toccò l'Italia solo di sfuggita per un unico concerto a Torino, peraltro funestato da incidenti. Non esistendo video di quella tournèe, lo spettacolo romano può a ben ragione essere considerato una primizia per il pubblico italiano, che per la prima volta dopo 30 anni può vedere il famoso costume dello Slipperman, il giubbotto di pelle prepunk di Rael e le mille altre trovate sceniche che la fervida mente di Gabriel seppe inventare. Ed infatti il Gran Teatro (3000 posti di capienza) è quasi pieno. Non posso non tornare con la mente allo sparuto gruppo che, più o meno di questi tempi e sempre nella capitale, partecipò al bellissimo concerto elettrico di Hackett, per definire nostalgici gli appassionati italiani. Ad ogni modo, i Musical Box, senza quasi interruzioni, eseguono l'intero concept, finanche troppo fedelmente (avrebbero potuto, ad esempio, evitare di sfumare i pezzi in maniera così drastica). Dal vivo si apprezzano maggiormente i contributi di Rutherford e Hackett mentre è impressionante la somiglianza della voce del batterista Martin Levac con quella del Collins del 1975. Tuttavia, dopo aver visto lo show, non si fa fatica a capire il malcontento del gruppo nei confronti di Gabriel, autentica figura preponderante sul palco, capace di oscurare gli altri musicisti. Un Gabriel/Gagnè che, come vuole la storia, arriva a sdoppiarsi su It, l'epilogo di una storia che ci ha incantato, facendoci amare ancora di più The Lamb, disco che a breve potremo gustarci nella versione remixata in 5.1. I due bis, The Musical Box e Watcher Of The Skies, emozionano un pubblico che può lasciare il teatro soddisfatto di aver assistito ad un grande evento, un dovuto omaggio ad uno spettacolo che merita senz'altro una visibilità ben più vasta di quella degli appassionati di musica prog.

Giovanni
Gennaio 2005

 

Ultimo aggiornamento (Lunedì 14 Giugno 2010 14:56)