Mad Men Moon live

Cercola (NA), 10 aprile 2003

E' da tempo che mi definisco un inguaribile nostalgico e ormai alla soglia dei 44 mi faccio prendere sempre la mano da un irrefrenabile desiderio dI immergermi in quelle atmosfere che hanno accompagnato i sogni della mia vita.
Ed è così che giovedì 10 aprile, ancora una volta, dopo aver percorso circa 30 km giungo, verso le 21:30, al "Gulliver Inn", bel locale in quel di Cercola, paese alle falde del Vesuvio, in provincia di Napoli.
Ai tavoli scorgo immediatamente il mitico Salvatore Intragna (che non rigrazierò mai abbastanza per i Gandalf) in compagnia del sempre più simpatico Achille Benigni e di un ragazzo biondo (che avevo già visto al "Napul@" in occasione del concerto dei Garden Wall) di cui purtroppo non conosco il nome. Dopo poco arriva Giovanni (Englishman) e ragazza e prendiamo posto alla sinistra del palco dove suoneranno i Mad Men Moon.
Mi metto a parlare con un ragazzone grande e grosso (non so perché, ma mi ricorda tanto Garrone del "Cuore") e di una simpatia travolgente: è Lello Roccasalva, tastierista della band, che mostra di avere una memoria d'acciaio per il fatto che mi riconosce perché anni prima avevo seguito un lavoro al fabbricato dove abita la madre al Vomero.
Arriva gente e il locale man mano si riempie, tra il pubblico scorgo un mio collega di lavoro (anche qui) e Sandro Gais dei grandi Garden Wall.

Il concerto inizia dopo le 23:00, i "Pazzi Uomini Luna" prendono posto: il già citato Lello Roccasalva alle tastiere, Diego Di Finizio alle chitarre, Ciro Sebastiani al basso, Paolo Terzi alla batteria e Marco Signore alla voce.
Si inizia alla grande con "Dance on a Volcano" ben suonata, ma storco un po' il naso(ne) quando avverto le note che conducono ad "Abacab", brano peraltro ben eseguito dai ragazzi che si riscattano immediatamente con la prima perla della serata, "Seven Stones", seguita dalla immensa "Fountain of Salmacis" e "Carpet Crawlers".
Abbiamo subito la sensazione che il cantante Marco Signore, più impostato su uno "stile Fish" che non gabrielano, se la cava meglio sui pezzi di Gabriel che su quelli di Collins, dove ci sembra un po' in ritardo di preparazione.
I ragazzi però ce la mettono tutta e ci ammaliano con una bella esecuzione di "Home by the Sea/Second Home by the Sea" e della eccellente "All in a Mouse's Night" con una splendida apertura tastieristica di Lello.
Sarà il topo, sarà il gatto, ma io non riesco a stare fermo e mi sposto continuamente da una panca ad una sedia e faccio dei siparietti che divertono i miei amici ed il pubblico presente. Il cantante si allontana e dalle quinte riappare con un mantello luminescente e le ali da pipistrello sulla testa: è il preludio a "Watcher of the Skies" con un suono di tastiere molto vintage.
E' con estrema disinvoltura che si passa a "Robbery, Assault & Battery" e a "Firth of Fifth" (senza l'intro) dove il chitarrista Diego Di Finizio sa ricreare le sognanti armonie di Steve Hackett.
Nonostante le innumerevoli difficoltà tecniche, in particolare con le tastiere, e qualche problema con il mixer, i ragazzi, spinti da una notevole passione realizzano un medley che comprende "In the cage", "In that quiet Earth", "Raven", "Afterglow" dove si evidenzia una buona sezione ritmica che sostiene l'impianto sonoro fino alla fine del concerto.

E' la volta del bis: viene eseguita un'ottima versione di "Biko" di Peter Gabriel, che visto il momento, è quanto mai toccante.
Il concerto è finito, il pubblico è compiaciuto e si rimane un po' con i ragazzi a scambiare quattro chiacchiere. La serata è stata piacevole, è tardi e l'indomani tocca alzarsi presto per andare al lavoro. Mi tocca percorrere altri 30 km, ma non importa, tanto sono in compagnia della musica dei GENESIS.

Nando Caserta

 

Ultimo aggiornamento (Lunedì 14 Giugno 2010 14:22)