Abbiamo ascoltato i dischi dei Lingalad; abbiamo letto lo splendido libro che Donato Zoppo ha scritto su di loro… Per completare il quadro e darvi una panoramica completa di questo vero e proprio mondo incantato, abbiamo voluto dare parola alla loro figura più rappresentativa, Giuseppe Festa, da noi contattato via e-mail e che ringraziamo per la sua gentilezza e disponibilità. Eccovi il resoconto della chiacchierata telematica:

 

 -Qual è stata la molla che ti ha portato a intraprendere la via musicale e come mai dopo gli inizi solisti hai preferito puntare su un lavoro di gruppo creando i Lingalad?

L'amore per il potere evocativo del mondo naturale e la mia passione per la musica: queste sono state le molle. Il desiderio di scrivere qualcosa da poter cantare con gli amici viandanti durante le passeggiate per i boschi. E' nato tutto così. Nel gruppo c'è una dimensione di condivisione nella quale mi trovo a mio agio, più che da solista.


-Parlaci del tuo rapporto con la letteratura di Tolkien.

L'ho scoperta tardi, solo una decina di anni fa. In essa ho ritrovato quel mondo fantastico, quella capacità di volare con la mente che stavo perdendo. Mi ha dato una grossa mano a riappropriarmi di ciò in cui credevo e che mi stava sfuggendo tra le mani, travolto dalla monotonia della mia vita di allora.


-Quali emozioni hai provato ricevendo e leggendo la lettera di Priscilla Tolkien?

Non credo si possano descrivere. Le lascio immaginare ai lettori. Posso dire che non credevo ai miei occhi quando ricevetti quella lettera dal formato decisamente Hobbit, con la firma dell'anziana signora Tolkien. E' stata gentilissima a scrivermi, un dono davvero inaspettato. Mi sorprese il fatto che espresse il suo parere sulle singole canzoni, tentando anche di riportare i titoli in italiano.

 

 -Quanto è importante la dimensione live per i Lingalad?

E' davvero fondamentale. Il rapporto col pubblico ai concerti è necessario  per suonare col cuore. Pochi giorni fa abbiamo suonato qualche brano alla serata conclusiva dello Spirito del Pianeta, vicino a Bergamo, davanti a circa 6000 persone... c'è stata molta adrenalina... ma in me poca emozione. Quando il pubblico è tanto sembra lontano, impersonale. Mi piacciono di più le situazioni raccolte e più famigliari.


-Noti differenze nell'accoglienza della vostra proposta tra l'Italia e l'estero?

Notiamo entusiasmo ovunque, anche se all'estero i mass media importanti sono più aperti a promuovere gruppi indipendenti. Da noi assolutamente no. Per quanto riguarda la gente, il calore degli italiani è noto... ma gli americani non li batte nessuno: avranno tanti difetti, ma si sanno entusiasmare come bambini. Questo è un lato di loro che apprezzo davvero.


-Qualche ricordo sulle esperienze al The Gathering of the Fellowship.

Molti, in particolare il concerto di apertura in compagnia di un musicista eclettico e originale, Thooth. Un momento magico, visto che era la prima volta che ci vedevamo. Abbiamo trovato un feeling nell'improvvisazione davvero ottimo. E poi la simpatia dell'attore Craig Parker (Haldir nel film di Petar
Jackson) e la festa fatta nella sua camera d'albergo. Un evento tutt'altro che mondano, molto simpatico e semplice.


-A cosa è dovuta la decisione di puntare meno su tematiche tolkieniane per abbracciare un discorso più ampio?

In primis quello di esprimere ciò che era nei nostri cuori. Il rapporto tra uomo e natura è al centro della nostra esperienza musicale e di vita. Inoltre cominciavamo a stancarci dell'etichetta di gruppo tolkieniano.


-Avete qualche modello musicale da cui traete spunto, o che in qualche modo vi influenza?

Molti e nessuno. Difficile da dire. Mi hanno fatto in tanti questa domanda e non sono mai riuscito a rispondere in modo adeguato. Me ne scuso.


-La vostra è una proposta un po' sui generis e, proprio per questo, può rientrare a pieno titolo nel mondo del prog. Eppure nelle cronache odierne sulle riviste e le webzine specializzate non si parla molto di voi. Secondo te da cosa dipende?

Innanzi tutto siamo molto pigri e non ci facciamo pubblicità. Per cui è difficile pretendere che i giornalisti vengano a bussarci all'uscio di casa. Ma qualcosa si sta muovendo anche in questo campo, soprattutto dopo l'uscita del libro La Musica dei Lingalad di Donato Zoppo.


-Perché puntate sull'autoproduzione? Pensate di continuare così anche in futuro?

Ci permette di fare ciò che sentiamo e non ci pone troppi vincoli. Tutti abbiamo un secondo (o primo?) lavoro oltre alla musica, per cui il rischio di non poter onorare gli impegni sarebbe grande. In futuro? Se trovassimo un'offerta che rispetti il nostro modo di far musica, perchè no?


-Com'è nata AngBand e cosa rappresenta? Credi che sia un'esperienza che può essere ripetuta?

E' nata per gioco grazie all'amico Renato detto Farabirr... ci ha coinvolto in una serie di canzoni parodistiche del Signore degli Anelli. Ci siamo presentati sul palco con lunghe parrucche e vestiti davvero improbabili... ma ci hanno riconosciuto, ahimè!!! Faremo il bis a settembre alla Hobbiton 2008, sempre a Bassano del Grappa. E' possibile ascoltare il concerto fatto a Bassano del Grappa cercando Angband su youtube.


-Cosa ne pensi dei numerosi musicisti che, in un modo o nell'altro, si sono ispirati a Tolkien e alle sue saghe? E in particolare di quelli legati al mondo del progressive?

Ce ne sono stati davvero tanti. Li ho imparati a conoscere solo dopo aver pubblicato il primo cd Voci dalla Terra di mezzo... e io che credevo di essere tra i pochi!!!! Poi amo particolarmente i Dream Theater, sono eccezionali.


-Cosa ci dici, invece, del tuo esordio da scrittore? La letteratura è un altro campo in cui pensi di poterti impegnare in futuro?

Il romanzo I Boschi della Luna mi sta dando grandi soddisfazioni, inaspettate, devo ammettere. Sì, credo che scriverò ancora qualcosa in futuro, quando ne avrò il tempo. Intanto qualche storia in testa ce l'ho.


-Cosa ne pensi del libro curato da Donato Zoppo e uscito di recente?

Credo che Donato abbia fatto un lavoro davvero pregevole. E' riuscito a entrare in perfetta sintonia con il mondo dei Lingalad e ci siamo trovati benissimo con lui, fin dall'inizio. E' un giornalista molto giovane eppure ha una cultura musicale davvero notevole. Mi sento di prevedere per lui un grande futuro (leggendo queste parole Donato si cimenterà in ogni tipo di gesto scaramantico!).


-Internet e musica: due mondi a quanto pare inscindibili oggigiorno. E il web è stato importante anche per i Lingalad e la diffusione del loro nome e della loro proposta. Quanto è importante per voi internet? E quali riflessioni ti vengono da fare pensando al suo legame con il mondo musicale?

Sì per noi è Internet ci ha aperto la strada e ci ha fatto conoscere. Uno strumento fondamentale per un gruppo indipendente. In generale, però, è inutile negare che si sia abbattuto come una scure sul mondo della
discografia. Anche se i prezzi dei cd fossero stati la metà, credo che l'opportunità di scaricare musica gratis avrebbe comunque prevalso. Quindi, Internet strumento ottimo per i gruppi emergenti che desiderino farsi conoscere (senza far soldi!!!), ma una vera catastrofe per il sistema discografico in generale.


-Per finire, quali sono i progetti futuri?

Stiamo lavorando a un cd dal titolo Vicolo delle Candele, che raccoglie le storie e le leggende dei popoli delle nostre Alpi. Un progetto al quale tengo molto e che spero possa vedere presto la luce.

 

Peppe
giugno 2008

Ultimo aggiornamento (Martedì 27 Ottobre 2009 11:00)