La sera successiva al concerto in dell’Allan Holdsworth Trio ad Agropoli, in occasione di una manifestazione in onore a Frank Zappa, abbiamo avuto l’opportunità di scambiare qualche parola con Chad Wackerman , che, ricordiamo, ha suonato in diversi album di Zappa (giusto per citarne alcuni: Them or us, Jazz like hell, Sleep dirt e i due splendidi live The best band you never heard in your life e Make a jazz noise here). Il suo stile pulito, fluido e tecnico, capace di combinare elementi del rock e del jazz, è una caratteristica importante di questi lavori e di quelli derivanti dalla sue innumerevoli altre collaborazioni (tra le quali ricordiamo, oltre quella con Allan Holdsworth, anche le esperienze al fianco di Andy Summers, Steve Vai, Dweezil Zappa, John Patitucci, Joe Sample, ecc.). L’incontro è stato reso possibile grazie all’apporto fondamentale di Biagio Francia, organizzatore del concerto, della testata locale Unico (www.unicosettimanale.it) e alla disponibilità di Pasquale Carrino, proprietario dell’Hotel Village Marina, che ospitava la band a Paestum. Chad, gustando lentamente un bicchiere di vino rosso, si è dimostrato molto disponibile ed affabile, tenendo ben lontani quell’alterigia e quegli atteggiamenti da star che spesso caratterizzano le persone che ottengono anche solo un minimo di successo. Ne è venuta fuori una chiacchierata gradevole, rilassata, quasi informale. 

 

Questa manifestazione in onore a Frank Zappa è stata un evento molto importante. Vorremmo iniziare col chiederti di darci le tue impressioni sulla serata di ieri e di farci partecipi di qualche tuo ricordo di Frank.

 

Riguardo l’evento è andato tutto bene e ci siamo divertiti molto. E’ stato organizzato molto bene, in particolare siamo molto soddisfatti del suono, perché noi andiamo in tour senza un sound crew e quindi cambiamo personale ad ogni concerto. Con il tipo di musica che suoniamo è essenziale che sul palco ci si possa sentire l’un l’altro ed è sorprendente quanto spesso capita di suonare in circostanze dove tutto ciò non avviene. Ieri sera è stato tutto perfetto, siamo stati a nostro agio e anche il pubblico è stato fantastico. Era un audience non composta da nostri fan, il pubblico era variegato, ma sembra che il concerto sia piaciuto ed è bello ricevere molti complimenti da persone che forse non hanno mai ascoltato jazz-fusion prima. Il fatto che a loro sia piaciuto significa molto per noi. Per la seconda parte della domanda, devo dire che è stato importante per me partecipare ad una manifestazione in onore a Frank Zappa, perché lui mi ha aiutato tantissimo nella mia carriera. Ha cambiato la mia vita. Ci manca molto. Ho suonato con lui dal 1981 fino quasi al 1989, principalmente nella sua rock band, ma sono stato coinvolto anche nei suoi progetti di musica classica. Nel 1985 mi ha portato a Londra, dove abbiamo registrato due dischi con la London Symphony Orchestra. Non c’era rock, ma musica classica del ventesimo secolo. Musica molto difficile, con ritmi particolarmente articolati. 

 

E’ risaputo che Frank Zappa è sempre stato molto esigente nella scelta dei batteristi a cui affidarsi. Ed ogni batterista che ha suonato con Zappa si è dimostrato un grandissimo musicista.

 

Sicuramente, infatti i miei batteristi preferiti sono Vinnie Colaiuta e Terry Bozzio. Sono davvero incredibili, sono stati i batteristi che mi hanno preceduto ed hanno avuto una forte influenza su di me. Frank scriveva musica difficile. Prima di suonare la chitarra, suonava la batteria, quindi sapeva ciò che era possibile fare. 

 

Hai una lunga e prelibata carriera, nella quale hai avuto la possibilità di suonare al fianco di musicisti eccezionali…

 

Sono stato fortunato.

 

Quali sono i musicisti migliori con cui hai suonato e quelli con cui ti sei trovato in maggiore sintonia?

 

Probabilmente proprio con Allan Holdsworth e infatti è fantastico suonare in onore di Frank Zappa con la band di Allan, perché Allan è sempre stato il suo chitarrista preferito. Infatti, un episodio divertente mi capitò guardando una rete televisiva locale di Los Angeles. C’era questa donna, che non sapeva assolutamente nulla di musica, che fece una breve intervista a Frank. Gli chiese se c’era qualche musicista che lo entusiasmava in quel periodo e lui fece il nome di Allan Holdsworth. Lei lo guardò stranita come a dire: “Chi?”. Frank lo menzionava sempre come uno dei suoi musicisti preferiti, gli piaceva il suo modo di comporre e il suo stile moderno.

 

Quanto è importante per un musicista come te suonare dal vivo?

 

Mi piace molto suonare dal vivo, ma mi piace molto anche suonare in studio, perché devi curare ogni minimo dettaglio. Quando suoni dal vivo è irripetibile, si creano delle circostanze sfidanti, ogni sera è qualcosa di diverso e in questo genere si può suonare in maniera differente: c’è musica composta, ma si può anche improvvisare.

  

Vero, infatti nei concerti, specie in certi generi di musica, l’improvvisazione riveste un ruolo particolarmente importante…

 

Certo, lo penso anche io e questo vale anche per il rock. Quando ero piccolo, avevo 10 anni e vidi uno degli ultimi concerti di Jimi Hendrix nel 1970 e ricordo ancora oggi la sua capacità di improvvisare. Ed era musica rock! Invece oggi se ascolti i più acclamati gruppi pop, noterai che non fanno più queste cose. Quando suonava la chitarra Frank era diverso, ogni concerto era un’avventura, non potevi mai essere sicuro di niente. Fin dalla giovane età ho sempre apprezzato queste cose. Frank le paragonava ai trapezisti del circo, che camminano su un filo, ma senza una rete sotto che ti protegge se cadi. L’improvvisazione è così: provi qualcosa di nuovo, a volte va bene, a volte no.

  

Questo è un discorso che vale molto per la musica che hai suonato con Frank, ma anche per quella che suoni con Allan. Una musica senza barriere, che fonde rock, jazz e altri stili.

 

Sì, e la musica di Allan suona alle mie orecchie come orchestrale, soprattutto nelle ballate lente. Riesco a immaginare come sarebbe suonata da un’orchestra.

 

Cosa ricorderai e cosa porterai con te di questi giorni ad Agropoli e Paestum?

 

Principalmente il feeling ed il calore della gente. E’ stato splendido suonare ad Agropoli e all’aperto, anche perché era un po’ di tempo che non facevo concerti outdoor. La gente ci ha fatto sentire molto a nostro agio sul palco, a volte capita di essere nervosi, invece ieri sera eravamo molto rilassati.

  

Qualcuno nel pubblico ieri ha detto che stava suonando il più grande chitarrista del mondo. E’ questo lo scopo che si prefigge un musicista? Diventare il migliore?

 

E’ differente per ogni musicista. Penso che ci siano musicisti che portino dei cambiamenti nella musica. Il mio scopo non è quello di cambiare il modo di suonare la batteria. Il mio scopo è il divertimento, trarre piacere dal suonare dal vivo, dal registrare musica, perché è quello che mi piace fare e non riesco nemmeno ad immaginare di poter fare altro. Mio padre era un batterista ed ha esercitato una forte influenza su di me fin da quando ero piccolo. Il mio desiderio è solo quello di suonare e divertirmi. Alcuni musicisti hanno portato dei cambiamenti incredibili nello strumento che suonavano. Jaco Pastorius, con il suo lavoro con i Weather Report, ha rivoluzionato mondo del basso. Frank Zappa è stato una influenza fondamentale per numerosi musicisti, che hanno cambiato il modo di suonare dopo averlo ascoltato. Per la musica classica c’era Igor Stravinskij, la cui musica era così differente da tutto ciò che c’era prima. Jimi Hendrix era un altro che ha apportato cambiamenti. Sono persone che hanno cambiato la musica ed hanno modificato il modo in cui la gente apprezza la musica.

  

Quali sono i tuoi progetti per l’immediato futuro?

 

Ho un nuovo trio, con Doug Lunn al basso fretless, che ha suonato con Terry Bozzio, Mark Isham, David Torn e molti altri, e il chitarrista Mike Miller, che ha suonato con Chick Corea e Gino Vannelli. Sto lavorando a due nuovi dischi; uno con Allan e Jimmy Johnson ed un mio disco solista. Sono anche fortemente coinvolto in un nuovo sito per batteristi, www.drumchannel.com, che sarà on line a settembre. Ci sarà anche Terry Bozzio ed è una combinazione drums-bands, concerti scaricabili, lezioni di batteria; ci saranno insegnamenti e discussioni. Parteciperanno diversi batteristi che hanno suonato con Zappa. Oltre a me, Chester Thompson, Terry Bozzio, Ruth Underwood. Ci saranno anche insegnanti anziani, come il leggendario Joe Morello della Dave Brubeck Band, ha circa ottant’anni, ma è un maestro favoloso, o Joe Porcaro, il padre di Jeff.

  

Oggi, nel dopo concerto, come hai trascorso la giornata? Hai visitato un po’ le nostre zone?

 

Ho visitato i templi di Paestum, poi nel pomeriggio sono andato a fare spese ad Agropoli. Sono stato anche un’ora al mare. Ho raggiunto la spiaggia a piedi, passando dalla pineta , mi ricorda un po’ quelle della California.

  

Conoscevi già Paestum, prima di venirci?

 

No, la città più vicina che conoscevo è Napoli.

  

Quando tornerai nuovamente da queste parti?

 

Quando sarò invitato di nuovo! Porterò anche mia moglie… 

 

Hai qualche suggerimento per attirare da queste parti gente che ama la musica?

 

Organizzare altri eventi e altri concerti simili a questo. Non dovrebbe essere così difficile… Bastano quattro persone per organizzare un evento…

  

Pensi che Paestum sia un luogo adatto per i concerti? D’estate vengono organizzati dei concerti nell’area archeologica, vicino ai templi.

 

Penso di sì, penso che sia un posto magnifico dove suonare.

 

Speriamo che queste ultime osservazioni di Chad non cadano nel vuoto. Un incremento di eventi culturali di questo tipo nelle nostre zone può portare solo note positive: interesse, richiamo, aggregazione e, chissà, un miglioramento nella cultura e nella curiosità dei giovani (ma anche dei meno giovani) verso la grande musica, cose che mancano un bel po’ oggigiorno.

  

Peppe e Giuseppe Scandizzo

Giugno 2008

Ultimo aggiornamento (Mercoledì 27 Agosto 2014 11:10)