Brani:
1-Theatro di memoria; 2-Ozymandias part 1; 3-Avventure di Mastarna; 4-Ozymandias part II; 5-Zeitgeist
Formazione:
Andrea De Luca: basso, chitarre elettrica ed acustica, sintetizzatori, sax, violino, santoor, theremin, chau gong; Carlo Fattorini: batteria acustica, glockenspiel, marimba, ogororo plates, bodhran, percussioni acustiche e virtuali; Silvia Scozzi: voce; Franco "Tatanka" Terralavoro: sax contralto, flauto traverso.
2009, Vinyl Magic/AMS - durata totale: 53:06

Sono passati dieci anni dall'esordio dei Nodo Gordiano, con un omonimo lavoro pregno di sonorità care ai King Crimson. Il ritorno sul mercato discografico di un paio di anni fa, con Alea, mostrava, invece, un discorso più sperimentale, con improvvisazione ed avanguardia. Giunge adesso un nuovo cd, Flektogon, che mostra la band in forma più che mai! Si ritorna a modelli crimsoniani, ma non c'è solo il ricorso a simili elementi in quest'album che, lo diciamo subito, può  essere un serio candidato per un posto di rilievo tra le migliori proposte del 2009. Che dobbiamo aspettarci qualcosa di diverso dalle prove del passato lo capiamo già dai primissimi secondi di Theatro di memoria, che apre il disco con atmosfere sacrali e cori oscuri. Dopo un minuto ecco la chitarra frippiana in crescendo, mentre l'entrata della batteria comporta un irrobustimento del sound e si fanno più marcati i riferimenti ai King Crimson di Red. A rendere più particolare questo brano, però ci sono gli interventi di una voce femminile lirica, che permette un incremento sia delle caratteristiche classicheggianti che di quelle dark. Il seguito è tutto strumentale; le due parti di Ozymandias possono essere consideerate esercizi percussivi di straordinario effetto, con suoni più disparati che rivelano l'animo più sperimentale della band e sono separate da quello che è il punto forte del cd: Avventure di Mastarna. Si tratta di una lunghissima traccia che supera la mezz'ora di durata e che rappresenta forse il vertice più alto mai raggiunto dai Nodo Gordiano. Nelle prime battute si assapora un miscuglio di King Crimson e sapori d'oriente, ma quasi subito è ancora il gruppo di Fripp del periodo '73-'74 a mostrarsi come musa ispiratrice principale. Il sound si fa serrato e per un bel po'  veniamo assaliti da un vigore erede di Larks' Tongues in Aspic, che ci tiene in apnea per diverso tempo. Solo verso i sette minuti si tira un po' il fiato, con un leggero rallentamento ritmico, anche se non viene meno la tensione, dettata da un sound quasi dark, con lo sroscio della pioggia in sottofondo prima e con temi fluttuanti e onirici, vicini quasi allo space-rock poi. A seguire,dopo la creazione di atmosfere un po' ombrose, un nuovo crescendo, con un jazz-rock non convenzionale e decisamente aggressivo, con singulti del sax ossessivi al punto giusto. E si continua così, con rallentamenti ed accelerazioni ad intervalli non regolari, tra convulsioni frippiane, qualche elemento etnico e pulsioni quasi cosmiche (vicine persino agli Ozric Tentacles), fino alla fine di questa magistrale composizione. Come brano di chiusura troviamo Zeitgeist, altri cinque minuti e mezzo eredi delle esperienze crimsoniane. Andando a concludere non si può non rimarcare la straordinaria qualità di Flektogon, opera che va inserita nel "filone" dei seguaci di Re Fripp, ma che si mantiene ben lontana da elementi di clonazione o di imitazione pedissequa, evidenziando, azni, una forte personalità. La premiata ditta Andrea De Luca-Carlo Fattorini sforna un album di grande livello. Straconsigliato!

Peppe
novembre 2009

Ultimo aggiornamento (Martedì 24 Novembre 2009 19:27)