Autori dell’omonimo esordio datato 2004, i Mist Season sono una band di appassionati musicisti che va ad infoltire ulteriormente il ricchissimo panorama finlandese. Come ben sappiamo, infatti, questo Paese non solo vanta una ricchissima tradizione risalente ai seventies in ambito prog, ma anche negli anni recente ha visto il continuo fiorire di gruppi emergenti che hanno fatto parlare di sé. La formula dei Mist Season è una felice unione di progressive rock e jazz-fusion, molto diretta e gradevole ed ha colpito favorevolmente chi ha avuto modo di ascoltarla. Abbiamo scambiato qualche chiacchiera via e-mail con il batterista Kimmo Pörsti e vi offriamo il resoconto dell’intervista.

 

Cominciamo con qualche domanda riguardante la vostra storia. Il vostro album d’esordio è uscito nel 2004, ma tutti i membri della band hanno una certa esperienza musicale nel passato. Puoi dirci qualcosa a proposito del vostro background?

Il tastierista Timo è cresciuto con studi classici. Non ha suonato in molti gruppi prima dei Mist Season, ma come me è stato colto da una seria passione per il prog e la fusion. Entrambi ci dobbiamo ancora riprendere.

Il chitarrista Tommi e il fiatista Jukka sono insegnanti al Sibelius Institute. Sibelius è originario di Hämeenlinna, da qui deriva il grande nome della scuola. Oltre agli studi classici Tommi e Jukka hanno anche un ampio background come musicisti jazz.

Il bassista Keijo ha una vasta esperienza come musicista jazz-rock; ha suonato in molti gruppi e su molti dischi, insieme ai più importanti musicisti finlandesi.

Io avevo già suonato con Keijo nello Jouko Rantola Group di Helsinki negli anni ’80 e all’inizio dei ’90. Questo gruppo aveva una suonava sia prog che fusion e una delle sue canzoni, Life is, è poi finita sul cd dei Mist Season

 

Come e quando vi siete conosciuti e formati?

Io ho conosciuto Timo nel 1997. Dopo aver capito che avevamo gusti musicali simili, l’idea di formare un nuovo gruppo è cresciuta. Quando mi sono trasferito a Hämeenlinna nel 2000, ho pensato che sarebbe stata la volta buona di formare una band insieme. Per caso incontrai Keijo ad un concerto degli Steely Dan e scoprimmo che vivevamo a solo poche centinaia di metri di distanza. Nella primavera del 2004 ho chiamato Tommi Varjola, che avevo conosciuto qualche anno prima e gli chiesi se poteva indicarmi qualcuno dei suoi studenti come potenziale nostro chitarrista. E’ andata a finire che è stato lo stesso Tommi a diventarlo. Subito dopo, in estate, il sassofonista Kari Rantakallio è entrato nella band. Quando ci ha poi lasciato all’inizio del 2005 siamo stati fortunati ad avere Jukka con noi.

Ad essere onesti, devo confessare che il progetto Mist Season è iniziato più o meno per registrare un disco. Fare il cd è stato come completare un puzzle mettendo insieme i pezzi uno alla volta. Infatti, abbiamo avuto la nostra prima vera prova come gruppo tutti insieme non prima di tre mesi dopo che il cd è uscito.

 

Come avete scelto il nome della band?

Il nome Mist Season è una sorta di scherzo interno. Timo usava dei suoni che abbiamo chiamato “utu” (“mist” in finlandese). Quando abbiamo capito che c’erano numerosi suoni di questo tipo sul nostro album abbiamo pensato che forse potevamo far derivare il nome del gruppo proprio da questo.

 

La musica dei Mist Season è abbastanza diretta, ma suonata con buon gusto e abilità. State cercando di realizzare un songwriting che unisca impatto melodico e bravura tecnica?

Siamo fortunati ad avere molti compositori nel nostro gruppo. E’ interessante come ogni membro della band possa scrivere le canzoni. Tommi lavora sulla melodia e l’arrangiamento molto prima che introduca il brano al gruppo. Occasionalmente anche Timo fa questo. A volte le sue canzoni sono solo un insieme di idee che devono essere messere insieme. Per me la melodia viene sempre come prima cosa. Keijo e io spesso abbiamo varie idee, ma non necessariamente l’intera canzone.

Per il secondo album abbiamo improvvisato insieme con Keijo e Timo; alcune canzoni che forse saranno incluse sul cd sono più o meno basate sulla jam session.

Ma riguardo la domanda… Penso che facciamo musica per il piacere della musica stessa. Siamo troppo vecchi per pensare alle prodezze tecniche e a cose del genere. Naturalmente speriamo che le nostre abilità siano sufficienti per suonare la nostra musica, ma la nostra proposta è principalmente quella di trasmettere sensazioni differenti ad altre persone. L’abilità tecnica non è abbastanza se la musica è senza cuore.

 

La musica sul vostro album è basata sul jazz-rock. E’ facile in questo stile essere troppo manieristici. Come cercate di evitare questo e rendere personale la vostra proposta?

Penso che sia molto facile essere troppo manieristici anche nella musica prog. Ci sono in circolazione molti gruppi prog che suonano esattamente come molti altri. Per i Mist Season il problema ha due facce, perché abbiamo sia un lato prog che uno fusion. Da una parte, quindi, abbiamo intenzione di evitare il manierismo più ovvio, ma dall’altra a volte è difficile far convergere queste due strade verso un’unica direzione attraverso una sorta di “filo rosso”.

Quando ho iniziato a registrare con Timo e Keijo eravamoindirizzati maggiormente verso il prog (per esempio, con brani come Skeptoscopic detector e Lydia). Poi Tommi ha portato naturalmente delle tendenze jazz che hanno reso il suono più ricco. Tutto sommato mi sarebbe piaciuto avere un paio di brani come Sceptoscopic detector sul nostro primo lavoro. Spero che sul secondo saremo capaci di muoverci in direzioni più diverse, per esempio sul lato più hard.

 

A che tipo di pubblico la musica dei Mist Season è diretta?

La nostra musica è indirizzata semplicemente a chiunque creda che la musica dovrebbe avere dei valori stabili, invece di essere una comodità che si prende, si ascolta e poi si butta via.

 

Quali sono le vostre fonti di ispirazione? Fanno parte più del campo rock o di quello jazz?

Ne ho talmente tante che provengono da entrambi i campi. Per quanto riguarda gli anni ’70 tutto è iniziato con gruppi come Vanilla Fudge, Three Man Army, Focus, Camel, Spirit, ELP (i Genesis sono venuti in un secondo momento), Utopia, Wigwam, RTF, Supertramp e così via… Oggi ancora li apprezzo, così come  Dan Fogelberg, Ben Webster, Randy Crawford, Kaipa, PFM, Spooky Totth, HTM, Steely Dan, Keiko Matsui (il suo primo album), Le Orme… Ma la lista potrebbe essere infinita!

 

Come avete conosciuto il produttore Tommi Liuhala, famoso per il suo lavoro negli anni ’70?

Conobbi Tommi nei tardi anni ’80 attraverso il mio lavoro. La moglie di Tommi, Kaisu, e io lavoravamo nello stesso posto. Prima ancora che conoscessi Tommi ero molto impressionato dal suo modo di scrivere: ha un feeling così positivo. Sono stato fortunato ad averlo come amico da allora e abbiamo avuto molte lunghe conversazioni sull’essenza della musica. Potrei dire che lui è il maestro e io l’apprendista. Tommi mi ha aiutato già con il mio cd Maahinen negli anni ’90 e ciò che ha fatto con i Mist Season è assolutamente grandioso.

 

Vi ha suggerito qualcosa riguardo le direzioni da prendere con la vostra musica?

Come scritto sul booklet, il cd è prodotto da me e dai Mist Season insieme a Tommi Liuhala. Perciò, il contributo principale di Tommi è stato per il missaggio. Le registrazioni e la produzione sono invece state fatte soprattutto da noi.

 

Sembrate molto orgogliosi del fatto che suonate la vostra musica senza l’ausilio del computer e di effetti elettronici e che volete suonare solo con “mani umane”. Cosa vi ha portato a questa scelta?

Come ho detto, per me la musica è un modo di comunicare con la gente e provare differenti sensazioni. Non penso che la musica suonata dalle macchine abbia questo tocco umano, Ci sono molti gruppi che sono molto bravi con la programmazione; io preferisco lasciarla a loro e scegliere invece musicisti veri. Per farti un esempio, qualche tempo fa ho capito una ragione per cui mi piacciono così tanto i gruppi prog (oltre i “grandi”) degli anni ’70 come Spring, Fantasy, Rare Bird, Fuzzy Ducj, Epidaurus, ecc. Nella musica di questo tipo ci possono essere piccoli errori qua e là e a volte gli strumenti possono essere un po’ scordati. Tuttavia, davvero non importa se le composizioni sono così buone e i musicisti abbastanza bravi. Dà alla musica quel “senso” umano!

 

Il libretto del cd è molto bello e ricco di splendide foto. Quanto è importante per voi la presentazione grafica del prodotto? E puoi dirci qualcosa in più sul lavoro sul booklet?

Naturalmente, come band pensiamo innanzitutto alla musica, ma, quando vedemmo le foto di Esko Tuovinen, abbiamo davvero desiderato unire fotografia e musica insieme. Infatti, il booklet avrebbe dovuto avere più pagine per mostrare il talento di Esko, ma aggiungere più pagine non era possibile. Esko era anche un mio amico e lo conoscevo come fotografo, così gli chiesi se voleva occuparsi del libretto del cd. Perciò ho trascorso molte notti con lui per pianificare e completare il booklet. Sorprendentemente, si tratta del primo booklet di Esko.

 

La vostra terra è un’ispirazione importante per la vostra musica?

E’ difficile da dire, ma penso che si possa affermare che la nostra ispirazione proviene dalla musica e dalla natura finlandese insieme. Åke Eriksson dei Wasa Express ha ben detto che si possono davvero ascoltare i laghi e le foreste finlandesi nella musica dei Mist Season. Considerando che Åke è svedese, è un gran complimento!

Negli ultimi anni in Finlandia c’è stato un grande incremento di gruppi progressive. Ogni website dedicato a questo genere dedica numerose pagine a band come Groovector, Moon Fog Prophet, Overhead, Hidria Spacefolk, Giant Hogweed Orchestra, Scarlet Thread, Velvet Desperados, Nick Arse & the Arsenicks, Project:, ecc… Cosa ti senti di dire riguardo questa scena è in che modo i Mist Season si relazionano a questa?

Credo che il prog stia andando bene in Finlandia e abbiamo molte grandi band qui. I Mist Season probabilmente sono un po’ old-fashioned rispetto ad alcune di loro perché non usiamo programmazioni e cose del genere. Forse abbiamo anche qualche elemento jazz in più nella nostra musica rispetto ad altri. Personalmente vorrei ancora pensare a noi come una prog band .

 

State pianificando un nuovo album o avete altri progetti?

Abbiamo iniziato le registrazioni del nostro secondo cd. Come ho detto, spero che sarà più variegato rispetto al primo e, in definitiva, con più composizioni prog. Alcuni brani sono stati già registrati, ma altri sono in attesa di essere completati.

  

Ultimo aggiornamento (Martedì 05 Maggio 2009 11:10)