Misplaced Childhood

 Breve viaggio nel romanticismo lirico dei Marillion

 

 

di Matteo Salzano

 

Un concept classico-moderno che ha fatto conoscere i Marillion al vasto pubblico ed ha avuto il merito di avvicinare alla musica progressive nuove generazioni di appassionati.
Album simbolo di certo prog sinfonico dagli anni '80 in giù, "Misplaced Childhood" è impregnato di tutte le caratteristiche romantiche e melodiche destinate a far breccia nel cuore di chi non è particolarmente (o notoriamente ;-)) "sensibile" al genere.

"Misplaced Childhood" è la storia di una fanciullezza che non finirà mai, una storia senza tempo, perché anche se diventiamo grandi in fondo restiamo dei bambini. I testi sono dell'ex cantante del gruppo, Fish, e sono ricordi in parte legati a Kayleigh, la ragazza che l'ha lasciato e che era il suo grande amore. Quella che segue è una mia personale e libera interpretazione.

I primi ricordi affiorano come un confortevole kimono di seta, una sorta di rifugio per il disilluso orfano dal cuore spezzato (Pseudo silk kimono). Il suo amore è incancellabile, doveva durare per sempre, e così esso vive tuttora attraverso una canzone le cui parole forse potranno dire se era giusto o sbagliato (Kayleigh). I sogni si confondono con le immagini dei bambini che nel parco, tra i giochi d'acqua e il verde dei prati, si rincorrono cantando una canzone, proprio la canzone che avrebbe voluto scrivere per lei, per fare di lei la sua regina (Lavender). Ma v'è amarezza, e fuorviamento perché, in realtà, ogni esperienza, ogni incontro è fuori luogo in confronto a quando c'era lei; ha cominciato a piovere (Bitter Suite). I pensieri continuano a intrecciarsi, stati d'animo del passato con il presente, e tra questi il ricordo delle scorribande insieme ai ragazzi tifosi degli Hearts, e la gioia per il goal (Heart of Lothian). Questi stessi ragazzi ora hanno perso la loro esuberante purezza e hanno trovato il paradiso delle false impressioni, si divertono nel commercio dei piaceri; eppure gli eroi non mercanteggiano, non ostentano decorazioni, semmai mostrano le proprie debolezze (Waterhole expresso bongo). Dunque, non ci siano più incomprensioni, schermaglie amorose: tutto ciò che li divide deve essere lasciato ormai dietro le spalle (Lords of the backstage). Stanco di combattere, desideroso di stare da solo, libero di scrivere dell'amore fra scintille di luce – come la solitudine di colui che è sul palcoscenico sotto i riflettori –, ecco avvertire una presenza antica dentro di sé, sentire il bisogno di tornare fanciullo; ma di nuovo le visioni si sovrappongono ed emerge, terribile, quella della guerra e dei bambini soggetti alle ingiustificabili violenze (Blind curve). Poi cessa l'oscurità e si fa mattino, ha smesso di piovere, c'è l'arcobaleno: è la rinascita, tutti i problemi scompaiono, perché la fanciullezza non ha una fine, basta riconoscerla nello specchio (Childhoods end?). Il canto dei fanciulli è un canto di pace, è il nostro canto di uomini che non indossano uniformi, che non portano bandiere, che colorano il proprio cuore di bianco, e che vogliono stare insieme (White feather).

Il tema del concept è ben più che la semplice nostalgia di sentimenti, la quale fornisce piuttosto lo spunto o il punto di attacco della narrazione interiore. A renderci partecipi è lo spirito creativo unito ad uno sguardo ingenuo, spontaneo sulle cose.
Il mio breve viaggio non è che un primo approccio al mondo marillioniano, in attesa di approfondire la lettura, ma sempre con gli occhi vivaci e meravigliati del fanciullo.

Alvin
Agosto 2002

Ultimo aggiornamento (Lunedì 14 Giugno 2010 13:11)