I Napoli Centrale si formarono nel 1975 dal secondo nucleo degli Showmen , uno dei gruppi più validi di rhythm & blues italiani degli anni '60 in cui militava anche Elio D'Anna (Osanna - Nova), dopo lo scioglimento della band, quando James Senese (sax e voce) e Franco Del Prete (batteria) insieme al tastierista americano Mark Harris e al bassista inglese Tony Walmsley diedero vita ad una personale miscela di jazz-rock elettrico (alla Weather Report) e musica popolare con venature progressive.

Con le liriche cantate in dialetto napoletano, il primo singolo "Campagna" ottiene un successo clamoroso e l'album "Napoli Centrale", da cui è tratto, impone all'attenzione generale il gruppo con testi che trattavano di problemi sociali (sperequazioni tra Nord e Sud) e una musica molto originale sorretta da una solida base ritmica. La band ha una buona attività live e suona anche alla seconda Festa del Proletariato Giovanile al Parco Lambro di Milano nel giugno del '75, ma Tony Walmsley e Mark Harris lasciano il gruppo per tornare in una nuova formazione del Rovescio della Medaglia.

Il secondo album "Mattanza" fu realizzato nel 1976 con l'aiuto di molti musicisti molto noti come Bruno Biriaco (Perigeo) e Agostino Marangolo (Flea e Goblin) e fu dello stesso stile dell'album d'esordio. Nello stesso anno suonano al festival jazz di Montreux in Svizzera.

Il terzo album "Qualcosa ca nun more" fu realizzato nel 1977 col duetto fondatore aiutato da altri musicisti che si indirizzano maggiormente verso il jazz; per un tour nel circuito delle feste dell'Unità reclutano al basso Pino Daniele e alle tastiere Ciro Ciscognetti (Fabio Celi e Gli Infermieri).
I tempi però stanno rapidamente mutando e i Napoli Centrale si sciolgono e per Senese inizia una lunga carriera solista non sempre fortunata e contemporaneamente continua a lavorare come sessionman (lavorerà anche a fianco di Pino Daniele e di Roberto De Simone).

Grazie alla egocentrica personalità del mulatto Senese l'avventura continua ed all'inizio degli anni '90 i Napoli Centrale si riformano. Bisogna però aspettare il '92 per rivedere un lavoro completo, "Jescealla" con diverse collaborazioni, imperniato su riflessioni sul passato (Campagna e Viecchie, mugliere, muorte e criaturi) e nuove composizioni ispirate al reggae e alla cultura orientale e afro americana.
Successivamente con i testi arrabbiati di Del Prete esce "Ncazzate nire" cioè la rabbia come riferimento centrale di tutto l'album; la rabbia, urlata, tenuta, accelerata, ritmata e rallentata nelle canzoni d'amore. La rabbia come reazione immediata alle cose che succedono intorno a noi; la rabbia, infine che è cresciuta nel tempo e nella vita, perché vivere a Napoli, per uno come Senese, vuol dire vivere un'esperienza infinita di dolore, di libertà e di emozioni, che ti costringono a una vita sempre più faticosa.

Il gruppo riprende l'attività live e riporta in scena gli stessi sentimenti di sempre.
L'ultimo lavoro si intitola "Zitte! Sta venenn' 'o mammone" e dimostra come il talento alimenta una fiamma che non si estingue ancora; a Senese e Del Prete si affiancano qua e là Rino Zurzolo al basso, un ensemble di cinque percussionisti e le voci ospiti di Lucio Dalla, Enzo Gragnaniello, Raiss degli Almamegretta e Zulu dei 99 Posse.
I Napoli Centrale hanno contribuito in modo decisivo ad imporre il "sound napoletano" ed aprire la strada a tutti quei talenti che saranno protagonisti di quel suono.

Progman59
Marzo 2003