"Musica che fa ridere. Musica che fa piangere. French TV è tutto ciò. French TV non è nulla di tutto ciò." Ecco la presentazione migliore, che si può leggere nelle note scritte dal giornalista Mac Beaulieu sul libretto del disco The case against art, per un gruppo che da quasi vent'anni si fa apprezzare sulle scene progressive per merito di una musica complessa di alta qualità che combina stili diversi attraverso una vena non indifferente di follia e che vede ormai come uomo simbolo il bassista Mike Sary. E' a Louisville, nel Kentucky, nel 1980, che possiamo far risalire la nascita dei French TV, quando il bassista Mike Sary e il batterista Stephen Roberts si conoscono ed iniziano a condividere l'amore per il rock progressivo e la fusion. Ben presto ai due si aggiunge il sassofonista Jeff Jones, amico di Roberts, con il quale aveva suonato nei Myopia, gruppo abituato a lunghe jam-session basate sullo space-rock di Pink Floyd, Gong e Hawkwind. Il trio così formato prende il nome di Festung America ed è soprattutto Jeff a prendere in mano le redini della situazione, scrivendo la maggior parte dei brani. Iniziano i primi concerti locali, soprattutto in piccoli club, nei quali i musicisti si lanciano in cover (21st Century schizoid man è uno dei loro cavalli di battaglia), ma anche in brani propri, tra i quali spicca la lunga Spill, una composizione strumentale che prende spunto dai Soft Machine (una versione molto differente sarà presente sul disco di debutto). Eppure le prime divergenze artistiche sorgono subito: Mike e Stephen vogliono ulteriormente aumentare la componente avanguardistica della loro musica, spingendosi anche oltre brani come Spill. Jeff non è d'accordo e decide così di lasciare il gruppo, andando ad impegnarsi in studi di elettronica e trasferendosi successivamente a Boston. Abbandonata la sigla Festung America, Mike e Stephen decidono di formare un nuovo gruppo chiamato French TV. Iniziano perciò una serie di audizioni alla ricerca di un chitarrista o di un tastierista, ma i risultati inizialmente sono tutt'altro che soddisfacenti. Tra i vari contatti, si segnala quello con il chitarrista Beau Castner, che aveva suonato con Mike in una cover band chiamata The Bridge. Beau non ha intenzione di entrare nel gruppo, ma suggerisce ai musicisti di provare suo fratello Fenner, anch'egli reduce dai The Bridge alla batteria. Fenner ottiene subito il consenso di Mike, che lo ricorda già bravo quand'era quattordicenne ed ora, con tre anni ulteriori di esperienza, sembra proprio il drummer che fa al caso suo, almeno come aiuto nelle prove in attesa di trovare un tastierista. Intanto Stephen compra una tastiera Roland da usare come mezzo di composizione, mentre proseguono le ricerche per trovare un musicista abile con i tasti d'avorio. Ma, curiosamente, le cose vanno in direzione diversa: su consiglio di Fenner si prova a suonare con un chitarrista che quest'ultimo conosce dai tempi della high school, Artie Bratton. Ci si comincia a rendere conto che per l'amalgama migliore Stephen può spostarsi alle tastiere, Fenner mantenere il ruolo stabile di batterista e con l'entrata di Artie nel gruppo si può dire segnata la nascita ufficiale dei French TV. In questo periodo nel gruppo confluiscono soprattutto le idee di Stephen, che orienteranno in maniera abbastanza netta il disco del debutto. Per mesi il quartetto così formato va avanti suonando e componendo, fino a che giunge il momento di entrare in studio per registrare un disco, sotto la direzione di Howie Gano. L'esordio discografico dei French TV avviene nel maggio 1984 con l'album omonimo, in edizione limitata e numerata di 500 copie. I musicisti sono consci che suonare dal vivo è molto difficile per una band che propone una musica abbastanza complessa, ma coltivano il sogno e la speranza che il mercato discografico possa essere nuovamente pronto a recepire e diffondere lavori di rock progressivo. Purtroppo tali speranze risultano vane e la band si smembra: Fenner va al college e Stephen trova un lavoro che gli toglie molto tempo libero. Quest'ultimo decide poi di abbandonare del tutto la musica suonata, preferendo aprire una casa discografica dedicata al progressive e facendo così nascere la ZNR Records. Ma se da un lato ci sono dei musicisti che sono restii a continuare un'avventura, dall'altro c'è Mike Sary che crede ancora fortemente nei French TV. Nel 1986 il bassista continua a comporre e prova a coinvolgere nuovamente Fenner e Artie. I due musicisti inizialmente accettano e collaborano alle incisioni del secondo disco, ma ben presto emergono delle divergenze che li convincono a non proseguire. Mike si ritrova così a dover cercare altri collaboratori ed aiutato da Gano entra in contatto con il chitarrista Tom Browning ed il tastierista Bob Ramsey pronti ad aiutarlo a completare le nuove registrazioni. Bob stupisce tutti con la sua abilità e la sua capacità di suonare e registrare al meglio e velocemente le sue parti. Alle session di registrazione partecipano anche i sassofonisti Clancy Dixon e Bruce Krohmer, i tastieristi Bill Fowler e Paul Nevitt, il flautista Rick De Bow, Mark Miceli (proveniente dall'esperienza con gli Easter Island) alle little bent harmonized notes e, come accennato, gli stessi Castner e Bratton che incidono le loro parti prima di separarsi artisticamente dal bassista. Il risultato finale è pubblicato nel 1987 con il titolo di After a lengthy silence e ristampato nel 1996 in cd dall'italiana Mellow Records con una bonus track che è una cover di A tab in the ocean dei Nektar (suonata e registrata, sempre nel 1996, da Sary, Castner, Bratton e Fowler e cantata da Bob Douglas). Eppure, già in estate, prima dell'uscita del secondo album, Mike Sary comincia a pensare e a comporre brani per il lavoro successivo. Il bassista può contare nuovamente sul contributo di Fenner Castner, visto che quest'ultimo decide di saltare una sessione di corsi del college e insieme al suo collega di studi Paul Nevitt (che aveva già partecipato al disco precedente) dà una mano a Mike nelle nuove registrazioni. Si crea così un gruppo che può suonare anche dal vivo con Mike al basso, Fenner alla batteria, Paul alle tastiere, un amico di quest'ultimo, Malcolm Gore, alla chitarra, Clancy Dixon ai fiati e Ondraus Cissell alle percussioni. Con questa formazione, i French TV riescono a suonare un paio di volte al mese facendosi notare per la musica particolarmente strana proposta. Ma quest'ensemble non dura a lungo: Fenner deve riprendere gli studi, Clancy si sposa e va a vivere in Alabama e Malcolm viene allontanato a causa del suo eccessivo amore per gli alcolici prima dei concerti. Per un po' suona Tedd Richardson alla batteria, ma ben presto sarà Ondraus ad assumere il ruolo fisso di drummer. Ha breve durata anche la collaborazione con il sassofonista Bruce Krohmer, rimpiazzato dalla violinista Gretchen Wilcox, reduce dall'esperienza con la Louisville Orchestra, mentre il ruolo di chitarrista va a Mike Buren. Questo continuo alternarsi di musicisti non compromette le session per il terzo album dei French TV, nel quale pure suona un bel po' di gente: oltre Sary, Castner, Nevitt, Bratton, Wilcox, Krohmer, Rmasey e Gano, troviamo infatti Reid Jahn al wind synth e al sax, Jon Encifer al piano, Richard Brooner alla tromba, vari ospiti ai cori e, soprattutto, l'abile chitarrista Dean Zigoris, che inizia un fruttuoso sodalizio con Sary. In attesa della pubblicazione, la line-up dei French TV che continua ad esibirsi dal vivo è formata da Sary, Nevitt, Cissell, Buren e Wilcox. Ma nuovi sconvolgimenti sono dietro l'angolo: Gretchen Wilcox è assunta in pianta stabile dalla Louisville Orchestra ed è rimpiazzata da Dean Zigoris, ma anche Nevitt, Cissell e Buren decidono di mollare. Viene così reclutato il batterista/cantante Bob Douglas ed in trio si esibiscono in un paio di concerti suonando soprattutto cover di Peter Gabriel, Led Zeppelin, Police e Yes. Subito dopo, però, anche Bob abbandona per unirsi ai The Difference, un gruppo di pop-prog, ma Mike Sary riesce a trovare subito un valido sostituto in Jeff Mullen, giovane e valente batterista conosciuto nella drogheria dove entrambi lavorano. Mullen non solo comincia a suonare con Sary e Zigoris dopo aver confessato il suo amore per il progressive inglese, ma aiuta il gruppo anche a trovare il nuovo tastierista, che risponde al nome di John Robinson. Inoltre, Sary e Zigoris conoscono ad una festa il cantante Walter Riddle, di cui avevano sentito parlare molto bene, capace anche di suonare violino e chitarra acustica, e lo invitano ad unirsi alla band. Per un anno questa line-up si esibisce in concerti proponendo sia materiale originale che cover di UK, Genesis, Jethro Tull, King Crimson, Yes, Mahavishnu Orchestra e Shadowfax, ma si devono nuovamente registrare delle defezioni: stavolta tocca a Walter, abilissimo cantante, ma incapace di tenere il palco e a John, che va invece a suonare in un gruppo dove ha una remunerazione migliore. Per sei mesi i French TV continuano in trio, mentre il terzo album viene terminato. Le registrazioni finiscono nel 1990 ed il disco, dal titolo Virtue in futility dovrebbe vedere la luce grazie all'opera della ZNR Records di Roberts. Tuttavia qualche problema finanziario di quest'ultimo comincia a far slittare la data di uscita del disco. Con Zigoris che si unisce ad un gruppo di afro-pop, i French TV si trovano punto e a capo, ma Sary non si perde d'animo e trova i musicisti che fanno al caso suo per un nuovo organico che vede il chitarrista Tony Hall, il redivivo Bill Fowler alle tastiere e Jeff Mullen alla batteria. Ancora una volta i French TV hanno un repertorio in parte originale ed in parte caratterizzato da cover (ELP, Yes, Rush, King Crimson, Pink Floyd, Jethro Tull), continuando a suonare dal vivo e riuscendo anche ad ottenere un passaggio per la TV locale. Si giunge al 1994, quando, finalmente, Virtue in futility viene pubblicato, non dalla ZNR come doveva essere in origine, ma dall'autoproduzione di Sary. Ma il gruppo comincia a sentire l'esigenza di scrivere qualcosa di nuovo e di originale, anche perché le cover cominciano ad essere preponderanti nelle loro esibizioni. Nonostante venga registrato un brano che apparirà sul quarto album, la line-up non è più stabile e cominciano le prime divergenze soprattutto con Bill e Jeff. Sary prova Greg McNary, un vecchio conoscente col quale aveva anche suonato in passato, come batterista. Ma svariati problemi emersi immediatamente spingono quest'ultimo a suggerire al bassista di chiamare il suo amico Chris Vincent. Con Chris vengono anche realizzate quattro nuove composizioni, ma ben presto anche il nuovo batterista abbandona, per di più praticamente sparendo in maniera abbastanza misteriosa (solo in futuro confesserà che lo ha fatto perché Mike e Tony litigavano troppo spesso…). Dopo la dipartita di Chris, la ricerca di un nuovo batterista si rileva più difficoltosa del previsto e passano circa 6 mesi prima che Mike Sary riesca a convincere Bob Douglas a rientrare nelle fila della band. A questo punto arriva il ritorno anche di John Robinson per delle sessions di composizione e di prova più proficue per i French TV. Dopo aver partecipato ad un concerto benefico, cui collaborano anche i chitarristi Dean Zigoris e Greg Acker, i musicisti entrano in studio per la registrazione di un nuovo lavoro, pensando di inserire anche la cover Pioneers over C. dei Van der Graaf Generator, brano molto amato da Sary e Robinson. Registrato l'album (in cui, alla formazione base composta da Sary, Douglas, Robinson e Hall si aggiungono gli ospiti Bill Fowler, Jeff Mullen, Peter Rhee al violino e Gary Hicks alla tromba), dal titolo Intestinal fortitude ed uscito nel 1995, arrivano le note dolenti quando si incomincia a parlare di suonare dal vivo, visto che Mike aveva promesso a Bob che il contributo di quest'ultimo sarebbe stato solo per le registrazioni e non lo avrebbe coinvolto nelle avventure dal vivo. Bob tuttavia pare lieto dell'idea di partecipare anche ai concerti ed i problemi sono creati piuttosto dalle tensioni che si determinano tra Tony e John. L'entrata ufficiale in line-up di Dean Zigoris sembra far calmare un po' le acque, ma i continui e spesso pesanti litigi tra John e Tony costringono Mike a chiedere a quest'ultimo di lasciare la band. Il tempo di riarrangiare i pezzi per permettere l'ambientamento di Dean ed iniziano i concerti, così che tra il 1996 e il 1997 i French TV si esibiscono a Chicago, Pittsburgh, Indianapolis, Baltimora, Athens ed in una "memorabile" (così descritta da Sary) esibizione a Buffalo, in occasione della festa di Halloween, di fronte a 14 persone. E' in questo periodo che nasce un'amicizia, che sfocerà anche in varie collaborazioni, con il gruppo canadese dei Volarè, molto influenzato dal Canterbury sound ed autore di un paio di interessantissimi album. Si segnala anche un evento particolare nel luglio del 1996 quando Mike Sary, Steve Roberts e Joee Conroy organizzano uno spettacolo denominato Eclectic Electric Event, cui partecipano proprio i Volarè, ma anche i Quarkspace, i Mathematicians, i Boud Deun e gli Ut Gret.

A furia di suonare dal vivo, i French TV iniziano a ragionare sull'idea della pubblicazione di un live. Viene così organizzato un concerto alla Kentucky School, dove l'amico Michael Medley può provvedere ad una buona registrazione. Nonostante l'esibizione fosse gratuita, non c'è molta gente e ciò, pur non facendo venir meno la pubblicazione del disco dal vivo intitolato Live Yoo-Hoo (titolo ispirato da un film con Stanlio e Ollio), fa decidere ai musicisti di non esibirsi più a Louisville. Mentre proseguono le registrazioni per il nuovo album in studio, Bob decide di sistemarsi a Nashville, così il suo contributo non è presente in tutto il lavoro. Un lieto evento interrompe però le sessions, visto che i French TV sono invitati a partecipare al festival Progday del 1997 che si tiene a Raileigh in North Carolina. Per coprire il ruolo scoperto di drummer, viene invitato il batterista dei Volarè (anch'essi presenti allo show) Brian Donohoe che accetta di buon grado e, cogliendo al volo l'occasione, anche il tastierista Patrick Strawser si unisce al gruppo per lo show. Nonostante alcune difficoltà incontrate sia nel viaggio che nelle prove, la line-up così formata (Sary-Robinson-Zigoris-Donohoe-Strawser) si riesce ad esibire in un concerto molto apprezzato dai presenti. La collaborazione con Brian, tra l'altro, si protrae sia per un minitour di tre date, sia per la sua presenza in un paio di brani del nuovo album ormai quasi pronto. Tuttavia, la frammentazione del gruppo si mantiene una costante visto che John partecipa a numerosi altri progetti, che Dean si assenta molto spesso e che tuttavia il ruolo di batterista ufficiale è ancora vacante. Nonostante le numerose difficoltà, nonostante John lasci il gruppo dopo aver trovato un buon lavoro, e seppur a sprazzi, le registrazioni per il sesto album proseguono con Mike e Dean fortemente intenzionati a portarle a termine. A dar manforte ai due, giunge l'apporto di due nuovi musicisti: il tastierista Beau Wetherby e la violinista Cathy Moeller. Nel giugno del 1999 il gruppo è poi impegnato in un tour nell'Ovest, suonando a Denver, San Diego, Los Angeles, San Francisco e St. Louis, occasioni in cui i French TV si presentano col nuovo tastierista/fiatista Warren Dale, il cui gruppo Trap apre alcune delle date del tour. Si giunge così, finalmente, alla pubblicazione del sesto album The violence of amateurs, intrigante e bellissimo, che avviene nel mese di dicembre dello stesso anno. Dopo l'uscita di questo lavoro, inizia un altro di quei lunghi periodi di assestamento, con i musicisti che vanno e vengono, che sono impegnati in altri progetti o in altri lavori e che sono un po' dispersi in varie città. Col passare del tempo, Mike inizia a programmare il settimo album, al quale sembra sicura la partecipazione di Dean e di Warren. Ma il frenetico bassista ha in mente anche la rimasterizzazione del primo album, cosa che avviene all'inizio del 2001. Nel mese di aprile riceve poi la comunicazione che Dean non ha intenzione di continuare le registrazione e si rivolge a Chris Smith dei Trap, il quale gli dà una mano suonando le rimanenti parti di chitarra, ma anche il violino, la viola e il banjo. Nell'estate si forma anche la nuova line-up della versione live dei French TV: oltre a Sary, troviamo Chris Vincent e John Robinson in due apprezzati show a Louisville e in un opening-act ad un concerto degli svedesi Flower Kings a Cincinnati. Nel gennaio del 2002 viene pubblicato The case against the art, altro bellissimo lavoro che vede coinvolti Sary, Dale e Vincent, ma con un nutrito numero di ospiti in cui troviamo i nomi di Chris Smith (chitarra), Zigoris, Acker, Moeller, Cliff Fortney (flauto e voce), Shawn Persinger (chitarra), Kirk Davis (percussioni), Karen Hyer (soprano), Steven Dale (tromba) e Pam Thompson (tuba). In seguito, un nuovo batterista si unisce al gruppo; si tratta di Jeff Gard, che insieme agli altri musicisti sta già lavorando alacremente all'ottavo lavoro di questa incredibile band, la cui uscita è prevista per la fine del 2003.

DISCOGRAFIA

 FRENCH TV(1984)
Il disco d'esordio della band americana si contraddistingue soprattutto per un vivace jazz-rock strumentale, non esasperato e guidato dalle tastiere, ma in cui la chitarra si ritaglia un discreto spazio. La briosa "Happy armies fight in their sleep" mette subito in evidenza simili caratteristiche, che si ripetono nei continui stacchi ed intrecci di "Under heaven there is great disorder", nella quale, inoltre, si aggiungono fughe di sax ed un basso che detta legge. Le delicate melodie della più tranquilla "The artist's house" sono, invece, un po' l'eccezione alla regola in quest'album e la dimostrazione di ciò è data subito da "Spill", forse il brano simbolo dei primi French TV, nei cui dieci minuti e mezzo si combinano jazz-rock, accenni fusion e quegli elementi di RIO e di scuola canterburiana che verranno maggiormente alla luce negli album successivi. L'inizio articolato e quasi improvvisato, il crescendo strumentale che ci fa entrare nel vivo della composizione, i ritmi agili, le tastiere che si lanciano in tutte le direzioni e la chitarra che esegue incessantemente un riff micidiale, prima di passare a momenti solistici e ad apprezzabili intrecci con i tasti d'avorio, rendono "Spill" la punta di diamante di questo lavoro. Con "Dream peace" si ritorna ad un jazz-rock più ordinario (se di ordinarietà si può parlare riguardo i French TV…), mentre "No charge" è un'improvvisazione in cui, se si avverte lo spirito libero, ci sono anche temi decisamente indovinati. Simili peculiarità sono accentuate nella più complessa e ricca di dissonanze "Earth, I wait", dove c'è maggiormente la voglia di sperimentazione e dove si può ascoltare anche il suono di un violoncello. Finale affidato a "The visit", ancora vicina al lato sperimentale della band. L'omonimo debutto dei French TV è quindi composto da una serie di brani strumentali non troppo lunghi (eccetto "Spill") ben costruiti, seppur un po' acerbi, che rappresentano un'interessante base di partenza per una carriera che sarà di assoluto spessore.

 AFTER A LENGTHY SILENCE (1987)
E' impressionante il salto di qualità che i French TV riescono a fare col secondo album: in "After a lengthy silence" troviamo infatti musicisti pronti a stupirci con una miscela unica di jazz-rock, progressive, sperimentazione e follia davvero fuori dal comune. Comincia così a venire a galla una personalità ben definita, che sarà ulteriormente sviluppata negli anni a seguire. I due brevi brani iniziali, "One of the Jones boys" e "You fool! You broke the yolks!", mostrano il lato più jazzistico dei French TV con un andamento abbastanza tirato ed interessanti combinazioni strumentali dalle quali emerge l'abilità di Clancy Dixon al sax. Con i due pezzi successivi, "Friendly enzymes" e "… and the dead dog leaped up and flew around the room" (che superano i sei minuti), iniziamo ad ascoltare qualcosa di più ampio respiro in cui, sulla variegata attività ritmica e mantenendo certi riferimenti fusion, si dipanano costruzioni musicali di ottimo spessore che evolvono in ottimi assolo di chitarra, sax o tastiere. E' poi il turno dei brani più dilatati, "Go like this" (tredici minuti) e "Vacilando" (nove minuti e mezzo), che, pur evidenziando spunti non distanti da un prog sinfonico, vanno ad inoltrarsi lungo sentieri labirintici caratterizzati da ispirate intelaiature strumentali dalle quali affiorano una serie di stuzzicanti momenti solistici con la chitarra spesso protagonista, ma anche con tastiere, sax, clarinetto e flauto pronti a mettersi bene in mostra. I continui cambi di tempo fanno il resto, favorendo l'imprevedibile andamento delle composizioni e l'alternarsi di differenti stati d'animo. Sul cd troviamo poi una cover di "A tab in the ocean" dei Nektar, riuscito esperimento dei French TV di cimentarsi in qualcosa che non è proprio il loro pane quotidiano. Bellissimo album quindi, che lancia prepotentemente il gruppo tra le speranze del prog contemporaneo.

 VIRTUE IN FUTILITY(1994)
Dopo il convincente secondo album, Mike Sary sembra acquisire consapevolezza dei propri mezzi e si presenta all'appuntamento col terzo lavoro con una band sicura, decisa e pronta a stupire più che mai. Il brano di apertura, "Hey! Real executives jump from the 50th floor!" viaggia su binari che oserei definire crimsoniani, con l'estrosa chitarra di Dean Zigoris che si mostra energica, agile e schizoide, tra variazioni ritmiche ed intrecci di grande qualità (bellissimo, poi, l'intermezzo melodico di piano e tastiere). Inizio allegro e quasi classicheggiante per "Clanghonktweet", con le note del violino e del piano ad introdurre una composizione che ha dei legami col rock sinfonico (i continui crescendo e i cambi d'atmosfera), ma che viene proposta con la solita imprevedibilità dei French TV e con le ormai consuete stravaganze di basso e batteria. "The family that oonts together, groonts together" riporta la band su quei sentieri già battuti contraddistinti da un agile jazz-rock, nel quale sono soprattutto fiati (sax, clarinetto e tromba) e tastiere a mettersi in evidenza, mentre "I'm whining for that funky baby of mine" è il brano più sperimentale e sembra una jam alla quale partecipano chitarra, sax e sezione ritmica. La tromba notturna di "Empaté" riporta il lavoro vicino a sonorità jazz, ma anche questo pezzo non manca di stupire quando, a partire dal terzo minuto, vira verso un sound particolarmente vivace e ricco di interscambi strumentali. Con "Friends in high places" Sary comincia a lanciare invettive contro una certa politica statunitense (vendita di armi, contatti con i contras dell'America Latina), ulteriormente rimarcate nel j'accuse presente nelle note del booklet dove vengono fatti un po' di conti sulle spese militari particolarmente ingenti tra il 1984 ed il 1987 durante la presidenza di Reagan. Musicalmente il brano è costruito attraverso ritmi elettronici e nastri con voci registrate da discorsi radiofonici ed è l'unico episodio di quest'album che non convince appieno, nonostante una suggestiva atmosfera inquietante. La conclusione è affidata agli oltre 12 minuti di "Slowly I turn… step by step… inch by inch…", in cui possiamo ascoltare una splendida combinazione di svariati generi che si fondono e si amalgamano alla perfezione tra improvvisazioni, pathos strumentale, variazioni stilistiche e di tempo. Un altro grande disco per quella che può ormai essere tranquillamente considerata una bellissima realtà.

 INTESTINAL FORTITUDE(1995)
L'opener "Um tut sut" mostra una verve zappiana che non era mai venuta a galla così prepotentemente nei precedenti lavori: velocità, allegria, divertimento, repentini cambi di tempo sono le caratteristiche dei nove minuti di questa composizione. Segue "No raven tonight" (risalente, secondo Sary, al 1890!!!), altro brano di nove minuti, cantato e caratterizzato da un jazz-rock sperimentale e a tratti altisonante, in cui, tra le consuete ricche combinazioni strumentali, si possono apprezzare anche eleganti interventi di violino e flauto. La lunga "Perseids" (oltre 14 minuti) parte con un andamento ipnotico, quasi psichedelico, che pian piano guida verso scambi strumentali raffinati attraverso i quali possiamo ascoltare l'alternanza e la combinazione di episodi elettrici ed acustici. Non convince del tutto, invece, il momento cantato che precede il bel finale in crescendo con la chitarra protagonista. Inizio con chitarra floydiana per "Black day, white light", ma dopo quasi due minuti partono dei ritmi ossessivi, un suono decisamente più aggressivo e degli intrecci altisonanti tra i vari strumenti, senza però disdegnare improvvise aperture ariose di tastiere e violino. "The souls of the damned live in failed works" è un altro brano che parte in sordina, ma che poi si evolve andando in mille direzioni con un jazz-rock fantasioso guidato ora dai fiati, ora dalle tastiere, ma anche con spunti più vicini all'avanguardia o puramente ironici e vicini a marcette da fanfara. A chiudere il disco, troviamo una riuscitissima cover della celebre "Pioneers over 'c'" dei Van der Graaf Generator (presente anche sul doppio cd tributo al gruppo di Hammill edito dalla Mellow). Con "Intestinal fortitude", quindi, i French TV cominciano a spingere maggiormente il tasto dell'avanguardia e della sperimentazione, con risultati positivi, nonostante qualche piccola flessione (forse il tentativo di rendere, se possibile, più orecchiabili alcuni passaggi ha snaturato un po' le caratteristiche della band) rispetto ai due lavori precedenti.

 LIVE - YOO-HOO (1997)
Questo bel disco dal vivo ci offre una versione in quartetto dei French TV con Mike Sary al basso, John Robinson alle tastiere, Bob Douglas alla batteria e Dean Zigoris alle chitarre. I musicisti si mostrano affiatati e ci regalano quasi 70 minuti di delizia e follia, con alcune delle pagine sonore più interessanti mai realizzate dai French TV. Nove brani arrangiati e suonati alla grande fanno intravedere i vari volti della band attraverso la superba miscela esplosiva che coniuga jazz-rock, avanguardia, rimandi canterburiani, verve zappiana e tanta fantasia. Si segnala che è presente un interessante inedito e che le nuove "vesti" con cui vengono eseguite le composizioni tratte da un po' tutti gli album del gruppo sono convincenti ed intriganti. Interamente strumentale, "Yoo-hoo" fa capire che siamo di fronte ad una formazione in grado di incantare non solo con i dischi in studio, ma anche attraverso delle frizzanti esibizioni concertistiche.

 THE VIOLENCE OF AMATEURS(1999)
Il sesto album dei French TV è forse la perla più scintillante della discografia del gruppo. Sary e compagni, per l'occasione, riescono a creare un insieme sonoro particolarmente ricco ed effervescente. Il jazz-rock di base mai come stavolta si combina con soluzioni canterburiane, accentuando notevolmente, inoltre, la ricerca avanguardistica e i contatti con il Rock In Opposition. Il sound è ricercato come sempre e alla classica base formata da chitarra (grande prova di Zigoris), tastiere e sezione ritmica, si alternano sax, flauto, violino, ma anche banjo, clarinetto e percussioni varie. Il funambolico "pastiche" introduttivo "The kokomino stomp", il dinamico, folle e coinvolgente jazz-rock di "The secret life of Walter Riddle" (introdotto da una simpatica marcetta e contenente anche frangenti che ricordano il tema di "Mission impossible"), la superba "The Odessa steps sequenze" con i suoi accenni sinfonici, uno sviluppo imprevedibile e spettacolare attraverso magici interscambi chitarra-tastiere, un affascinante assolo di flauto ed una sezione ritmica pronta a tutto (degno di nota il drumming di Brian Donohoe), le intriganti e curiose melodie, il trascinante crescendo e lo spirito canterburiano di "Mail order quarks", l'allegria contagiosa e la vivacità strumentale ricca di cambi di tempo di "Tiger tea" dimostrano al meglio le grandi capacità, la fantasia e l'intelligenza (se non proprio la genialità) dei French TV. E in conclusione, una sorpresa che farà impazzire gli amanti del R.I.O.: la cover lunghissima (quasi 22 minuti) di "Joosan lost/The fate" dei capiscuola svedesi Samla Mammas Manna. Un bellissimo album che conferma più che mai il ruolo importantissimo che i French TV rivestono nel progressive dei nineties.

 THE CASE AGAINST ART (2001)
Questo cd è aperto da "That thing on the wall", uno dei brani dei French TV che maggiormente presenta legami con certo Canterbury sound orientato verso il jazz e che ha una splendida struttura fatta di cambi di tempo e di umore sviluppati in maniera ineccepibile. Encomiabile, in particolare, l'alternanza tra i passaggi frenetici e quelli maggiormente riflessivi contrassegnati dal sapiente uso del violino su tastiere d'atmosfera. La successiva "Viable tissue matter" (quasi dodici minuti di grandissima musica; uno dei migliori pezzi mai realizzati da Sary & co.), nelle sue soffici ed atmosferiche melodie dettate da flauto, violino e tastiere mi ricorda inizialmente i grandi Happy the Man. Nella parte centrale, poi, il brano si dirige verso soluzioni più vicine a certo jazz d'avanguardia eppure orecchiabilissimo, in cui si affaccia un sax leggermente dissonante, gli strumenti si combinano magnificamente, Zigoris si lancia in un guitar solo fulminante e le ritmiche si fanno veloci e particolarmente bizzarre; il tutto prima della conclusione con la quale possiamo riassaporare lo splendido e delicato tema iniziale. "Partly the state" inizia in maniera soffusa, le note di violino, flauto e chitarra sembrano lontane, ma pian piano l'intensità aumenta ed un riff di basso ci introduce in una composizione abbastanza sfrenata, in cui si possono ravvisare complessi impasti strumentali quasi à la Echolyn, con melodie vocali tipicamente americane (è l'unico brano cantato del disco). "One humiliating incident after another" inizia tra tentazioni classicheggianti ed approcci jazzistici e prosegue poi con l'ormai abituale miscela esplosiva in cui gli strumenti si rincorrono e le note si incastrano freneticamente l'una nell'altra in una folle (non credo siano in molti ad aver combinato jazz e country!) contaminazione di stili differenti. Ritmi stravaganti, una chitarra schizoide e gli innesti di violino, tuba e fiati caratterizzano invece l'inizio della conclusiva "Under the big 'W'", lunga composizione (oltre quattordici minuti) che nel suo svolgimento offre di tutto: musica da circo, veementi spunti canterburiani, frangenti rilassati, bandismo zappiano, spigolature vicine al R.I.O. si alternano e si combinano fino a creare un'unione perfetta e dalla timbrica ricchissima. Probabilmente "The case against the art" non riesce a raggiungere i massimi vertici toccati con l'album precedente, ma li sfiora davvero di pochissimo.

Peppe
Agosto 2003

Ultimo aggiornamento (Lunedì 26 Ottobre 2009 13:41)