Brani:

1. NWC 2. Invisible Legion 3. Face To Face 4. Welcome On Board 5. Paradise Lost 6. Remote Control 7. Technopolis 8. Globevillage At Night 9. Bone Squad 10. Wanna Be A Member? 11. Secret Service 12. Farewell 13. Life Must Go On

Formazione:

Batky Zoltan (voce), Lengyel Zoltan (piano, tastiere, sintetizzatore), Madai Zsolt (batterie, percussioni), Pejtsik Peter (orchestrazioni, violoncello, basso), Torma Ferenc (chitarre), Winkler Balazs (pianoforte, sintetizzatore).

Prodotto da: Boszormenyi Gergely
anno: 2003 - Durata: 72:00

Non è semplice dare un giudizio su questo lavoro degli After Crying: Show è un disco complesso che probabilmente necessita di numerosi ascolti prima di essere metabolizzato del tutto, un disco lungo (ben 72 minuti!) e variegato. L’ascolto procura sensazioni diverse che improvvisamente cambiano: ora sembra di sentire un musical, ora una colonna sonora, ora un disco di rock progressive ora un concerto di musica classica. E questo, che indubbiamente dopo pochi ascolti rappresenta il limite del disco, potrebbe diventarne il pregio successivamente.
Esordio affidato a NWC, sigla che sta per New World Coming, in pratica il ritornello che viene ossessivamente ripetuto durante il pezzo (“a new world’s coming and the old one’s gone”) e che rimane impresso nella mente. Questo pezzo risulta carino anche se non convince la voce del nuovo cantante Zoltan. Allo stesso modo non mi ha convinto Invisible Legion, eccessivamente lunga e dispersiva. Più interessanti Face To Face, ideale come soundtrack, e Welcome On Board, almeno fintanto che la canta la splendida voce femminile di Katona Zsofia, che regala al pezzo un’atmosfera futurista e minimale; atmosfera che viene irrimediabilmente persa con l’ingresso nel pezzo del cantante Zoltan. Surreali ed intriganti le note di Paradise Lost, un autentico paesaggio crepuscolare in musica. Remote Control dura nove minuti in cui i momenti noiosi prevalgono sugli spunti interessanti, tra i quali va certamente annoverata la parte di sax nel finale del pezzo. Technopolis sacrifica tre minuti al racconto del concept per poi aprirsi in spaziose fughe pianistiche che, se non altro, movimentano il brano. Dopo il bridge di Globevillage At Night, tanto suggestivo quanto breve, l’orchestralità di Bone Squad ed il rap mischiato ai fiati in stile Earth, Wind & Fire (sic!) di Wanna Be A Member, arriva il pezzo più lungo del disco: Secret Service, composta da 4 movimenti per un totale di oltre 15 minuti. Quello che nelle intenzioni della band ungherese vuole essere il capolavoro dell’album, alterna ancora una volta cose egregie a momenti poco convincenti. Il giudizio finale ne è inevitabilmente inficiato, nonostante bisogna rimarcare la delicatezza del pianoforte classico che imperversa per tutta la prima metà del brano ed il bel crescendo che caratterizza l’ultimo movimento. Farewell è il saluto prog del gruppo ma, come in tutti gli Show che si rispettino, i musicisti ritornano sul palco per il bis, qui rappresentato da Life Must Go On, strumentale che riporta alla memoria frammenti di pezzi di Pat Metheny e che piace per come si sviluppa tra a fughe di sinth e orchestrazioni.
Non annoveriamo Show tra i migliori lavori ascoltati di recente ma nemmeno ci sentiamo di stroncare questo disco, che mette in luce, comunque, la versatilità dei musicisti e la voglia di spaziare in più campi senza fossilizzarsi in un unico genere.

Giovanni
Dicembre 2004