Brani:

1. Man Overboard, Man 2. Tune That Goes Nowhere 3. Freebase Hit 4. Prison-Mall-Casino... Pray 5. Gidget Steps 6. Wichita Toe Jam 7. Karaoke From Muskogee 8. Hear Theremin Everywhere

Formazione:

oratory: Helena Handbasket - mystery stick: Convoy Denver - tubal libation: Wishon Swimhole King - dawghouse: Bongdorm Fratorgy - house drumset: Jeopardy Ed - exciter strings: Vern Averna Wheedlier - astrolabe, soundings, parlor tinkle: Sour Neve Seton - charts & navigation: Admiral Ted Brinkley

Prodotto da: Evander label
anno: 2003 - Durata: 73:00

Un progetto avvolto nel mistero: una fantomatica orchestra da college, musicisti sconosciuti, strumenti inventati (vedi la sezione line up di questa recensione per conferma...), una copertina che in realtà è un lungo articolo pazzoide e dissacrante, credits assolutamente insensati (si cita tale Lou Frankenhauer per gli ordinativi di sandwich e caffè!). E' evidente che dietro questo lavoro si cela un'artista bizzarro e anticomformista, avvezzo a nascondersi dietro pseudonimi o estemporanei gruppi. L'artista in questione è il tastierista Graham Connah, nome associato spesso all'estro di Frank Zappa, di cui è stato un seguace della prima ora. L'ammiraglio Ted Brinkley, dunque, non è altro che Connah stesso mentre non ci è dato sapere se esiste realmente il Verrugoso Vista College (dubitiamo). Così, non ci rimane che affidarci alle nostre orecchie per parlare di questa bizzarra pubblicazione.
Le 8 tracce del disco, prodotto dall'etichetta Evander, ci offrono un jazz a tratti piacevole e solare, come nel caso della prima traccia Man Overboard, Man, a tratti ostico e sperimentale, come in alcune sezioni di Prison-Mall-Casino. Gli inserti vocali e l'utilizzo di strumenti più tipicamente rock (vedi la chitarra elettrica in Tune That Goes Nowhere o Wichita Toe Jam) avvicinano il disco in certi momenti alla produzione Canterburyana, spezzando in alcuni punti la predominanza degli strumenti a fiato, la cui presenza è comunque preponderante nei 73 minuti di durata. Così Miles Davis si alterna con Frank Zappa e gli Hatfield & The North e qualche volta i tre improvvisano una jam session insieme (vedi la Wichita Toe Jam). C'è spazio anche per un breve e delicato inserto, Karaoke From Muskogee in cui finalmente Connah si ricorda di essere un tastierista e ci delizia con un bel pianoforte. Il disco si chiude con il brano più lungo, ovvero Hear Theremin Everywhere, una sintesi di tutto l'album che si apre con tanto di schitarrata rock e prosegue in puro stile jazz per buona parte dei suoi 13 minuti.
Ma in fondo, come scrive nelle note di copertina il redattore Nach O'Hargman (anagramma, indovinate un po' di chi?), si tratta soltanto di musica di una jazz band da college e "può questo stupido genere essere considerato un piccolo ramo semisconosciuto sull’albero della storia del jazz?". Noi pensiamo di sì...

Giovanni
Luglio 2006