Brani:

1-So it’s time to say goodbye; 2-Somewhere in Brasil; 3-Antichi ricordi; 4-Akua; 5-Camilla; 6-Strange shape; 7-Oltre le nuvole; 8-The dream of sunstreet; 9-Radio Ljubljana; 10-Serenade

Formazione:

Maurizio Neri: Classical, acoustic and electric guitars; Massimo Vassallo: fretless bass; Luca Vassallo: drums; Angelo Perez: keyboards; Marco Vergnano: tenor sax; Corinne: vocals; Giustino Barletta: acoustic piano and keyboards; Carlo Imparato: percussion

Mixed and mastered by Marco Olivotto
Anno: 2001, Mellow Records - Durata: 48:18

Nelle sue infinite sfaccettature, il progressive ha mostrato in molteplici occasioni quanto siano forti i collegamenti che lo legano al jazz. Tutt’oggi escono prodotti che sembrano muoversi proprio lungo quei labilissimi confini che separano i due generi, al punto che risulta anche abbastanza difficile inquadrarli con precisione. Strange shape è il secondo album dei 3vel, interessantissima formazione che raccoglie l’eredità dei grandi gruppi di jazz-rock italiano, viaggiando proprio lungo questa borderline con una classe ed una professionalità unica. Davvero splendido l’inizio di questo lavoro con l’atmosferica (e quasi sinfonica) introduzione tastieristica di So it’s time to say goodbye, brano che prosegue poi con riferimenti ai Perigeo, soavi vocalizzi femminili ed un finale dove una chitarra elettrica ricorda il miglior Metheny, mentre il sax e i ritmi “notturni” rimandano al jazz più classico. Gli altri brani mantengono elevatissima la qualità e la musica si snoda sempre tra il jazz-rock mediterraneo all’italiana (è presente anche l’ottima cover di Akua dei grandi Baricentro) e gli accenni alla fusion, questi ultimi maggiormente evidenti negli interventi della sei corde elettrica. Come spesso accade in questi casi, sono soprattutto le combinazioni elettroacustiche ad affascinare ed emblematiche in tal senso sono composizioni come il già citato brano di apertura, Somewhere in Brasil, Antichi Ricordi (splendide le atmosfere lievemente malinconiche create dallo sfondo di tastiere e dalle melodie di chitarra classica) e The dream of sunstreet, ma anche le più romantiche Camilla, Oltre le nuvole e Serenade sanno sedurre con dolci note di chitarra e piano. Molto orecchiabile l’allegra title-track, mentre Radio Ljubljana è un episodio più particolare, che dura poco più di mezzo minuto ed in cui le tastiere creano curiose atmosfere a cavallo tra new-age e rock sinfonico. Un lavoro curato davvero nei minimi particolari, ottimamente registrato e che mi sento di consigliare a qualsiasi amante della buona musica.

Peppe
Novembre 2003