Ottimi jazzisti oppure bravissimi rockers? Probabilmente ambedue le cose hanno valore per questo gruppo cileno, ora alla loro seconda uscita su cd. Se nel precedente lavoro l'aria crimsoniana regnava sovrana, stavolta l'identità del gruppo viene espressa secondo una prevalenza di altri immancabili riferimenti. Per quasi tutti i gruppi odierni, non è possibile fare a meno di relazionarsi con quanto si è sviluppato nell'era d'oro del prog, rischiando per questo di cadere facilmente nella sterile spirale della clonatura bella è buona, fatto purtroppo non raro nell'ambito rock-progressivo. Gli Akinetòn sono volutamente sporchi nei suoni e impastano tanti umori noti, tentando l'ardua strada dell'originalità, trovando invece l'abilità di ricontestualizzare quanto già fatto, sicuramente anche merito dell'indubbia perizia tecnica dei musicisti, nonostante alcuno di loro si caratterizzi per un suono o stile particolare. Ma la buona musica non può essere espressa solo grazie alla competenza strumentistica, ma soprattutto all'efficacia di una brillante ispirazione, buone idee e molta passione che a questo gruppo non mancano di certo. Gli impasti sonori dei sax portano inevitabilmente alla memoria le sequenze fiatistiche di The Muffins mentre la base ritmica e la chitarra strizzano l'occhiolino a gruppi più oscuri quali Univers Zero e Present. Apre Morricoleman (omaggio?!) dura e trascinante, segue Recurrencias forse tra i brani più accattivanti del cd, Survector è un altenelante rincorrersi tra jazz e rock che lascia esterrefatti già dal proemio di Fana Papal y el Monsenor Smegma Nazzi; Nimboestrato è un concentrato di "focaccine" americane mentre Soula abbraccia il jazz più classico, con tanto di contrabbasso in bella mostra, ma si devia nettamente verso lidi più "sperimentali" nella finale DementiaAbsorbant dove cori allucinati ricordano oscure declamazioni Kobaiane. Pur non rinunciando a brillanti spunti solistici, è quindi la coralità degli intenti ad emergere, spinti nel creare una equilibrata miscelanza tra sonorità non proprio facili. Il risultato non mancherà certo di interessare la ristretta schiera di estimatori del R.I.O. (Rock in Opposition), ma penso possa anche soddisfare qualsiasi ascoltatore che si spinge verso forme musicali meno convenzionali.

Geppo - Agosto 2003

Ultimo aggiornamento (Martedì 20 Marzo 2012 16:52)