Jazz-rock oppure Rock-jazz? La domanda, pur lecita, difficilmente può trovare una risposta precisa ed univoca. Questo perchè i due generi musicali, nella loro storia evolutiva, hanno acquisito dei confini sempre meno definibili e la loro miscelazione, in proporzioni variabili, non procede alla creazione di una identità musicale ben precisa.
Ed in questa baraonda c'è chi semplicemente miscela i due generi musicali, magari con influenze folk o classiche, altri provano a tenere separate le due cose, ricorrendo al jazz per elevare il proprio valore e magari cercare strade più sperimentali, mentre altri si imparentano al rock anche per una questione di maggiori introiti e popolarità.
Verso il calare degli anni '60 e l'inizio del decennio successivo, periodo d'oro del rock-progressivo,fioriscono molti gruppi che scelgono questa via espressiva, diventando esponenti primari di questo nuovo filone, in cui a volte prevale il jazz altre il rock. E' pur vero che già dalla seconda metà degli anni '70 il fenomeno jazz-rock va lentamente scomparendo, probabilmente tramutandosi in fusion-music con l'intento di riempire lo stomaco oltre che la testa. Assisteremo a contaminazioni con la musica latina e con il funky, ma saranno compromessi poco funzionali ad una vera crescita musicale e che in buona sostanza porterà popolarità e soldi ma, seppur con produzioni di qualche interesse, non ricalcherà il boom intelligente e creativo dei primi anni '70.
E con il calare del decennio si configura una vera e propria stasi creativa, ma anche lontano da classifiche, mass-media e business, continueranno ad uscire album di artisti che intraprendono in maniera interessante la strada della contaminazione tra jazz e rock.

Detto questo, potrà risultare ovvio che condensare il fenomeno in poche righe è impresa ardua e che l'elenco degli artisti rimarrà inevitabilmente incompleto!
Verso la fine degli anni '60, in Inghilterra, il sottile confine tra jazz e rock passa anche attraverso altri generi quali il rhythm'n'blues ed il blues. Musicisti, poi noti, si formeranno nel gruppo di Alexis Korner o di Graham Bond e, quando la sezione degli ottoni tipica del rhythm'n'blues viene adottata da gruppi come i Blood, gli Sweet & Tears e i Chicago, molti jazzman vengono attratti dal rock.

Miles Davis

Le influenze jazz architettonicamente più ardite, provengono sicuramente dai maggiori sperimentatori del campo, tra tutti Miles Davis che inizia a contaminare il jazz con il blues, il rock e la voglia di andare oltre la musica del momento, creando come simbolo di tale nuovo percorso il doppio LP intitolato Bitches Brew. Nel 1968 Davis incontra Jimi Hendrix e comprende che la chitarra elettrica, fino a quel momento tenuta al margine del jazz, è destinata ad un ruolo da protagonista. Ma in generale, in quel periodo, molti strumenti iniziano ad elettrificarsi ed appaiono nuove sonorità, ed uno strumento su tutti diventerà basilare: Il piano elettrico inventato da Harold Rhodes e Leo Fender. Lo stesso Davis sperimenterà l'elettronica, utilizzando la sua tromba collegata ad un pedale wa-wa, e nel 1969 insieme al giovane e valente chitarrista John Mc Laughlin registra In a Silent Way accompagnati da basso elettrico, tastiere e dal martellamento rock della batteria di Tony Williams. Il fenomeno si allarga anche per merito dei musicisti che collaborano con Davis, tra cui lo stesso John Mc Laughlin che nel 1972 forma la Mahavishnu Orchestra, gruppo tecnicamente ineccepibile e fortemente innovatore nell'ambito jazz-rock, di cui si consigliano a cuor leggero i due primi album, The Inner Mountain Flame e Birds of Fire, mentre Billy Cobham si accinge a diventare uno dei batteristi più famosi al mondo , il quale nonostante molto dotato tecnicamente, preferisce privilegiare la parte spettacolare alla ricerca pura, in un compromesso non sempre felice. Il suo primo disco Spectrum del 1973 merita sicuramente attenzione.

Mahavishnu Orchestra

Una visione radicalmente nuova al jazz-rock viene data da un gruppo mito i Weather Report. Musica mirabilmente sospesa tra manualità ed automatismi tecnologici, legata allo stesso modo all'avanguardia ed alla tradizione. Molta ricerca su suoni e ritmi, senza mai legarsi ad un contesto tipicamente rock o cadere nella banalità della fusion più becera. Formati nel 1970 da Wayne Shorter al sassofono, Joe Zawinul alle tastiere, il contrabbassista Miroslav Vitous, il percussionista Airto Moreira e dal batterista Alphonse Mouzon, daranno vita ad una musica affascinante che conquisterà il grande pubblico con l'album Mysterious Traveller del 1973.

weather report

I Return of Forever, costituiti da quattro importantissimi ed abilissimi musicisti, Chick Corea al piano, Lenny White alla batteria, Al Di Meola alla chitarra e Stanley Clarke al basso, saranno una delle band più popolari del jazz-rock. Uno dei loro migliori prodotti discografici è Where Have I Know You Before del 1974. Sull'onda del successo ricevuto da questo gruppo, partiranno fortunatissime carriere soliste con una produzione discografica fin troppo variegata. Si formeranno gruppi, anzi supergruppi come la Chick Corea Elektric Band; molti chitarristi diventeranno famosi, come Al Di Meola,John Scofield, Bill Frisell,Mike Stern,e Larry Coryell da considerare tra i pionieri del jazz-rock. Ma anche Carlos Santana e Jeff Beck non hanno mancato incursioni nel campo jazz-rock.

I Return to Forever

Tra i più conosciuti in assolutoPat Metheny, un giovane chitarrista americano autodidatta, arriverà in vetta alle classifiche jazz con due album New Chautauque e American Garage. Lo stile, molto fluido, passa per molte vie, dal jazz al rock, dalla creatività europea alla musica popolare americana, all'improvvisazione e strizzatine d'occhio alle atmosfere alla Weather Report. l violinista francese Jan Luc Ponty darà nuova linfa vitale ad uno strumento atipico nell'ambito jazz. Utilizzando un violino elettrificato, dimostrerà classe, ricerca sonora e creatività con il gruppo degli Experience nei dischi intitolati Open Wings e Sonata Erotica. Nulla di particolarmente eccitante nella sua produzione solista che ben presto si assesterà sugli allori della popolarità acquisita, ma grande successo di immagine e popolarità per un virtuoso del violino.

Pat Metheny

Tra le numerose meteore il giapponese Stomu Yamash'ta tra i suoi vari progetti nati intorno alla metà degli anni '70, vanta un deciso accostamento al jazz-rock con la formazione degli Eastwind di cui faranno parte i canterburiani Hugh Hopper al basso e Gary Boyle alla chitarra. Successivamente sarà artefice di un supergruppo i Go, che anovereranno in formazione Klaus Shulze, Steve Winwood, Al Di Meola, Michael Shrieve nonchè lo stesso Yamash'ta, autori di uno strano jazz-rock contaminato dall'elettronica e da melodie orientali.

Ricollegandosi maggiormente al fenomeno rock progressivo, con musicisti che partendo dal rock si avvicinano alle forme jazz, si affacceranno sulla scena nuovi filoni espressivi. In inghilterra la cosidetta "Scuola di Canterbury", vede i propri musicisti altamente presi dal jazz, al punto che, esempio su tutti, i Soft Machine dal terzo album in poi saranno più che altro una band di jazz-rock in stile personalissimo. Molto più vicini al free-jazz, il geniale arrangiatore e compositore Mike Westbrook, con la sua Brass Band, ed i gruppi formati da Keith Tippett, affascinante nelle sue poliedriche esternazioni musicali anche se non sempre di facile presa. Altro jazzista puro prestato al rock è Ian Carr, trombettista, che fonda i Nucleus che sono da ricordare per l'ottimo riscontro avuto con Elastic rock del 1970. Anche il successivo Belladonna merita, ma non basta essere ottimi strumentisti e nel corso degli anni le idee scarseggiano e si inizia a trovare alternative nel funky, rasentando addirittura i confini con la disco-music, segno inequivocabile che le sperimentazioni sonore quasi mai risultano sufficientemente remunerative. Ancora oggi diversi musicisti tra cui Phil Miller , con la band In Cahoots, continuano a proporre jazz-rock di grande caratura e fascino.

E' facile trovare le influenze jazz un pò dappertutto, compreso nei sottoprodotti progressivi come lo Zehul ed il R.I.O, e molti gruppi e musicisti di queste aree daranno vita a dischi in stile jazz-rock.

Diversi i musicisti che, partendo dalla notorietà acquisita in ambito rock, si inseriranno o daranno vita a progetti in cui la componente jazz acquisirà paricolare valenza. Una rilevante escursione progressiva nel jazz-rock è merito di un famoso ed affermato batterista: Bill Bruford che dopo l'esperienza con gli Yes, King Crimson ed U.K., riunisce intorno a se musicisti formidabili quali Allan Holdsworth, Dave Stewart e Jeff Berlin. Particolarmente ispirati, con composizioni che richiamano tra l'altro sentori canterburiani, daranno alla luce tre dischi tra cui spicca One of a Kind del 1979.

Brand X

A metà degli anni '70 Phil Collins, oltre agli impegni con i Genesis inizia una nuova avventura con i Brand X orientata verso lidi jazz-rock senza escludere una facile vena pop. Formazione più che dignitosa, anche se non dotata di fervida fantasia, trova punti di forza nel bassista Percy Jones e nel chitarrista John Goodsall che porteranno la band a fare dischi anche negli anni '90. Livestock rimane fulgido esempio di un buon gruppo, che ha saputo guadagnarsi un discreto seguito. Sempre in inghilterra, gli If del sassofonista jazz Dick Morrissey, saranno artefici di una contaminazione tra pop, jazz e rock che per i primi 4 dischi prodotti agli inizi degli anni '70, porterà loro successo e buona critica.

Nel 1976 l'onere di portare avanti il pianeta Gong passa tra le veloci mani di Pierre Moerlen, batterista molto dotato tecnicamente che trasformerà decisamente l'originario sound del gruppo verso un jazz-rock di maniera che però non mancherà di avere un certo riscontro di critica e pubblico. Collaboreranno anche musicisti d'eccezionale capacità come Allan Holdsworth, Mike Oldfield o Didier Lockwood , ma sarà il drumming particolare di Moerlen e la caratterizzazione con l'uso del vibrafono a guidare il progetto fino agli inizi degli anni '80. Più interessanti i primi dischi, Expresso - Expresso II ed il buon live del 1979.

Pierre Moerlns' gong

IL POP PROGRESSIVO ITALIANO E' ANCHE JAZZ-ROCK

In italia, dove il fenomeno progressivo acquisterà la denominazione di pop o pop progressivo, vi è un buon fermento intorno al jazz-rock sviluppatosi negli anni '70. Una band importantissima da questo punto di vista, e che fa un pò caso a parte, sono gli Area.

Area

Creatori di una proposta musicale di rottura, possono contare sulla voce di Demetrio Stratos, assolutamente unica nel panorama mondiale. Ottimi tutti i dischi prodotti fino al 1978, con una commistione variegata ad influenze arabe/mediterranee ed un rock-jazz personalissimo, che si evolve in disgressioni verso una musica completamente libera ed improvvisata, come testimoniato nel live Event '76.

Ma una parte importante viene anche rivestita dalla cosidetta "scuola torinese" con gli Arti e Mestieri, che legati alla casa discografica Cramps fanno uscire Tilt e Giro di valzer per domani due buoni esempi di jazz-rock italico senza marcate influenze estere. Il terzo Quinto Stato , con un organico rinnovato, devia il discorso prima prettamente strumentale, verso un'attenzione particolare ai testi declamanti di emarginazione, droga e potere. I lavori seguenti, usciti negli anni '80, guidati dal bravissimo Furio Chirico alla batteria, saranno orientati maggiormente verso il jazz strumentale.

Venegoni & Co.

Gigi Venegoni, chitarrista fuoriuscito dagli Arti e Mestieri fonda i Venegoni & Co., proseguendo nello stile jazz-rock legato ad una fusione con temi di stampo tipicamente mediterranei. Rumore Rosso e Sarabanda sono i lavori prodotti rispettivamente nel 1977 e 1979. Sempre di Torino i Dedalus che in due stimolanti dischi, ancorchè di non facile presa, Dedalus e Materiale per tre esecutori e nastro magnetico propongono una musica nella quale prevarrà il jazz, l'improvvisazione e la sperimentazione sonora.

I marchigiani Agorà saranno artefici di due uscite discografiche: Live in Montreaux del '75 e Agorà 2 dell'anno successivo. Brani compatti, senza eccessi strumentali, piacevolmente basati sui toni morbidi del piano elettrico Fender Rhodes, sono sicuramente da ascoltare. Baricentro, il cui nucleo originario era denominato Festa Mobile , sono autori di due album di jazz-rock-fusion non particolarmente originali, ma densi di buone idee.

La valle dei templi - Perigeo

Musicisti provenienti dal jazz compongono una delle più affermate realtà jazz-rock italiane, il Perigeo. La matrice jazz viene contaminata da territori decisamente rock, in un contesto però tipicamente legato alla melodia italiana. Prima di sciogliersi nel 1976, fanno uscire cinque dischi molto buoni, dove fraseggi, anche orecchiabili, si inseriscono in un tessuto sonoro tecnicamente ineccepibile, dove non è la singola abilità strumentistica ad emergere ma l'ottima coesione compositiva ed esecutiva del gruppo.

Nella classificabile scuola napoletana spiccano i Napoli Centrale di James Senese che propongono innesti popolari partenopei inseriti su un contesto jazz-rock di stampo canterburiano molto vicino ai Nucleus , ma con l'orecchio teso anche alle produzioni dei Weather Report Tutti ottimi i loro primi tre dischi Napoli Centrale, Mattanza e Qualcosa ca nu'mmore. Il gruppo proseguirà la carriera dagli anni '90 alternando produzioni di jazz-rock e musica leggera.

Jazz e rock sono presenti anche nei primi lavori di Tony Esposito, eclettico percussionista napoletano. In realtà sono dischi ricchi di influenze mediterranee legate soprattutto alla città partenopea. Negli anni '80, seppur con una ricerca musicale rivolta verso le origini musicali sudamericane ed africane, devierà verso lidi più pop/commerciali. Incursioni nel jazz-rock anche per l'unico album dei napoletani Cervello del 1973, che successivamente, cambiato il nome e gran parte della formazione, sotto la sigla Nova produrranno nella fine degli anni '70 quattro dischi orientati decisamente verso il funky e la fusion.

Nel fermento generale degli anni '70, molte le formazioni minori che avranno l'opportunità di incidere un solo disco, o addirittura di registrare semplicemente dei nastri che vedranno la luce molti anni dopo su cd, grazie a qualche ardimentoso discografico. Da segnalare in questo ambito i Living Life, Ping Pong, Gruppo d'Alternativa, Preghiera di sasso, Esagono, Kaleidon, Nadma e Bella Band.

L'unico LP della <B>Bella Band</B>

Ancora oggi possiamo ascoltare echi di buon jazz-rock italico, riconosciuto anche al di fuori dei confini nazionali. Da segnalare i Deus ex Machina che, utilizzando la lingua latina e strumenti atipici quali violino e violoncello, sono autori di una musica robusta, elettrica a tratti ossessiva. Altro gruppo interessante sono i D.F.A. che pur non totalmente, presentano inclinazioni particolari verso la commistione di elementi jazz-rock in un contesto più vicino al progressivo romantico.

Geppo
Aprile 2003

Ultimo aggiornamento (Sabato 13 Giugno 2009 19:41)