Anni '90
Negli anni '70 il progressive ha vissuto i suoi momenti di massimo splendore grazie ad artisti rimasti nella storia, quali Genesis, King Crimson, ELP, Yes, Pink Floyd, VdGG, Camel, Jethro Tull, Gentle Giant, PFM, Banco, ecc.
Gli anni '80 sono stati il "periodo buio", col prog caduto praticamente nel dimenticatoio e che ha vissuto solo una breve ma effimera stagione di successo grazie ai Marillion i quali, sulla scia del successo di "Kayleigh", sono riusciti a trascinare il movimento "new progressive" britannico con band del calibro di Twelfth Night, iQ, Pendragon e Pallas. Tuttavia, solo quei gruppi che si sono rifatti a certe caratteristiche sono riusciti ad avere una discreta popolarità, infatti tale filone new prog pescava a piene mani da certo prog "sinfonico" genesisiano dei seventies, riprendendone le strutture e cercando sonorità particolarmente incentrate su tastiere "banksiane" e chitarre "gilmouriane", col risultato che è mancata la personalità necessaria che poteva riportare il progressive alla dovuta considerazione, e con la conseguenza che altri gruppi di quel periodo ugualmente (e molto spesso maggiormente) validi sono rimasti nell'ombra nel tentativo di rendere più originale la loro proposta attraverso soluzioni meno scontate.
Si arrivò, così, al termine del decennio con un movimento progressive decisamente agonizzante. Ma qualcosa stava cambiando...
La fine del "periodo buio" (1989-1993)
Tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90 un buon numero di giovani band comincia a farsi notare, tentando di rilanciare il genere. Non si ottengono adeguati riscontri commerciali, ma la qualità della musica va elevandosi e vengono messe le basi per una produzione ampia negli anni a venire.
Gruppi italiani come Ezra Winston, Nuova Era, Eris Pluvia, Asgard, Theatre, Malibran, Leviathan, Notturno Concertante, Sithonia, Mellonta Tauta, Montefeltro, Men of Lake, Arcansiel, Egoband, Crystal Phoenix, Calliope, Castello di Atlante, francesi come Halloween, Minimum Vital, Versailles, Jean Pascal Boffo, Edhels, i brasiliani Quaterna Requiem, Dogma, Blezqi Zatsaz e Sagrado, pian piano danno nuovo vigore al prog sinfonico, allontanandosi da certe estremizzazioni tipiche del new prog che, invece, vive il suo momento peggiore con i Marillion orfani di Fish, i 12th Night orfani di Mann e gli iQ persi in strane strade.
In questo contesto, i gruppi italiani privilegiano un recupero di sonorità classicheggianti da aggiungere alle consolidate atmosfere genesisiane, come accade con gli Ezra Winston in "Ancient afternoons", o con i Nuova Era, autori di diversi album immersi letteralmente in un sound settantiano, molto debitore del Banco. Altri puntano sul lato più romantico del progressive, come gli Eris Pluvia che realizzano un gioiellino di rara bellezza con "Rings of earthly Earth", dove delicatissimi arpeggi di chitarra acustica si uniscono alla soavità sempreverde del flauto, e i Malibran con le loro sonorità genesisiane arricchite dal largo utilizzo di un flauto alla Anderson in "Le porte del silenzio".
Si distaccano un po' dal panorama i Devil Doll e i Crystal Phoenix, che producono lavori dalle accentuate caratteristiche tenebrose.
In Francia, simili connotati sono adottati dagli Halloween, che tuttavia non esasperano le tinte fosche della loro musica sinfonica in "Part one" e "Laz". Con uno stile completamente differente si distinguono, viceversa, i Minimum Vital, il cui progressive, di una vitalità ed allegria unica, unisce momenti classicheggianti, arie medievali e folk latino (ascoltare "Les saisons marines" e "Sarabandes"), mentre il chitarrista Boffo riprende le lezioni di Hackett e Phillips.
Dal Brasile ci giungono varie opere interessanti: i Quaterna Requiem sfornano uno straordinario lavoro classicheggiante con "Velha gravura", in cui la solennità della musica sinfonica, contraddistinta dal largo uso delle tastiere, è temperata dagli splendidi innesti di flauto e violino; i Dogma sono autori di due album strumentali dalle nette influenze Camel; i Sagrado puntano su un prog sinfonico-romantico più convenzionale.
Contemporaneamente, però, iniziano a circolare proposte particolarmente ricercate ed, a tratti, anche abbastanza ostiche con gruppi come Djam Karet, Universal Totem Orchestra, The Muffins, Miriodor, Philharmonie, Kenso; ed alcuni di essi saranno sostenuti costantemente dalla label Cuneiform Records nel decennio successivo.
Gli americani Djam Karet, grazie ad album di assoluto rilievo quali "The ritual continues" e "Reflections from the firepool", mostrano straordinarie capacità tecnico-compositive, mescolando in una combinazione unica ed affascinante reminiscenze crimsoniane, dissonanze, improvvisazioni, jazz rock e sonorità aggressive. L'esperienza degli artisti canterburiani è, invece, ripresa dai Miriodor e dai Muffins, con questi ultimi che si orienteranno, poi, più sul RIO, genere in cui si pone in evidenza il bellissimo omonimo album d'esordio degli U Totem. Degni di menzione anche i Philharmonie (che vedono tra le loro fila il chitarrista degli Shylock), terzetto di chitarristi francesi che senza l'ausilio di altri musicisti regalano l'ottimo "Les elephants carillonneurs" e diversi validi lavori.
E' un periodo in cui l'attività di alcune piccole etichette comincia ad essere fondamentale, e se la Cuneiform spingerà molto i filoni avanguardistici del RIO e della Scuola di Canterbury, la francese Musea e l'italiana Mellow Records, in particolare, si renderanno protagoniste delle ristampe in Cd di capolavori degli anni '70 che erano ormai delle rarità (ad esempio, quelli di Locanda delle Fate, Balletto di Bronzo, Maxophone, Nuova Idea, Murple, Mona Lisa, Pulsar, Sandrose, Asia Minor, Wapassou, Kaipa, solo per citarne qualcuno), e si avvieranno, inoltre, a promuovere nuove interessantissime band, arricchendo i cataloghi destinati a diventare vastissimi.
Tra il 1991 e il 1992 anche in Europa comincia pian piano a farsi largo la ricerca di soluzioni che non vadano a riprendere i soliti "cliché" genesisiani ed il movimento comincia ad allargarsi rendendosi abbastanza universale. Escono i primi album degli ungheresi After Crying che con "Overground music" e "Megalazzotak es megszomoritottak" impressionano per il fantastico connubio tra sonorità crimsoniane, musica da camera ed atmosfere malinconiche, che li porterà ad essere indicati fra i migliori esponenti progressive del decennio.
I Landberk con "Riktigt akta" nel 1992 danno il la a quella scena svedese che sarà apprezzata da molti, e saranno affiancati da gruppi come Anglagard e Anekdoten, che, attraverso sonorità dei King Crimson del periodo '73-'74 (riprese dai primi ed estremizzate dai secondi) e la riscoperta del mellotron, troveranno proseliti ovunque.
Contemporaneamente si denota il successo dei Dream Theater, etichettati come gruppo "prog metal" per l'unione della potenza del metal alle strutture progressive. Grazie a ciò qualche "metallaro" si è avvicinato al prog, anche se in genere chi segue un simile percorso, spesso si appassiona al lato più sinfonico del prog, prediligendo quei gruppi che seguono quei cliché fatti di brani lunghi, cambi di tempo e tecnicismi vari.
Da aggiungere che non mancano gruppi che si rifanno a certo space-rock ottenendo anche un discreto seguito, come Porcupine Tree e Ozric Tentacles.
Vecchie glorie
Questo momento particolarmente fertile è rimarcato anche dalle reunion di molti di quelli che saranno poi definiti (impropriamente?) dinosauri: Emerson, Lake & Palmer, Yes, Camel, King Crimson, Pink Floyd , PFM, Banco, Orme riappaiono sulle scene con risultati altalenanti, alternando nuovi album in studio ad operazioni di recupero di vecchio materiale con la pubblicazione di inediti, antologie, cofanetti e live vari.
ELP rientrano con un interessante album come "Black Moon", ma il seguito sarà di scarsissimo rilievo. I King Crimson, invece, grazie al mini "Vrooom", che precede l'album "Thrak", mostrano ancora parecchie frecce al loro arco, con un Fripp ancora ispiratissimo che dà prova per l'ennesima volta di essere una delle menti più innovative della musica rock. Questo lo dimostrerà anche negli anni a venire con i vari ProjeKcts, in cui si alternano i musicisti dell'ultima incarnazione del Re Cremisi (oltre Fripp, Adrian Belew, Tony Levin, Trey Gunn, Bill Bruford e Pat Mastellotto) che si esibiscono in un prog ultratecnologico e ricco di improvvisazione e con il durissimo, ma validissimo "The construKction of the light".
Il ritorno dei Pink Floyd con "The division bell" evidenzia un gruppo che ha ancora qualcosa da dire, ma i tempi gloriosi sono ormai lontani e lo si dimostra nel tour conseguente da cui è tratto il doppio live "Pulse". Ma a fare la parte del leone ci sono i Camel, che con lo splendido "Dust and dreams" rinverdiscono i loro fasti con un lavoro degno dei suoi predecessori. E il gruppo mostrerà anche in seguito di non aver perso smalto con altri due album di grande prog melodico ("Harbour of tears" e "Rajaz") e diversi live di assoluto valore.
Altri nomi storici continuano, invece, una carriera praticamente ininterrotta (Jethro Tull, Mike Oldfield, Robert Wyatt, Anthony Phillips, Steve Hackett, Peter Hammill, Barclay James Harvest, Rick Wakeman). Di questi citerei in particolare due notevoli lavori: "Shleep" di Robert Wyatt e "Slow dance" di Anthony Phillips. Il primo conferma, se ce n'era bisogno, la straordinaria sensibilità del musicista canterburiano, mentre il secondo offre un Phillips in gran forma con una suite fantastica in cui romanticismo, progressive e tecnologia si uniscono alla grande.
Gli anni migliori (1994-1996)
E' probabilmente verso la metà del decennio, tra il '94 e il '96 che il progressive di questo periodo vede le sue migliori espressioni artistiche: gli album degli scandinavi Anglagard, Isildurs Bane, White Willow, Landberk, Anekdoten, Hoyry-Kone, Kundalini, Sinkadus, degli italiani Finisterre, Garden Wall, Quasar Lux Symphoniae, Germinale, Deus Ex Machina, Aufklarung, Prowlers, A Piedi Nudi, Malibran, Aria Palea, degli americani Echolyn, French TV, It, Somnambulist, dei canadesi Indiscipline, ecc. danno gran vigore e mostrano la voglia di proporre un progressive distante da quelli che cominciavano ad essere canoni fin troppo seguiti.
Gli Anglagard, grazie a due album eccellenti come "Hybris" e "Epilog", contraddistinti da dissonanze e sfuriate crimsoniane alternate a momenti di grande romanticismo e rilassatezza col flauto a dettar legge ed il mellotron a costruire splendide atmosfere, sono stati particolarmente apprezzati da numerosi appassionati. Dopo il loro scioglimento, avvenuto all'indomani dell'uscita del secondo album, saranno i Sinkadus a riprendere questo tipo di prog ("Aurum nostrum" e "Cirkus"), ma con un sound troppo vicino ai loro predecessori per distinguersi con dovuta personalità. I connazionali Anekdoten, autori di "Vemod" e "Nucleus" estremizzano le sonorità crimsoniane del '73-'74 e offrono un prog robusto e venato di tristezza. Gli Isildurs Bane, che vantano una lunga carriera di tutto rispetto, giungono alla realizzazione di un album come "The voyage" in cui il prog del gruppo è vicinissimo alla musica sinfonica, con lunghe composizioni e largo uso di strumenti classici, per un lavoro di grande fascino e decisamente riuscito.
I Kundalini col loro "Asylum for astral traveller" si mettono in luce con un ottimo jazz-rock, con qualche connotato crimsoniano e qualche influenza orientaleggiante.
I Landberk, invece, giungono purtroppo al canto del cigno con "Indian Summer", un album maturo, distante da qualsiasi canone progressivo e costituito da belle canzoni, raffinati arrangiamenti ed una vena malinconica di grande impatto.
Cominciano a farsi luce anche i solari Flower Kings, con un prog sinfonico ben fatto, ma ripetitivo e poco originale. Ma dalla Scandinavia, il lavoro forse più interessante è "Ignis fatus" dei norvegesi White Willow, in cui il progressive è infarcito di folk e permeato di malinconiche atmosfere. Le canzoni contenute sono perle di straordinaria eleganza e l'alternanza di suoni acustici ed elettrici, del cantato maschile e femminile rendono molto variegata la proposta della band.
In Italia, da sempre paese esponente di un eccellente progressive, i Finisterre danno alla luce due album che rimarranno tra le migliori produzioni del decennio: "Finisterre" e "In limine". La ricetta di questo gruppo ligure prevede una contaminazione di varie esperienze degli anni '70 e se alla base si avverte l'amore verso i Genesis, non mancano riferimenti a Pink Floyd, Gentle Giant, Camel, King Crimson, PFM, ecc. Il risultato è una miscela fantastica che unendo il meglio delle conoscenze del passato e mescolandolo con le ottime idee del gruppo si rivela un prodotto particolarmente originale e raffinato.
I Quasar Lux Symphoniae, con l'opera rock "Abraham", doppio album, realizzano un piccolo capolavoro moderno di prog sinfonico, grazie ad eccellenti composizioni in cui tastiere e piano la fanno da padrone, nonostante la presenza di qualche momento più tirato.
I friulani Garden Wall, dopo un buon esordio con "Principium", riescono con "Path of dreams" a diventare una splendida realtà. L'album presenta mille sfaccettature: una musica prepotente e travolgente, con momenti di calma apparente sempre pronti ad prorompere nel compatto sound del gruppo. Difficile fare paragoni, le chitarre aggressive, le tastiere che alternano sottofondi delicati a esplosioni sinfoniche, la vivacità della sezione ritmica, rendono anche questa band particolarmente originale.
E parlando di originalità come non citare "...e il suo respiro ancora agita le onde.." dei pisani Germinale, autori di un meraviglioso affresco in cui si possono ascoltare momenti di grandissimo progressive. Le squisite composizioni della band mostrano un sound assolutamente personale, con pochi punti di contatto con la omonima prova d'esordio (più su coordinate Genesis-Pink Floyd), grazie a lunghi brani in cui chitarre, tastiere e flauto si intrecciano alla grande su una sicura sezione ritmica, ma anche grazie a brani più brevi e a suoni acustici in cui si mostra una grande eleganza. In grande risalto anche gli ottimi testi, mentre l'unica nota parzialmente stonata è il cantato tutt'altro che irreprensibile.
Un'altra formazione che permette al prog italiano di elevarsi a vertici mondiali è quella dei Deus Ex Machina, i cui album mettono in mostra un jazz-rock tiratissimo, che li ha portati spesso ad essere paragonati agli Area, anche per la presenza di un cantante decisamente valido (curiosa anche la scelta di cantare in latino). L'elevato tasso tecnico e le sonorità lontane da facili ascolti rendono il gruppo tutt'altro che assimilabile con pochi ascolti, ma album come "Gladium caeli", "Deus Ex Machina", "De repubblica" e "Equilibrismo da insofferenza" non dovrebbero mancare in una buona cd-teca prog.
Da citare anche i Prowlers, ed il loro gioiellino "Sweet metamorfosi", contenente musica delicata e malinconica, tastiere romantiche, buon cantato femminile e qualche inserimento vagamente psych; gli A Piedi Nudi, che, dopo un discreto omonimo esordio, realizzano "Creazione" e "Eclissi", due splendidi album immersi nel sound progressivo italiano dei seventies con riferimenti a gruppi dalle sonorità più ombrose;
gli Aufklarung, e il lodevole "De'la tempesta l'oscuro piacere", lavoro costituito da 4 lunghe canzoni di prog romantico che dà punti a numerosi lavori new-prog ben più pubblicizzati.
In Francia è ancora il prog sinfonico a dettar legge, con la conferma di alcune bands: "Merlin" degli Halloween è un concept su Re Artù, ma fatto in maniera molto originale, con il sound sinfonico ed oscuro del gruppo che diviene più ricercato grazie all'utilizzo di un quartetto d'archi e di uno di fiati. Mai come stavolta le atmosfere che la band riesce a creare possono definirsi davvero magiche.
Continuano a realizzare ottimi album i Minimum Vital, mentre i Versailles offrono la loro prova più matura con "Le tresor de Valliesres", che riprende la grande tradizione francese di Ange e Mona Lisa.
Spostandoci nel nuovo continente, come non iniziare con gli Echolyn, che dopo l'ottimo "Suffocating the bloom", in cui emerge la passione per i Gentle Giant unita a grandi doti tecniche e a refrain di grande effetto, ottengono addirittura un contratto con la Sony. Da una parte si spera in un rilancio del prog in grande stile, dall'altra si teme che il gruppo renda più commerciale la sua musica. Nulla di tutto ciò: "As the world" è un grande album che riprende splendidamente le coordinate del precedente lavoro, ma proprio la scarsa commercialità precluderà il successo degli Echolyn al di fuori dell'ambiente prog e la Sony scaricherà la band.
Altri gruppi americani interessanti sono gli It ("Order through chaos", splendida visione sinfonica), i crimsoniani Somanmbulist e i French TV, orientati su una musica RIO-avanguardistica di eccellente fattura.
Dal Canada arriva il robusto prog chitarristico degli Indiscipline con il trascinante album "A non-obvious ride" e si confermano le splendide intuizioni canterburiane dei Miriodor.
In questo stesso periodo trae nuova linfa anche il movimento new-prog con i suoi gruppi di maggior rilievo: "Ever" degli IQ, "Brave" dei Marillion e "The world" dei Pendragon riportano queste bands a buoni livelli artistici, ma il new-prog attecchisce anche fuori dall'Inghilterra, grazie alle belle speranze mostrate da giovani bands come i polacchi Quidam (molto buono l'album omonimo ricco di romanticismo e con una bellissima voce femminile), Collage, Albion e Lizard, gli italiani Moongarden e Trono dei Ricordi, gli spagnoli Dracma e Rivendell, i francesi Afterglow e Drama, e soprattutto i messicani Cast, sinfonicissimi e particolarmente prolifici con numerose uscite discografiche nel giro di pochi anni.
Ma il prog trova ormai terreno fertile in tutto il mondo: se in Giappone fioriscono in continuazione gruppi supersinfonici e ultratecnici (Ars Nova, Gerard, Teru's Symphonia, Vienna) non mancano esempi come i Tipographica, gli Happy Family e Il Berlione dove si punta su lavori di non facile ascolto contaminati da jazz-rock, influenze canterburiane, RIO e Zeuhl, i cui risultati sono di assoluta squisitezza.
Un momento di calo? (1997-2000)
Ma questo periodo sembra aver vita breve: gli scioglimenti di Anglagard ed Echolyn, il calo di ispirazione di alcuni gruppi, i silenzi di molti altri, la spinta di etichette come Magna Carta e I nside Out che, grazie anche ad una campagna pubblicitaria non indifferente, favoriscono un certo successo solo per il prog-metal e per alcuni gruppi sinfonici tutt'altro che originali come Flower Kings, Spock's Beard e il "supergruppo" Transatlantic, riportano una certa stagnazione spingendo nuovamente (come negli anni '80) l'attenzione esclusivamente verso questo "tipo" di prog. Fortunatamente, con le tecnologie moderne, non è così difficile registrare un album ed anche se con produzioni non sempre all'altezza e senza elevarsi, purtroppo, alla ribalta delle cronache, anche tra il '97 ed il 2000 non mancano lavori di ottimo livello e nuove bands che vanno a rimpiazzare gruppi ormai disciolti o che poco hanno da dire.
Ecco così che gli italiani DFA realizzano due album ("Lavori in corso" e "Duty Free Area") di straordinario valore artistico, intrisi di jazz-rock, ma non così distanti dal rock sinfonico; una costola dei disciolti Echolyn si incarna nei Finneus Gauge, che tra prog anni '70, fusion e grande abilità tecnica sfornano due ottimi album ("More once more" e "One inch of the fall"). Ed è ancora l'Italia che si conferma ottima fucina di progressive con Aviolinee Utopia (orientati su un personalissimo jazz-rock), Gatto Marte (gli After Crying italiani), Universal Totem Orchestra (autori di "Rituale alieno", raro esempio di ottimo zeuhl fuori dai confini francesi), Vedda Tribe (psichedelici nel loro omonimo album strumentale), Dono Celeste (bucolici e floydiani in "So linger", una perla nel suo genere!), Odessa, Grimalkin, H2O, Mary Newsletter (più vicini a un misto di space-rock e psichedelica), Hostsonaten (progetto del bassista dei Finisterre spostato sul lato più romantico-genesisiano), Doracor (sinfonici con tastiere a tutta forza), Nodo Gordiano, Standarte (copia carbone degli Atomic Rooster), Sunscape (space-rock, sperimentazioni e romanticismo nell'ottimo album omonimo), Gian Castello (spostati sul versante folk); ma anche dal resto del mondo emergono altre nuove realtà come i Discus, grandissimo gruppo dall'Indonesia (!!) che con "1st" offre un affascinante prog romantico intriso di folklore orientale.
Dal Canada, gli Ozone Quartet realizzano due grandi album di prog strumentale, caratterizzato dal notevole uso del violino; i Nathan Mahl nei loro lavori uniscono prog sinfonico, canterburiano e certa fusion; mentre i Volarè si esibiscono in due splendidi album che riprendono alla grande il Canterbury sound ("The uncertainly principle" e "Memoirs").
I Gordian Knot, i Nebelnest e i Priam si mettono in luce con ottimi album strumentali. Hard fusion l'omonimo dei Gordian Knot; a cavallo tra King Crimson e zeuhl "Nebelnest"; mentre i Priam con "3 distances / Irregular signs", con influenze crimsoniane, tecnicismi e qualche situazione più sperimentale diventano una splendida realtà.
Notevoli i Taal con "Mr. Green", in cui influenze sinfoniche e floydiane, suoni di una certa solennità, momenti crimsoniani e follie zappiane si uniscono splendidamente. Patrick Broguiere propone un prog strumentale e classicheggiante, con rimandi folk e medievali. I Mostly Autumn presentano interessanti lavori in bilico tra tracce floydiane e folk-rock (ottimo utilizzo del violino).
I Northwinds di "Great God Pan" riescono a creare un'incredibile ed unica unione tra doom alla Black Sabbath e folk-rock! Gli slovacchi Ako Doma si esibiscono invece in un eccellente jazz-rock. Notevole il romanticismo di "Ultramarine" dei Groovector, album strumentale infarcito di atmosfere "settantine" e tastieristiche, anche grazie al largo utilizzo di organo Hammond e mellotron.
Nell'ambito del più classico prog sinfonico, i giapponesi KBB si dimostrano particolarmente interessanti con "Lost and found", in cui la magnificenza più tipica delle tastiere è leggermente mitigata dai pregevoli inserimenti violinistici.
Non manca il buon new-prog con gli argentini Nexus ("Detras del umbral", new-prog con influenze emersoniane ed ottimo cantato femminile), gli olandesi Flamborough Head e Odyssice, i brasiliani Tempus Fugit, gli americani Ten Jinn, Salem Hill e Ad Infinitum, i francesi Chance. Mentre gruppi come Isildurs Bane (con "Mind vol. 1" orientati su bandismo zappiano e musica sinfonica), Enid, Minimum Vital, Malibran, Boud Deun, Thinking Plague ("In extremis", grande esempio di RIO moderno), White Willow, Djam Karet, Egoband, Quasar Lux Symphoniae ("Mit") non fanno che confermare la loro grande classe con nuove ottime prove.
Ancora New Prog inglese
In questa fremente situazione di continue uscite discografiche, continuano ad uscire anche numerosi prodotti che ricalcano tutti gli stilemi del newprog. Si tratta sicuramente del ramo meno personale e innovativo (per quanto si possa essere innovativi negli anni '90…), quello in cui maggiormente si ritrovano dei "cloni", ma molti appassionati continuano a prediligere queste sonorità standard e in Gran Bretagna, sulla scia degli ormai classici Marillion, IQ e Pendragon, si affacciano numerosi gruppi che offrono poco (spesso nulla) in termini di originalità, cercando però (e spesso riuscendovi) di colpire al cuore i progfan che amano il sound di derivazione Genesis-Camel-Pink Floyd. Tra i numerosi gruppi britannici appartenenti a questo filone ed emersi negli anni '90 ricordiamo: Arena, Citizen Cain, Galahad, Strangers on a Train, Shadowland, Big Big Train, Grey Lady Down, Landmarq, Moria Falls, Martin Darvill & Friends, Fyreworks, Jadis.
L'inizio del nuovo millennio
Il nuovo millennio è iniziato anche per il progressive, continuando sulla falsariga degli anni '90, quindi con un numero abbastanza elevato di nuove uscite, ristampe ed operazioni antologiche. Nuovi speranze del genere si sono affacciate ovunque: bands italiane come Lethean e Jet Lag hanno esordito con ottimi lavori. "Lethean" è un album strumentale con le due chitarre del gruppo in evidenza tra dissonanze crimsoniane, momenti vagamente psych situazioni acustiche d'effetto, mentre i calabresi Jet Lag con "Delusione ottica", mettono in mostra le loro doti tecniche e il loro amore verso Area e PFM.
Dalla Norvegia si affacciano Mikromidas, Kvazar e Circles End; i primi con "Brennende drommer" album robusto, influenzato da King Crimson e Genesis e atmosfere di vecchia data grazie all'immancabile fascino di Hammond e mellotron; i secondi, nel loro album omonimo, riescono a riprendere alla grande i discorsi interrotti dagli Anglagard mostrando una buona personalità; i terzi, mantenendo nel loro "In dialogue with the Moon" una certa tradizione progressiva nordica degli anni '70, unita ad un sound abbastanza acceso e con rimandi crimsoniani che li avvicinano agli Anekdoten.
Sul filone più romantico spuntano i Magenta, che nel doppio album "Revolutions" inseriscono tutto il meglio che questo filone possa offrire: voce femminile limpida alla Annie Haslam, lunghe suite che prendono spunto da Genesis, Yes, Renaissance, ecc. Insomma una manna dal cielo per chi ama queste sonorità..
Ma i migliori album del 2001, davvero di incredibile bellezza, sono quelli che hanno confermato le enormi qualità di gruppi come Moongarden , Germinale e Isildurs Bane. I Moongarden, nel doppio cd "The gates of Omega", confermano le loro basi Camel-Genesis, ma il grande songwriting, l'ottimo utilizzo della tecnologia e inserimenti di momenti particolarmente rilassati alla Sylvian, lanciano quest'album tra le migliori opere prog degli ultimi 25 anni!
Doppio album anche per gli Isildurs Bane: "Mind vol. 2" è uno spettacolare live, ampiamente ritoccato in studio con l'ausilio di un orchestra che rende questo un album fantastico dove il lato sinfonico ed il bandismo zappiano permettono ai musicisti di questa grandissima band di raggiungere la loro massima espressione artistica.
Si confermano invece nettamente personali i Germinale di "Cielo e terra", album dalle mille facce che conferma la classe superiore del gruppo, grazie a brani brevi, strutturati magnificamente e solo apparentemente semplici.
Altre due bands con origini antiche hanno fatto meraviglie con i loro nuovi album: i finlandesi Haikara (in "Tuhkamaa" mettono in mostra il loro prog personalissimo, caratterizzato dal largo uso delle chitarre accompagnate in maniera sublime da fiati e violoncello in un sound unico e inimitabile) e Le Orme ("Elementi", grandissima prova che li riporta indietro nel tempo ai loro momenti migliori).
Da segnalare anche il ritorno di Jenny Sorrenti che in "Medieval zone" si esibisce in una musica delicata dove emerge la sua anima partenopea unita all'amore per il folk celtico e le ballate medievali.
Molto interessanti anche alcuni live, come quelli realizzati da DFA, After Crying (con orchestra) e i riformati Mona Lisa (in realtà il solo cantante della line-up storica, accompagnato dai musicisti dei Versailles), nonché due cofanetti celebrativi: "Theuz Hamthaak" dei Magma, con la trilogia comprendente "Theusz Hamthaak", "Wurdah Itah" e "Mekanik Destruktiw Kommandoh" eseguita dal vivo e "Live archive" di Steve Hackett, in cui sono racchiusi 4 cd di esibizioni dal vivo del chitarrista, in tre diversi periodi della sua carriera. Non sono mancate bands che hanno tagliato il traguardo del secondo album con buoni risultati, mantenendo bene le promesse: H2O, Mindflower, Contrappunto, Priam, Nexus, Montefeltro.
Conferme avute anche dai nuovi lavori di Miriodor, Elton Dean, Mostly Autumn, Malibran, Doracor, i sempreverdi Pendragon. Non raggiungono gli ottimi livelli degli album citati, ma gruppi particolarmente legati a sonorità "classiche" e poco originali potrebbero essere interessanti per gli appassionati più "passatisti"; sto parlando di Torre dell'Alchimista, Distillerie di Malto, The Watch, Submarine Silence, You and I.
Come visto, quindi, il movimento prog è vivo e vegeto e soprattutto vastissimo, grazie alla passione dei musicisti e di quei pochi che cercano di diffondere il genere, speriamo che questa passione non appassisca mai e che nuove annate come il 2001 possano rivedersi in futuro.
Peppe
Giugno 2002
Discografia consigliata
Gruppo | Album | Casa Editrice | Anno | ||
---|---|---|---|---|---|
Djam Karet | Reflections from the firepool | 1989 | |||
Ezra Winston | Ancient Afternoon | 1990 | |||
Minimum Vital | Sarabandes | Musea | |||
Ozric Tentacles | Erpland | ||||
Anthony Phillips | Slow dance | Voiceprint | |||
Quaterna Requiem | Velha bravura | Autoproduzione | |||
U Totem | U Totem | Cuneiform | |||
After Crying | Overground music | Periferic | 1991 | ||
Camel | Dust and dreams | Camel Productions | |||
Djam Karet | Burning the hard city | ||||
Eris Pluvia | Rings of earthly light | Musea | |||
Pendragon | The world | Toff Records | |||
After Crying | Megalazzotak es megszomoritottak | Periferic | 1992 | ||
Landberk | Riktigt Akta | Record Heaven | |||
Mike Oldfield | Tubular bells II | WEA | |||
Anekdoten | Vemod | Virta | 1993 | ||
Anglagard | Hybris | Hybris Records | |||
Echolyn | Suffocating the bloom | Bridge Records | |||
Malibran | Le porte del silenzio | Contempo | |||
Philharmonie | Les elephants carillonneurs | Cuneiform | |||
Finisterre | Finisterre | Mellow | 1994 | ||
French TV | Virtue in futility | ||||
Garden Wall | Path of dreams | WMMS | |||
It | Order through chaos | Mellow | |||
Landberk | One man's tell another | Mega Rock | |||
Marillion | Brave | EMI | |||
Quasar Lux Symphoniae | Abraham - One act rock opera | WMMS | |||
Versailles | Le tresor de Valliesres | Musea | |||
A Piedi Nudi | Creazione | Mellow | |||
Anekdoten | Nucleus | Virta | 1995 | ||
Aufklarung | De'la tempesta l'oscuro piacere | Pick Up | |||
Deus Ex Machina | De repubblica | Kaliphonia | |||
Echolyn | As the world | Sony | |||
Hoyry-Kone | Hyonteisia voi rakastaa | Ad Perpetuam Memoriam | |||
King Crimson | Thrak | Discipline Global Mobile | |||
Porcupine Tree | The sky moves sideways | Delirium | |||
White Willow | Ignis fatus | Laser's Edge | |||
After Crying | De profundis | Periferic | 1996 | ||
Camel | Harbour of tears | Camel Productions | |||
Finisterre | In limine | Mellow | |||
Germinale | … e il suo respiro ancora agita le onde… | Mellow | |||
Halloween | Merlin | Musea | |||
Kundalini | Asylum for astral travellers | Mellow | |||
Landberk | Indian Summer | Record Heaven | |||
Minimum Vital | Esprit d'amor | Musea | |||
Moongarden | Brainstorm of emptyness | Mellow | |||
Quidam | Quidam | Ars Mundi | |||
Somnambulist | Somnambulist | Laser's Edge | |||
Tipographica | God says I can't dance | Mellow | |||
A Piedi Nudi | Eclissi | Mellow | 1997 | ||
Aviolinee Utopia | Aviolinee Utopia | Mellow | |||
DFA | Lavori in corso | Scolopendra | |||
Djam Karet | The devouring | Cuneiform | |||
Finneus Gauge | More once more | Cyclops | |||
Happy Family | Tosco | Cuneiform | |||
Hoyry-Kone | Huono partouri | Ad Perpetuam Memoriam | |||
IQ | Subterranea | GEP | |||
Isildurs Bane | Mind vol. 1 | Svenska Unikum | |||
Ozone Quartet | Fresh blood | ||||
Priam | … 3 distances / Irregular signs… | Musea | |||
Volare | The uncertainly principle | Laser's Edge | |||
Robert Wyatt | Shleep | Hannibal | |||
Nathan Mahl | the clever use of shadows | Mahl Productions | |||
Deus Ex Machina | Equilibrismo da insofferenza | Kaliphonia | 1998 | ||
Malibran | La città sul lago | Mellow | |||
Northwinds | Great god Pan | Black Widow | |||
Prowlers | Sweet metamorfosi | Mellow | |||
Thinking Plaghe | In extremis | Cuneiform | |||
White Willow | Ex tenebris | Laser's Edge | |||
Anekdoten | From witihin | Virta | 1999 | ||
DFA | Duty Free Area | Mellow | |||
Discus | 1st | Mellow | |||
Dono Celeste | So ginger | Mellow | |||
Finneus Gauge | One inch of the fall | Cyclops | |||
Nebelnest | Nebelnest | Laser's Edge | |||
Nexus | Detras del umbral | Record Runner | |||
Odessa | Stagione Getsemani | Mellow | |||
Sunscape | Sunscape | Mellow | |||
Universal Totem Orchestra | Rituale alieno | Black Widow | |||
Vedda Tribe | Vedda Tribe | Lizard | |||
Volare | Memoirs | Pleasant Green | |||
Ako Doma | Ako Doma | Mellow | 2000 | ||
Groovector | Ultramarine | Mellow | |||
Quasar Lux Symphoniae | Mit | Mellow | |||
Taal | Mr. Green | Musea | |||
White Willow | Sacrament | Laser's Edge | |||
Germinale | Cielo & terra | Mellow | 2001 | ||
Haikara | Tuhkamaa | Mellow | |||
Isildurs Bane | Mind vol. 2 | Record Heaven | |||
Kvazar | Kvazar | Musea | |||
Lethean | Lethean | Mellow | |||
Moongarden | The gates of Omega | Mellow | |||
Le Orme | Elementi | ||||
Priam | Diffraction | Musea |
Antologie, cofanetti, live
Banco del Mutuo Soccorso: Da qui messere si domina la valle (1993, due cd con i primi due album risuonati e riarrangiati)
Camel: Never let go (1993, doppio cd dal vivo con la tournée di "Dust and dreams")
Emerson, Lake & Palmer: The return of the Manticore (1993, box-set antologico di 4 cd, con inediti)
Jethro Tull: Nightcap (1993, doppio cd con inediti, tra cui gli "Chateau d'isaster tapes" del 1973)
Premiata Forneria Marconi: 10 anni live (1996, box-set di 4 cd, con live registrati negli anni dal 1971 al 1981)
Yes: Keys to ascension 1 e 2 (1996-1997, due doppi cd con un concerto del 1996 e vari inediti con la formazione storica)
Anekdoten: Official bootleg - Live in Japan (1997, doppio cd dal vivo uscito solo in edizione giapponese)
Gentle Giant: Under construction (1997, box-set di due cd, contenente materiale inedito, live e demos)
King Crimson: Epitaph voll. 1-4 (1997, 4 cd con registrazioni dal vivo del 1969)
King Crimson: The night watch (1997, 2 cd con un concerto del 1973)
AA.VV.: Zarathustra's revenge (1998, box-set di 4 cd, tributo al rock progressivo italiano degli anni '70)
Genesis: Archive 1967-75 (1998, box-set di 4 cd, con live, inediti e demos del periodo 1967-1975)
King Crimson: The ProjeKcts (1999, box-set di 4 cd, con esibizione dei ProjeKcts)
Rush: Different stages (1998, 3 cd live, due con il tour di "Test for echo" ed uno con un concerto del 1978)
Genesis: Archive #2 1976-1992 (2000, box-set di 3 cd, con live, inediti e demos del periodo 1976-1992)
King Crimson: Heavy construKction (2000, 3 cd live, due con la scaletta del tour di "ConstruKction of light" ed uno con improvvisazioni)
Van der Graaf Generator: The box (2000, box-set antologico di 4 cd, contiene anche inediti e live)
Magma: Theusz Hamthaak (2001, box-set di 3 cd, con il live della trilogia "Theusz Hamthaak", registrato nel 2000)
Emerson, Lake & Palmer: The original bootleg series from the Manticore vaults - voll. 1 e 2 (2001, 2 box-set, il primo con 7 cd, il secondo con 8, che coprono l'attività live del gruppo del periodo 1971-1977)
Steve Hackett: Live archive (2001, box-set di 4 cd, con registrazioni live del 1979, 1981, 1993)
Ultimo aggiornamento (Lunedì 26 Ottobre 2009 14:29)